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Pioggia di vendite a Piazza Affari: il rischio politico affossa soprattutto le banche e Mediaset

All’improvviso, dopo settimane di disinteresse per l’instabilità politica, il rischio di una crisi di governo colpisce la Borsa di Milano, dove l’indice Ftse Mib cade in ribasso del 2,01%, di nuovo sotto quota 17 mila (16.994), con vendite diffuse su tutto il listino.

Alla vigilia delle aste del Tesoro, il Btp arretra leggermente: il rendimento è salito al 4,38%, dal 4,30% di venerdì sera, e lo spread con il Bund si allarga a quota 247 (+9 punti base). Molto più contenute le variazioni degli altri listini del Vecchio Continente, anche perché i mercati di Londra oggi sono chiusi. Parigi scende dello 0,64%, Francoforte -0,24%. Madrid -0.46%.

Fra le 40 blue chip che compongono l’indice milanese solo la Banca Popolare di Milano non scende: il titolo segna un lieve rialzo dello 0,33%, grazie alle indiscrezioni su contatti in corso per possibili aggregazioni con altre banche popolari.

Sono le altre banche a condizionare la performance di Mlano: Unicredit scende del 3,37%, Intesa-2,94%, Banco Popolare -3,06%, Monte Paschi -3,11%. Vendite anche per Ubi Banca (-2,68%) nel giorno in cui si riunisce il consiglio di amministrazione per l’approvazione dei conti trimestrali.

Precipita Mediaset (-5,18%). Pesano su Gtech (-3,77%) anche le indiscrezioni secondo cui gli interventi su Imu, Iva e Cassa in deroga potrebbero essere finanziati in parte da aumento delle accise su giochi, bolli, sigarette e alcolici. Ciò, unitamente all’attenzione politica e mediatica sul settore dei giochi, genera un rischio regolatorio più elevato. 

Cali diffusi anche fra i titoli industriali: Fiat -1,63%, Finmeccanica-3,15%, StM-2,96%. Enel arretra del 2,06%, Eni scende dell’1,43%%. Negativa Telecom Italia (-0,74%).

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