Nessuna tregua. Nessun vertice con Kiev. Nessun credito agli occidentali. Una serie di niet, quelli pronunciati da Mosca, che piovono come macigni sui negoziati tra Russia e Ucraina a pochi giorni dalle trattative di Istanbul. In due telefonate, una a Donald Trump e l’altra a papa Leone, il presidente russo Vladimir Putin ha chiarito, infatti, che in Ucraina non ci potrà essere una “pace immediata“, con la tregua che, di fatto, si allontana sempre più. Il presidente russo, inoltre, intende “rispondere all’attacco ucraino agli aeroporti”. Uno stop preceduto da altri segnali negativi che arrivano da Mosca contro i Paesi occidentali: “Sono coinvolti negli attacchi contro di noi”.
Putin, telefonata con Trump e papa Leone
E le ragioni russe sono state rivendicate anche nell’altro colloquio, quello che ha unito il Cremlino al Vaticano con una telefonata a Leone XIV. Non era mai accaduto dall’inizio del conflitto che il leader russo sentisse il Papa: con Bergoglio peraltro non aveva mai parlato. Prevost, da parte sua, ha lanciato un appello “affinché la Russia faccia un gesto che favorisca la pace“, una pace che sia “giusta”, quindi non la resa dell’Ucraina. Lo zar nelle scorse settimane aveva rifiutato l’offerta del Vaticano di ospitare il negoziato russo-ucraino, ma ora ha fatto sapere di avere “apprezzato la disponibilità” di papa Prevost “ad aiutare a risolvere la crisi”. E c’è l’intenzione di “proseguire i contatti”. Tuttavia, il clima resta teso. Putin aveva già respinto la proposta di incontrare Zelensky: “Kiev sta diventando una organizzazione terroristica”. Anche il numero uno ucraino aveva chiuso ai negoziati: “Servono a Putin solo per continuare la guerra”.
Intanto, gli Usa avvertono la Nato: “Sia pronta, Putin prepara le prossime mosse. Il 5% del Pil è un must“. Su Gaza, nel frattempo, Londra valuta sanzioni a Israele insieme agli alleati. Ma gli Usa bocciano la risoluzione dell’Onu sulla Striscia, “è inaccettabile. Hamas non deve avere un futuro a Gaza”.
Russia-Ucraina: cosa ha detto Zelensky
“Se il mondo reagisce debolmente alle minacce di Putin, lui lo interpreta come una disponibilità a chiudere un occhio sulle sue azioni. Quando non percepisce forza e pressione, ma piuttosto debolezza commette sempre nuovi crimini. Interpreta questo atteggiamento come un permesso tacito: un permesso per nuove atrocità, nuovi attacchi, nuove uccisioni”. Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in quello che assume i contorni di un appello alla comunità internazionale a non mostrarsi debole verso Putin. “Ecco perché noi in Ucraina siamo così grati a tutti coloro che nel mondo stanno cercando di fermare questa guerra”.