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Nord Corea preoccupa e l’oro vola ma le Borse cinesi salgono

I mercati assistono in un’atmosfera surreale agli sviluppi della crisi coreana, che non promettono nulla di buono. La Corea del Nord sposta i suoi missili a lunga gittata verso la costa per un nuovo test balistico. Tarda un intervento deciso di Pechino su Kim, mentre si mobilita Seoul. Intanto si alza il tono delle minacce di Donald Trump. Ma queste notizie, pur drammatiche, non hanno mosso più di tanto i mercati, congelati in attesa che tra poche ore, dopo la festa del Labour Day, riprenda l’attività di Wall Street.

Anche in Asia non c’è panico. L’andamento positivo delle piazze cinesi, già in attesa del Congresso del Partito, lascia intuire che i mercati non credono che la situazione possa sfuggire di mano. Non va dimenticato, però, che la partita è giocata “da un presidente americano collerico di 71 anni, privo di qualsiasi esperienza e un dittatore di 33 anni, circondato solo da adulatori”.

SALGONO SOLO LE BORSE CINESI, STOP AL BITCOIN

Nuovo record della notte per l’oro, giunto a sfiorare quota 1.340 sul dollaro, per poi assestasi attorno a quota 1.336. Nuovi guadagni per lo yen (+0,4% a 109,32 sul dollaro). Stabile l’euro, trattato a 1,1896, sotto i massimi (1,2070) della scorsa settimana: gli operatori attendono la riunione della Bce prima di assumere posizioni più impegnative. Vicino ai massimi assoluti lo yuan: la moneta cinese ha guadagnato il 2% nelle ultime due settimane.

Debole la Borsa di Tokyo (-0,5%) e i futures sull’apertura americana. Poco mosso a Seoul l’indice Kospi (-0,1%). Assai più tonici i mercati cinesi: Shanghai (+0,4%) ha raggiunto i massimi segnati nel gennaio 2016, in sintonia con un nuovo aumento del rame e delle altre materie prime industriali.

Da segnalare il tonfo del bitcoin dal massimo di 4.979,9 dollari segnato sabato scorso a 4.131 di stamane, dopo che ieri la Cina ha dichiarato illegale la pratica di raccogliere fondi attraverso l’emissione di criptovalute.

RIPARTE L’INDUSTRIA DEL PETROLIO. TENARIS RISOLLEVA LA TESTA

In recupero il prezzo del petrolio: Wti a 47,38, Brent a 52,70. Riprende l’attività delle raffinerie e dei giacimenti Usa, rallenta anche la febbre per la benzina.

In Europa il settore Oil ha girato in rialzo nelle battute finali. A Piazza Affari i titoli del settore Oil hanno chiuso in rialzo: Eni segna un progresso dello 0,1%, Saipem +0,1%. Forte rimbalzo per Tenaris: +1,6% dai minimi da maggio 2016 toccati negli ultimi giorni. Gli impianti in Texas del gruppo non hanno riportato danni sostanziali come conseguenza del passaggio dell’uragano Harvey, recita un comunicato della società. Anche la realizzazione della nuova fabbrica di Bay City sta riprendendo e, come annunciato precedentemente, “la produzione della prima pipeline è posticipata ad ottobre”.

Saras è stato uno dei titoli migliori, con un guadagno del 2% a 2,10 euro, il prezzo più alto da inizio agosto. Il margine di raffinazione benchmark dell’area del Mediterraneo (area MED) è balzato a 6,80 dollari il barile la scorsa settimana.

NOZZE NEI CIELI TRA AIR FRANCE, DELTA E CHINA EASTER

Non sono mancati, nonostante la pausa di Wall Street, i grandi affari, almeno nei cieli. United Technologies ha acquistato per 30 miliardi di dollari il controllo di Rockwell Collins, creando il primo fornitore di componenti per l’industria aeronautica. Intanto l’assemblea di Air France-Klm ha approvato l’ingresso nel capitale di Delta Airlines e di China Eastern con due quote del 10%.

