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Libro o ebook: quanto deve essere lungo nell’era della fretta?

Lungo quanto? Dilemma o non-sense?

Si può senz’altro rispondere come l’oracolo di Delfi: dipende. Se si scrive per la gioia di scrivere e per quella del proprio fan club, questa domanda non ha senso. Se si scrive per il mercato e se la scrittura è la professione allora ha un senso e merita una riflessione. Questa riflessione parte anch’essa da un quesito: una persona che ha un lavoro, una famiglia, ama il cinema, segue l’attualità, non disdegna la televisione e gioca anche a golf quanto tempo può dedicare ai libri? Purtroppo una statistica del genere non c’è e bisogna andare a intuito: diciamo ottimisticamente 4 ore alla settimana? Disponiamo di alcune statistiche per gli Stati Uniti elaborate dal Bureau o Labour alle quali rimandiamo. Non è che gli americani siano pazzi per la lettura.

Qualcosa di confortante c’è. Nonostante la concorrenza brutale degli altri media (vecchi e nuovi) il tempo che le persone dedicano ai libri non è diminuito con l’irruzione tellurica di Internet nel mercato dell’intrattenimento e dell’informazione. È già qualcosa, ma quanto durerà?

A questo proposito ci sono due fattori da tenere in considerazione: l’offerta di titoli pubblicati e la concorrenza degli altri media. Si sa che egli Stati Uniti l’offerta di letteraturalong form” è decuplicata dal 2003 al 2013, quando sono stati pubblicati 1,4 milioni di titoli, secondo Bowker che distribuisce gli ISBN in USA. Un salto enorme che disegna uno scenario nel quale gli scrittori devono lottare per ricevere l’attenzione di lettori sempre più erratici e anche fronteggiare la competizione di altre forme di lettura e passatempo (blog, testate letterarie online, film, videogiochi ecc.) che oggi vengono consumati tutti nello stesso modo: su un video collegato a Internet. Se si vuol passare dalla lettura alla visione di un film o all’ascolto della musica basta un ordine vocale e il contenuto è servito. Gli effetti del “touch to go” sono più devastanti di quelli del telecomando quando entrò nell’uso delle famiglie.

Il tempo ad ogni costo

In questo ambiente pieno di incognite e di sfide, un dato certo c’è, almeno che i laboratori di Google non inventino qualcosa che lo disintegri. In un minuto una persona legge 200 parole. Per completare Guerra e Pace ci vogliono 61 ore e 8 minuti. Per La coscienza di Zeno occorrono 16 ore e 47 minuti. Contro il giorno di Thomas Pynchon richiede 53 ore e 31 minuti. Chi vuol andare un po’ più in fretta può prendere Il Piccolo Principe ed esserne fuori in 2 ore. La lettura di libri è l’attività che richiede più tempo libero per unità di consumo e non può essere svolta in multitasking o in movimento. Richiede alla persona un investimento importante del proprio tempo. Altre attività come la visione di un film o la lettura di un quotidiano sono meno voraci di tempo. Proprio per questo chi scrive per mestiere deve porsi il problema di quanto tempo esige dal proprio cliente.

La questione del tempo è più importante di quanto comunemente si creda. Gli “americani vanno sempre di fretta” commentò Alexis de Tocqueville 150 anni fa. Adesso la fretta è il modus vivendi dei cittadini delle economie sviluppate. Nessuno vuol più buttare il tempo, foss’anche un’entità infinitesimale. Una ricerca di Google ha rilevato che la gente tende ad evitare un sito più lento di 250 millisecondi del concorrente. Un quinto degli utenti di Internet abbandona un video se impiega più di 5 secondi a caricarsi. Si calcola che negli Stati Uniti, tra il 1985 e il 2005, il tempo libero di una persona con un titolo di studio sia diminuito di 6 ore alla settimana. Per le donne si sale a 11 ore. Forse il tempo è diventato la risorsa di maggiore rilievo delle persone.

Che cosa rappresenti il tempo nelle nuove economie digitali è trattato in modo interessante in un recente saggio di una studiosa della London School of Ecomomics, Judy Wajcman, pubblicato con la Chicago University Press con il titolo Pressed for Time: The Acceleration of Life in Digital Capitalism (8 ore di lettura, troppe!).

