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Pop Vicenza, la Bce svela la lista dei 20 soci bifronti

Dall’ispezione della Bce sui conti della Banca Popolare di Vicenza sono emersi i nomi dei clienti dell’istituto che hanno ricevuto finanziamenti per acquistare i titoli del gruppo guidato da Gianni Zonin. Si tratta di una ventina di soci dell’istituto veneto che hanno ottenuto crediti per 274 milioni complessivi ed erano titolari di oltre 4,25 milioni di azioni per un controvalore di 265 milioni di euro. In sostanza, 274 milioni sono usciti dalla porta della Banca e 265 sono rientrati dalla finestra.

La Bpvi ha finanziato sistematicamente i clienti per sottoscrivere i titoli dei suoi aumenti di capitale tra il 2013 e il 2014”, si legge nella relazione ispettiva dell’Eurotower, in base alla quale si stanno muovendo ora la Procura e la Guardia di Finanza.

I 20 soggetti erano stati segnalati da un audit interno datato settembre 2014 e ignorato dall’allora direttore generale Samuele Sorato. “Si tratta – si legge nell’audit – di clientela dotata, singolarmente o a livello di gruppo, di una struttura patrimoniale apparentemente adeguata”. Di questi clienti, nove erano gestiti da Roberto Rizzi e avevano spuntato un tasso dell’1,2% con spese di affidamento azzerate. Il gruppo della famiglia Ravazzolo-Pilan, attivo nell’abbigliamento sartoriale, aveva ottenuto un tasso dello 0,8% su due finanziamenti da 10 milioni ciascuno. Complessivamente la società di famiglia, la Confrav, aveva incamerato 92,5 milioni e in portafoglio figuravano titoli per 69 milioni di euro.

La Solfin spa ha ottenuto un tasso dello 0,75% su un credito a breve termine di 5 milioni di euro e aveva titoli della Banca esattamente per 5 milioni di euro. Il gruppo vicentino Dalla Via, attivo nella pelletteria, ha incassato per un fido in conto corrente di 2,9 milioni un tasso dello 0,9% a fronte di un credito di 6,7 milioni aveva azioni per 6,5 milioni).

Renè Caovilla, famosa per le sue scarpe di lusso, ha incamerato invece un prestito da 8 milioni e prestiti per 8,2 milioni. Il proprietario del pastifico Zara aveva incassato un credito da 15,5 milioni e titoli per 12,9 milioni. Alla famiglia Della Rovere, il cui cognome rimanda ad Ambrogio Dalla Rovere, già vicepresidente di Cariverona, erano andati prestiti per 12,5 milioni e titoli per 9,9 milioni. Alla famiglia Morato, proprietaria dell’omonima azienda alimentare, sono stati accordati 39,6 milioni, di cui utilizzati 29,6 milioni, pari pressappoco al valore delle 410 mila azioni in portafoglio. Tranquillo Loison, già presidente orafi di Apindustria, aveva ottenuto prestiti per 12,8 milioni, con un utilizzato per 8,2 milioni e azioni comprate per 7,6 milioni.

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