X

Private Banking, sempre più Arte nei nuovi portafogli finanziari

Il servizio di Art Advisory è rivolto a un pubblico sensibile all’arte e al “mercato dell’arte”, quale alternativa e occasione di diversificazione rispetto ai canonici strumenti d’investimento, dove i Private Bankers con l’ausilio di esperti del mercato dell’arte, effettuano una consulenza a tutto tondo, dalla valutazione dell’opera d’arte e di tutte le attività necessarie o per una collocazione sul mercato o per la sua rivalutazione dovuta ad un preciso programma di cura e assistenza.

L’arte è da considerarsi a tutti gli effetti una vera asset class alternativa e il suo mercato rappresenta un interessante e ricco di opportunità da esplorare per chi voglia diversificare i propri investimenti.

Il mercato dell’arte è però anche una realtà molto particolare e specialistica che per chi non ne conosca le dinamiche e le regole, operare su questo mercato senza le adeguate precauzioni può significare, in un’ottica di investimento, correre dei rischi molto alti.
La Banca si propone come “arbitro” del sistema dell’arte. L’art advisor non deve né vendere né comperare per il suo interesse, se riceve l’incarico ha il compito di guidare il cliente collezionista verso la scelta migliore. La consulenza a 360° nel wealth management oggi prevede sempre di più anche l’art advisor, interno o esterno alla banca. Il rapporto con il cliente è doverosamente basato sulla professionalità, discrezione e fiducia. Con l’arte si entra nella sfera privata, sia essa relativa al bene ereditato, sia l’espressione di una recente ricchezza che ha consentito la creazione di una nuova collezione. Spesso l’art advisor si trova di fronte un patrimonio ampio, composto non solo di tele, sculture, oggetti e preziosi, ma anche da vetri, mobili, tappeti e arredi di pregio.

Conoscere la storia di un dipinto, darne una corretta valutazione commerciale, giungere alla certezza attributiva, ampliare, rimodellare o dismettere una collezione, restaurare nel caso delle opere antiche, provvedere all’inventario dei beni e alla loro assicurazione, alla loro attività espositiva e di trasporto sono tra le principali competenze di un consulente d’arte bancario.

La continua evoluzione del mercato di questi ultimi anni, in primis nel comparto dell’arte contemporanea, ha infatti modificato significativamente i parametri di riferimento facendo emergere una sempre maggiore esigenza di specializzazione, professionalità e confronto per questa tipologia di servizio.

Gli art advisory department delle banche forniscono una consulenza su tutti i fronti, ma non suggeriscono di diversificare una quota delle ricchezze in arte. Preferiscono non parlare d’investimento in quanto per la maggior parte della clientela l’arte è sinonimo di valore ideale. Tuttavia, il numero dei clienti private-investitori aumenta e, in modo particolare le preferenze vanno al segmento dell’arte moderna e contemporanea.

Da un’indagine presso istituti di credito nazionali e internazionali per verificare lo sviluppo del servizio offerto, ne emergono delle tendenze generali: tutti lo hanno strutturato con un team di esperti d’arte e di mercato, chi al proprio interno – come Ubs che ne ha addirittura diversi tra storici d’arte ed esperti economici e legali, Deutsche Bank Ag, Unicredit, Bnl-Bnp e Ing, – chi affidandosi a consulenti esterni come art advisor e specialisti delle case d’asta. Da questa esperienza avviata dalle realtà più importanti, le banche di nuova generazione, ossia quelle di consulenza indipendente, si stanno organizzando proprio per mettere il servizio di AA e beni di lusso, complementare al servizio finanziario. L’obiettivo per tutti è comune: attraverso l’inventario, la valutazione e la compravendita, la corretta gestione di una collezione d’arte si può generare interessi.

La catalogazione con schede esaustive sulle caratteristiche del pezzo (dimensioni, tecnica, attribuzione, provenienza, stima) corredate da fotografie e della certificazione d’acquisto rappresenta la base per una corretta gestione della collezione, per la protezione assicurativa e la trasmissione generazionale. Spesso una delle attività principali è legata alla pianificazione ereditaria e alla gestione legale e fiscale del patrimonio artistico, in molti casi attraverso la costituzione di fondazioni o trust.

Allo stesso modo, vi è un approccio diverso anche per i fondi di investimento in arte, che in futuro dovranno sempre più escludere ogni forma di investimento speculativo a favore di una gestione cauta che mira soprattutto alla patrimonializzazione del capitale. 
Nonostante il track record sia ancora insufficiente per considerarli strumenti d’investimento alternativo, se questo è limitato alla sola arte, ecco che allora diventa indispensabile che questi fondi si completino con nuovi servizi complementari, che darebbero al fondo un significato finanziario molto più competitivo.   

Si può affermare che rispetto al modello precedente (2010-2014) quando il mercato finanziario era ben diverso da quello attuale e il servizio si rivolgeva al cliente con un portafoglio specifico e non per il capitale potenziale complessivo, in quanto l’arte fungeva da capitali da ricollocare in fondi, simile ad operazioni azionarie speculative. Venuto meno questa circostanza speculativa, l’arte è tornata in questi anni ad essere considerata interessante per investimenti a medio periodo, anche quella moderna, contemporanea che de ancora i interesse e rivalutazioni importanti, segue un iter specialistico con passaggi obbligati che garantiscono all’opera maggiore certezza di ricollocamento. Ecco l’importanza per le banche di strutturare il servizio internamente, con uno o più specialisti interno che funge da figura di riferimento, dalla formazione alla definizione delle collaborazioni esterne, alla totale assistenza a banker che resta l’unico interlocutore con il cliente.

Il servizio di Art Advisory è dedicato a chi vede nell’arte un’opportunità di crescita diversificata del proprio patrimonio sia artistico e finanziario.

Related Post
Categories: Cultura