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Npl e riforma del Mes sul tavolo dell’Europa

Imagoeconomica

I brillanti dati in arrivo dalla Cina hanno dato una nuova carica al Toro, deciso a chiudere in bellezza il mese di novembre più brillante della storia: +13% l’indice globale, +16% Singapore, +15% la Corea del Sud. I dati macroeconomici diffusi stanotte confermano che Pechino sta accelerando. L’indice sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende manifatturiere è salito sui massimi degli ultimi tre anni, a 52,1 da 51,4 di ottobre, un incremento molto più forte delle aspettative degli analisti. L’aumento è stato guidato dagli ordini domestici. La domanda estera cresce, ma in modo meno travolgente, solo perché la pandemia, fuori dalla Cina, rallenta tutto. Il calo dei future di Wall Street frena più di un listino azionario: il Nikkei di Tokyo perde lo 0,7%, l’Hang Seng di Hong Kong lo 0,8%, il Kospi di Seul lo 0,9%.

FRENA IL PETROLIO: NON C’E’INTESA ALL’OPEC+

Il petrolio tipo Brent è in calo dell’1,5%, a 47,5 dollari. Bloomberg riporta che i membri Opec+, riunitisi ieri in via informale, non sono riusciti a trovare un accordo sul regime produttivo. C’è il rischio che si arrivi alla riunione ufficiale di oggi senza una proposta di maggioranza. Non è passata la richiesta di far slittare in avanti di tre mesi il programma di uscita dalla fase di emergenza, che prevedeva un graduale rilassamento delle restrizioni alla produzione.

MEGA FUSIONE IN VISTA TRA S&P E IHS MARKIT

Intanto, da Reuters arriva la notizia che, se confermata, rappresenta davvero il nuovo affare del secolo: S&P Global si accinge ad annunciare l’acquisto di Ihs Markit, ovvero la fusione dei due maggiori fornitori di dati finanziari del mondo. Prezzo dell’operazione, 44 miliardi di dollari.

Ma l’attenzione di Piazza Affari oggi è concentrata su Unicredit, in attesa di un Cda di fuoco: si discute del destino dell’amministratore delegato Jean Pierre Mustier, disponibile a rimanere soltanto se saranno accolte le sue indicazioni strategiche sul futuro della Banca. Non piace a una parte dei dirigenti il piano di separazione delle attività tedesche da quelle italiane da lui sostenuto.

ALL’EUROGRUPPO MES E BOMBA DEL CREDITO

Grandi novità in vista per l’Unione Europea. Secondo il Financial Times, l’Unione europea prepara una proposta dettagliata per gli Stati Uniti per dar vita a una rinnovata alleanza “per il cambiamento globale”. Il documento, che potrebbe essere approvato dal prossimo Consiglio europeo, include una serie di proposte di politiche per far avanzare gli interessi delle democrazie a fronte della “sfida strategica” posta dalla Cina, ma anche per coordinare la regolamentazione del digitale e la risposta al Covid-19.

Secondo Bank of America, nella sua prossima riunione di giovedì la Bce aumenterà di 500 miliardi (dagli attuali 1.350 miliardi) l’importo del fondo d’emergenza per acquisti di titoli per combattere la recessione

Oggi nel corso della riunione dei ministri finanziari della zona euro, si dovrebbe discutere anche del disinnesco della bomba dei crediti inesigibili. La base di partenza della trattativa dovrebbe essere un documento elaborato dalla commissaria europea Mairead McGuinnes, nel quale si ipotizza la possibilità di favorire lo sviluppo di un mercato secondario in grado di assorbire le sofferenze in arrivo. Una seconda opzione, non alternativa alla prima, prevede la creazione di bad bank nazionali, una catena di lavanderie in grado di ripulire i bilanci delle banche. La Vigilanza della Bce, guidata da Enrico Enria, ritiene che si possa arrivare a 1.400 miliardi di euro di crediti deteriorati o in sofferenza, dai 506 miliardi attuali.