EUROPA, CRESCE LA FIDUCIA IN ATTESA DI DRAGHI

Borse europee deboli. Al di là della crisi coreana, sui listini (orfani di Wall Street) pesa l’attesa del direttorio della Bce. In lieve rialzo stamane i futures sull’apertura. Oggi saranno annunciati i dati Pmi servizi nell’Eurozona (Italia compresa).

Poco mossa Milano: l’indice Ftse Mib ha chiuso in flessione dello 0,3%, a 21.791 punti. La piazza peggiore è Madrid, -0,8%. Più simili a Milano risultano Parigi, -0,38%; Londra, -0,36%; Francoforte, -0,33%.

La fiducia degli investitori nella zona euro è migliorato ad inizio settembre nonostante i timori legati alla minaccia coreana ed all‘impatto potenziale dell’allargamento dello scandalo sulle emissioni in Germania e gli sviluppi legati all‘andamento dell‘economia Usa. Secondo un sondaggio Sentix con base a Francoforte, l‘indice nella zona euro è salito a 28,2 punti da 27,7 punti di agosto.

Attesa oggi per la pubblicazione degli indici Pmi servizi di agosto della zona euro da cui potrebbe emergere una conferma del quadro di ripresa della congiuntura. Per quel che riguarda l’Italia le attese sono per un indice in lieve calo dal record da dieci anni registrato in luglio (a 55,5 punti da 56,3).

STOP DI VOLKSWAGEN ALLA VENDITA DI DUCATI

Nuovo schiaffo all’immagine di Volkswagen (+0,20%): la casa di Wolfsburg, assieme a due jv locali, dovrà ritirare in Cina 1.818.340 veicoli a causa di problemi alla pompa della benzina.

Intanto, secondo Reuters, la forte opposizione dei sindacati che siedono nel board del gruppo mette a rischio la cessione di Ducati. Per la casa bolognese controllata da Audi sono state presentate cinque offerte attorno a 1,5 miliardi di euro. Le vendite di nuove auto in Germania sono salite del 3,5% ad agosto a circa 253.500 veicoli.

ATTESA PER LA BCE, STABILE LO SPREAD

Seduta tranquilla per l’obbligazionario italiano anche per la giornata festiva sulle piazze Usa: lo spread sul Bund si mantiene sotto quota 170 punti base. Il tasso sul Btp decennale è oscillato entro pochi centesimi, tra un massimo di 2,07% in apertura e un minimo di 2,04%. Gli operatori si preparano per il meeting Bce di giovedì della Bce. Francoforte potrebbe dare i primi dettagli concreti su come si svolgerà, dopo la fine dell’anno, il processo di progressiva riduzione del Qe.

Ma l’attuale forza dell’euro potrebbe far orientare la Banca centrale verso un percorso di riduzione del programma il più graduale possibile. Secondo i dati odierni della Bce, gli acquisti di titoli del settore pubblico italiano nell’ambito del Qe sono calati in agosto a circa 7,7 miliardi, dai 9,6 del mese precedente: un andamento che si lega al generale calo degli acquisti nel mese di maggiore rallentamento dell’attività di mercato. In agosto il programma di Qe avanzato di circa 50 miliardi a fronte del target mensile di 60.

La Spagna metterà a disposizione degli investitori fino a 5,25 miliardi di euro in quattro diversi titoli di Stato nell‘asta di giovedì 7 settembre.

VENTI DI GUERRA, RIPARTE LEONARDO

Sul listino delle blue chip di Piazza Affari i cali sono diffusi in tutti i settori con alcune, poche, eccezioni, fra le quali spicca Leonardo, in rialzo del 3,8%5, con volumi oltre tre volte e mezzo la media mensile, accelerando il movimento di recupero sulle suggestioni di un generale incremento delle spese per la Difesa dopo le provocazioni di Pyongyang. Seduta sugli scudi per Stm (+1,2%) che risale sui massimi di chiusura da inizio giugno appena sotto i 15 euro. Tra le small cap è volata Eems, in rialzo del 23,7%.

