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Onu: nuove sanzioni per chi fa affari con l’Isis

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha dato il via libera all’unanimità a una risoluzione che rafforza le sanzioni contro chi fa affari con l’Isis. Il testo, elaborato congiuntamente da Usa e Russia e co-sponsorizzato anche dall’Italia, punta a colpire le finanze dello Stato Islamico.

“I terroristi continuano a diversificare le loro fonti di sostentamento, al punto che il gruppo oggi ha costruito un impero multimilionario”, ha sottolineato il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.

Nel testo si invitano i Paesi membri a riferire quali misure stanno adottando per impedire alle organizzazioni terroristiche di accumulare denaro. Altre misure puntano a evitare che i gruppi possano usare le banche internazionali. Vengono inoltre rafforzate le capacità di monitoraggio dell’Onu

“Ogni individuo, gruppo, impresa o entità che fornisce sostegno all’Isis o ad al Qaida – si legge nella risoluzione – è soggetto alle misure restrittive imposte dalle Nazioni Unite, tra cui il congelamento dei beni, il divieto di viaggio e l’embargo sulle armi”. 

Secondo il segretario Usa al Tesoro, Jacob Lew, che ha presieduto la riunione al Consiglio di Sicurezza, “tagliare il flusso di finanziamento all’Isis impedisce ai jihadisti di avere il denaro necessario per organizzare attacchi. L’impatto è reale e rende più difficile ai terroristi muoversi e ottenere fondi. Per avere successo dobbiamo aumentare i nostri sforzi”.

Intanto, una lettera di minacce firmata Isis, scritta in arabo e contenente dei proiettili è stata inviata al ministro della Giustizia Andrea Orlando. “Entreremo a Roma – è scritto nel testo – e taglieremo la tua testa”.

La lettera aveva l’indirizzo scritto in inglese ed è stata recapitata al ministero. I proiettili inseriti nella lettera sono due e sono Ak47, quelli da kalashnikov. L’indirizzo sarebbe stato scritto sulla busta con un normografo e la lettera sarebbe giunta a Fiumicino e poi da qui a via Arenula, la sede del ministero. Della vicenda si sta occupando la Procura di Roma.

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