Intanto, il test più atteso riguarda l’Eurogruppo: il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri si prepara ad annunciare il via libera dell’Italia alla riforma del Trattato intergovernativo che ha istituito il Mes. Salvo sorprese dell’ultimo minuto in arrivo dai Cinque Stelle, il nuovo trattato del Mes sarà firmato il 27 gennaio.

Il governo lavora anche alla squadra per il Recovery Plan, con un coordinatore centrale che risponda direttamente sia a Palazzo Chigi sia alle strutture tecniche della Commissione europea e sei manager a capo dei macro-progetti (digitalizzazione, transizione green, istruzione e formazione, inclusione sociale e salute) con una squadra di 50 esperti ciascuno.

Oggi i dati preliminari sull’inflazione dovrebbero confermare, per il quarto mese consecutivo, un dato negativo per tutta l’Eurozona.

GLI ANALISTI VEDONO ROSA PER BORSA E OBBLIGAZIONI

“La pandemia deve essere ancora domata, ma già prevale l’ottimismo sulla ripresa dei conti aziendali. Secondo gli analisti, per le azioni sarà l’anno migliore dal 2003. Peccato però che, di norma, gli analisti si sbaglino”. Così, con un tocco di ironia, il Financial Times commenta le previsioni sulla ripresa, una volta verificata l’efficacia dei vaccini: la crescita degli utili societari potrebbe arrivare al 50% in Europa e al 22% negli Stati Uniti e il rally potrebbe proseguire per tutto il 2022 in alcuni settori, dalle compagnie aeree al turismo. A sostenere l’exploit sarà l’impennata del Pil: +5%, secondo la media delle previsioni, +6% per Goldman Sachs.

In forte recupero anche i bond ad alto rischio: le obbligazioni dei junk bond, che a ottobre dovevano pagare un tasso dell’8%, chiudono il mese attorno al 3%. A Wall Street i recuperi più vistosi riguardano American Airlines, la catena di cinema Amc e le crociere Viking.

MERCATO DEL LAVORO USA, NON C’E ANCORA ACCORDO OPEC+

Oltre oceano, i mercati guardano in particolare alle statistiche sul mercato del lavoro Usa: i dati in uscita venerdì dovrebbero certificare l’avvio di 500 mila nuovi posti, meno dei 638 mila di fine ottobre.  

Alla commissione Finanze del Tesoro interverranno sia il presidente della Fed Jerome Powell che il ministro del Tesoro uscente Stephen Mnuchin.

Riflettori accesi oggi e domani sul vertice dell’Opec+. Dopo un avvio di novembre in sordina, a 35 dollari il barile, il greggio ha recuperato progressivamente posizioni in parallelo al miglioramento delle prospettive della pandemia e dei consumi.

WALL STREET DIVIDE IN DUE L’ESORDIO DI TESLA

Wall Street sarà abbastanza robusta da reggere l’ingresso di Tesla nell’indice S&P? Oppure, per la prima volta nella storia dei mercati, si procederà a una quotazione diluita in due giorni per evitare l’eccesso di volatilità? I vertici della Borsa Usa, secondo The Wall Street Journal, sono propensi a diluire in un paio di giorni l’effetto Tesla sui prodotti, dai fondi agli Etf che dovranno fare sazio al gigante di Elon Musk, che, secondo le previsioni, potrebbe provocare un giro d’affari di oltre 100 miliardi di dollari nel giorno del debutto.

SCENDE IN CAMPO L’ASSE NIKOLA/GM

Nell’attesa, il Dow Jones, il listino dell’economia più tradizionale, punta a consolidare quota 30mila dopo la flessione di venerdì. Da seguire i conti di Zoom, la società delle videoconferenze che ha fatto scintille durante il lockdown. Sotto i riflettori Nikola: la società dei camion elettrici (per ora solo annunciati) partecipata da Cnh dovrebbe firmare un accordo finanziario e tecnologico con Gm.

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