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Nazionalizzazione Autostrade: la Salerno-Reggio è il modello?

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Come può uno Stato senza tecnici gestire autostrade?“: se lo chiede durante un’intervista al Sole 24 Ore il giurista emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, tutt’altro che tenero di fronte alle ipotesi di nazionalizzazione di Autostrade sostenuta soprattutto dai Cinque Stelle.

“Non dimentichiamo – aggiunge Cassese – in quali condizioni è stata ed è la Salerno-Reggio Calabria, che è in gestione diretta dello Stato”.

Dopo tragico crollo del Ponte Morandi a Genova proseguono le indagini degli inquirenti volti ad accertare come e perché e per colpa di chi è avvenuta una tragedia che è costata la vita a 43 persone. La Guardia di Finanza ha acquisito nuovi video dai quali si evince la rottura di un tirante, ma il Procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, ha reso noto che al momento non ci sono indagati.

Nel frattempo il Governo va avanti per la sua strada e sul Corriere della sera il premier Giuseppe Conte chiede ad Autostrade di pagare almeno quattro volte tanto quanto ha offerto (mezzo miliardi di euro). In ogni caso, dopo il Consiglio dei Ministri straordinario che ha già stanziato nuove risorse per gestire l’emergenza di viabilità e trasporti, l’Esecutivo pensa al futuro. Si parla di investimenti massicci su infrastrutture e sicurezza, ma anche e soprattutto di nazionalizzazione. Un’ipotesi quest’ultima che però non sembra vedere d’accordo le due “teste” del Governo.

Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli non pare aver cambiato idea sulla sua proposta che, secondo lui, riporterebbere “ricavi e margini in capo allo Stato attraverso i pedaggi, da utilizzare per rafforzare qualità dei servizi e sicurezza delle nostre strade”. Il suo ministero ha già inviato ad Autostrade per l’Italia (di cui oggi si riunisce il cda) la lettera di contestazione annunciata nei giorni scorsi, “concedendo” alla società 15 giorni di tempo per fornire le relative controdeduzioni in relazione al crollo del Ponte.

D’accordo in apparenza anche il vicepremier della Lega Salvini: “Nazionalizzazione? Guardando i bilanci, rispondo di sì: io non sono pro e contro Autostrade o Benetton. Non sono contro i privati, ma in questo caso il privato ha fatto un disastro. Quello che faremo noi sarà dettato non da voglia di vendetta ma di giustizia”.

A frenare sull’ipotesi nazionalizzazione è invece il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti che si dice “non convinto” dall’idea, Mentre l’ipotesi appare fuori discussione per Forza Italia.

In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore è il professore Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale ad invitare alla calma e alla riflessione su una scelta che potrebbe cambiare radicalmente il volto della rete autostradale italiana. E non in meglio.

Il costituzionalista ricorda che a costruire e collaudare la Genova-Savona fu la vecchia Anas. La gestione passò poi in capo ad Autostrade. Nazionalizzare significherebbe ridare tutto in mano alla nuova Anas. “In tal caso – spiega il professore nell’intervista rilasciata al quotidiano economico della Confindustria – vi sarebbe il paradosso che l’autostrada ritorna nelle mani di chi l’ha costruita”.

Cassese si concentra poi su altri due temi importanti: i risultati ottenuti dal pubblico e dal privato e le risorse che il primo, purtroppo, non ha più. “Non dimentichiamo che la costruzione dell’Autostrada del Sole, fatta dalla società Autostrade, viene considerata uno dei grandi successi della imprenditoria italiana, in particolare di Cova; 755 kilometri di autostrade costruite in meno di otto anni, su un territorio orograficamente difficilissimo”, spiega il giudice. E lo Stato? “Non dimentichiamo, invece, in quali condizioni è stata ed è la Salerno-Reggio Calabria”, sottoposta a gestione diretta dello Stato.

Ma l’esempio tutt’altro che incoraggiante della Salerno-Reggio non è l’unica cosa sui cui si dovrebbe riflettere, secondo Cassese: “Il ministero dei Lavori pubblici – ora delle Infrastrutture e dei trasporti – ha prima visto la fuga dei tecnici (lo storico Guido Melis ha documentato questo fenomeno), poi ha avuto il colpo finale con l’istituzione delle regioni, nel 1970, quando si dissolse il Genio Civile, che tanto bene aveva fatto nel passato”.

“Uno Stato senza tecnici, come può gestire autostrade?” – si chiede Cassese – Quindi, prima una cura di vent’anni, per riportare nello Stato capacità, per premiare dipendenti maltrattati dallo “spoils system”, per incentivare i migliori”.

Intanto

 

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Categories: Economia e Imprese