Se prendiamo il numero di parole come unità di misura del tempo di lettura, l’attuale produzione di libri ed ebook può essere suddivisa in due categorie: long form e short form.

Short form

Si parla di short form per pubblicazioni sotto le 20mila parole che impegnano in una lettura di circa 100 minuti. La short form, scomparsa con l’avvento dell’editoria per il mercato di massa dopo aver vissuto una stagione incredibile nell’800 e nella prima metà del 900, sta trovando un vero e proprio rinascimento con gli ebook. Racconti, saggistica breve, pamphlet, poesia, inchieste di attualità e long journalism si sono riversati in ebook a tal punto che Amazon ha aperto un negozio specifico per questa flusso di titoli “short form”, il Kindle Single Store. Sono contenuti che si esauriscono in un’ora, un’ora e mezzo, il tempo di visione di un film, che potrebbe essere una buona unità di misura per chi produce contenuti per i nuovi media.

La dimensione ideale per un racconto da pubblicare in ebook è tra 5 e 10 mila parole. La stessa dimensione va bene per un pamphlet. Un saggio breve può estendersi tra 15 e  20 mila parole, mentre un testo d’inchiesta, d’attualità o di long journalism può estendersi tra 10 e 15mila parole. Alcuni articoli di magazine come “The New Yorker” già raggiungono questa estensione. Un recente articolo di Ian Parker su Sir Jonathan Ive supera le 16mila parole e richiede un’ora e mezza di lettura.

Long Form

Per i titoli long form, ancora la quasi totalità del mercato, viene da domandarsi quale potrebbe essere l’estensione ideale per poter incontrare le aspettative prima degli agenti, poi degli editori e infine del pubblico? È un interrogativo per il quale qualcuno ha cercato di trovare una risposta. C’ha provato Chuck Sambuchino, che tiene un blog che aiuta gli autori a rapportarsi con le agenzie letterarie. La risposta non è univoca ma è legata al genere letterario e all’età del pubblico per il quale si scrive.

Romanzi per adulti. L’estensione ideale è tra 80 e 90mila parole (7ore e mezzo di lettura). Si sta parlando di romanzi di genere letterario, femminile, thriller, giallo, horror, rosa, mystery. In dettaglio:

80-90mila parole: ideale

90-100mila parole: abbastanza sicuro

70-80mila parole: troppo corto, probabilmente accettabile

100-110mila parole: troppo lungo; probabilmente accettabile

Sotto le 70mila parole: troppo breve

110mila parole o più: troppo lungo

Per titoli del genere Chick lit sono O.K. anche titoli sotto le 70mila parole

Genere fantascienza e fantasy. I titoli di questo genere sono generalmente più lunghi dei romanzi standard. Per questa ragione l’estensione ideale sale tra 100 e 115mila parole (8-9 ore e mezzo di lettura). Gli scrittori sanno che il pubblico si attende titoli di maggiore estensione dello standard e pertanto tendono ad esagerare. Occorre porre attenzione a non farsi prendere la mano

Libri per ragazzi e giovani adulti. Sebbene i testi destinati a questo target hanno preso la tendenza ad allungarsi negli ultimi anni, l’estensione ideale è tra 20 e 55 mila parole per i ragazzi compresi tra 11e 15 anni e tra 20 e 35mila parole per i ragazzi sotto gli 11 anni. Nel comparto young adults c’è molta flessibilità. Per gli scrittori esordienti un intervallo ideale è tra 55 e 70mila parole. Alcuni agenti consigliano anche 80mila parole, ma questo tetto appare piuttosto fuori misura a Chuck Sambuchino.

Altri generi. Libri illustrati: 500-600 parole; Memorie: 50-80mila parole.

Chuck Sambuchino conclude con queste parole che potrebbe essere fatte nostre: “Credo che non prendere in considerazione il tempo di lettura, da parte di chi scrive per il mercato, sia oggi l’eccezione e non la regola. Come penso che non esista nessuno che voglia precludersi la possibilità di costruire un bestseller”. Potrebbe averlo scritto Alexis De Tocqueville 150 anni fa lasciando l’America da Boston.

Il tempo sì ad ogni costo
Che aspetta noi per essere nostro
Il tuo e il mio, che non è nostro
E va…

(Da Il Tempo di Charles Aznavour )

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Tags: Ebook