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Ops Unicredit su Banco Bpm: mercoledì 9 luglio l’ora della verità con il pronunciamento del Tar sul Golden power

Imagoeconomica

Per l’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata dall’Unicredit di Andrea Orcel mercoledì 9 luglio arriverà l’ora della verità. Per quel giorno è atteso il verdetto del Tar sul ricorso di Unicredit contro i vincoli soffocanti del Golden power del Governo, tra cui soprattutto l’obbligo di non ridurre per cinque anni il rapporto prestiti-depositi praticato da Banco Bpm e Unicredit in Italia, l’obbligo di non ridurre gli investimenti di Anima Holding in titoli di Stato italiani e titoli emessi da soggetti italiani e l’obbligo di cessare entro nove mesi tutte le attività in Russia (anche se molto dipende dalle decisioni di Mosca). Norme capestro che, se non rispettate, rischierebbero di provocare pesanti sanzioni contro Unicredit. E’ per questo che Orcel ha più volte avvertito che, senza un sostanziale alleggerimento di questi vincoli, viene meno la convenienza di Unicredit al mantenimento dell’Ops che scade il prossimo 23 luglio e che per ora ha raccolto pochissime adesioni a causa della sua forte incertezza.

Se Unicredit fosse costretto al ritiro dell’Ops, il Governo, divenuto giocatore anziché arbitro imparziale delle operazioni sul tappeto, si assumerebbe la responsabilità di aver fatto fallire una delle principali offerte del risiko bancario e aver pesantemente condizionato le regole del mercato.

Il futuro dell’Ops di Unicredit è dunque nelle mani del Tar: un suo verdetto favorevole a Orcel e contrario ai vincoli del Governo potrebbe sbloccare l’Ops e addirittura a indurre Unicredit a rilanciare l’offerta, mentre un pronunciamento avverso segnerebbe a maggior ragione il suo declino con la Borsa spettatrice più che mai interessata alle sorti di una delle operazioni più rilevanti del risiko.

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Categories: Finanza e Mercati