ITALIA-FRANCIA: VOLA FINCANTIERI, SCIVOLA TELECOM

Destini diversi per i titoli oggetto dei vari dossier aperti tra Italia e Francia. Fincantieri è balzato del 7,3% dopo le parole distensive giunte nel fine settimana dal ministro dell‘Economia francese, che incontrerà Padoan l‘11 settembre. Mediobanca (neutral, target price 1,13 euro) è ottimista sull’intesa, mentre tra i più scettici c’è Banca Akros (neutral, target price 1,1 euro).

Netto ribasso invece per Telecom Italia (-1,4%). Banca Imi mantiene una visione positiva sul titolo (buy, target price 1,08 euro) dichiarando che l’azione è “sottovalutata”, considerando i fondamentali, e che i timori sulle minacce competitive legate a Open Fiber e Iliad sono “eccessivi”. Dall’inizio dell’anno il titolo Telecom Italia perde il 7% ed è una delle peggiori blue chip di Piazza Affari.

Giù anche Mediaset (-1,4%). Il titolo ha iniziato il ribasso dopo che è emerso che la richiesta danni di Mediaset a Vivendi ammonta a complessivi 3 miliardi di euro. In mancanza di un accordo, la prossima udienza sarà il 19 dicembre. Ubs (rating sell) abbassa il target price a 2,95 euro ed Equita a 3,6 euro (rating hold).

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HSBC PROMUOVE DIVIDENDO E VENDITE DI GENERALI

Banche deboli come in Europa (-0,9% l’indice Stoxx). Banco Bpm chiude in fondo al paniere Ftse Mib con una perdita del 2,3 % seguito da Bper -1,5%. Unicredit -0,4%, Intesa -0,2%.

Fra le assicurazioni spicca il rialzo di Generali (+0,6%), promossa a Buy da Hold da Hsbc. Secondo la banca d’affari, il gruppo ha rendimenti sul dividendo maggiori rispetto alla media di settore e un rapporto tra prezzo e utili più basso. Nel report firmato dall’analista Dhruv Gahlaut si afferma anche che le risorse in arrivo dalle dismissioni potrebbero essere superiori al miliardo di euro, l’obiettivo che la compagnia si è data. Unipol -0,8%.

RETROMARCIA DI EXOR E FCA. LA BOMBA FRENA IL LUSSO

Movimenti più consistenti fra i titoli industriali. Dopo i balzi della settimana scorsa, arretra la scuderia Agnelli: Fiat Chrysler scende dell’1,3%, Exor -2,2%, colpite dai realizzi dopo le parole di Sergio Marchionne che ha detto di non aver ricevuto alcuna offerta e che non sta lavorando a nessun “grande accordo”, mentre ha ribadito i piani di spinoff per la componentistica.

Ferrari, invariata, recupera dopo le perdite della mattinata e le delusioni per l’esito del GP di Monza. Due broker hanno proiettato ieri il prezzo obiettivo oltre i 100 euro. Fidentiis ha confermato il giudizio Buy, portando il prezzo obiettivo a 111,50 euro, da 85 euro. Anche Equita ha confermato il Buy, portando il target a 110 euro da 85 euro. Cnh Industrial -0,2%.

Le tensioni geopolitiche fanno male al turismo e di conseguenza rischiano di incidere negativamente sulle vendite dei generi di lusso: Ferragamo perde l’1,5%, Moncler-0,7%. Société Générale ha rafforzato il giudizio Buy, alzando il prezzo obiettivo a 28 euro da 27 euro. Yoox -1,7%.

VERSO IL FLOP L’OPA SU CALTAGIRONE EDITORE

Corre Caltagirone Editore (+13,6%) molto sopra il prezzo d‘Opa (1 euro) sotto la pressione degli acquisti dei fondi (tra cui Amber che detiene oltre il 5% del capitale). L’Offerta volontaria promossa dalla famiglia Caltagirone per togliere le azioni dalla Borsa sembra destinata a fallire.

Poco mosse le utility: Enel -0,5%. Il colosso energetico è pronto a investire fino a 300 milioni di euro nei prossimi tre anni per incrementare l’uso dell’auto elettrica. Snam -0,1%. Scendono De’Longhi (-4%) e Piaggio (-2,1%). Astaldi +3,5% e Maire Tecnimont +3,4%.

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