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L’euro debole spinge le Borse, Bot record

Borse europee ai massimi, favorite anche da un euro in calo e sfonda al ribasso quota 1,06 sul dollaro. Mentre il governo rinvia a stasera la definitiva approvazione del Def (Documento di Economia e Finanza), il Tesoro fa il pieno con l’asta Bot a 12 mesi e raccoglie 6,5 miliardi a rendimenti sempre più vicini allo zero. Se infatti il rendimento netto scende a 0,013% contro il precedente 0,079%, entra addirittura in terreno negativo se si sottraggono, come ha fatto AssiomForex, le commissioni (-0,138).

La mattinata è partita tranquilla sulle piazze finanziarie che hanno mantenuto un andamento lento ma su valori ai massimi degli ultimi 15 anni. A metà mattina l’FTSEurofirst 300 è salito dello 0,44% a 1.637,32 punti, portando il suo progresso da inizio anno al 20%. A metà giornata il Dax guadagna l’1,2%, Parigi lo 0,49% e Londra lo 0,3%. Milano intorno all’una viaggiava su un +0,38% a quota 23.895 un livello che si pone ai massimi da oltre cinque anni e che mette nel mirino un ulteriore salita a quota 24.000, intoccata dal gennaio 2010.

Euro sempre più debole. L’euro ha toccato quota 1,058 sul dollaro (-0,75%) e nella settimana ha perso il 2,7% sul biglietto verde. Il calo della divisa unica nell’ultimo anno gioca in favore della ripresa dell’Eurozona. Gli strategist valutano che un calo del 10% del valore dell’euro rispetto ad un basket di altre valute si possa tradurre in un aumento dei profitti in Europa del 6-8%. Con la moneta unica in ribasso del 16% rispetto alle altre divise, la stima è di un rafforzamento dei profitti del 10-13%.

Le recenti flessioni dell’euro sono state innescate dalle indicazioni contenute nei verbali dell’ultimo meeting della Federal Reserve dal quale è emerso che una buona fetta del direttivo si è espressa per un rialzo dei tassi, il che va nella direzione di un rafforzamento della divisa Usa. I futures sugli indici di Wall Street, non a caso, fanno pensare a un avvio di seduta all’insegna dell’incertezza.

Piazza Affari si muove in moderato rialzo al termine di una mattinata caratterizzata da andamento piuttosto lento con volumi che a metà mattina si orientano su un controvalore di circa 1 miliardo di euro.

Nella mattinata milanese, A2A +1,1% si è mossa in deciso rialzo, sebbene sotto i massimi, dopo la presentazione del piano industriale al 2019.

Mediaset non arresta la corsa: il gruppo è al centro di ipotesi di stampa riguardanti le mosse di Vivendi che avrebbe messo da parte l’interesse su Sky. In linea con il titolo del Biscione si muove Mediolanum +1,89%: secondo la Repubblica, la quota di Fininvest sarebbe in vendita nell’ambito delle dismissioni in casa Berlusconi.

Cauti acquisti sulle banche. Il paniere avanza dello 0,3% circa, con Unicredit baldanzosa a +1,25% e Intesa SanPaolo piatta a +0,19%. Qualche realizzo sulle popolari, al centro di indiscrezioni di stampa sul risiko delle aggregazioni.

Ma il vero balzo in avanti lo ha fatto il risparmio gestito con Anima +7,03% al galoppo sui rumour riguardanti un possibile sblocco della quota posseduta da MontePaschi che potrebbe finire a Poste Italiane. Perché l’operazione possa andare in porto serve il via libera di Bpm che terrà domani l’assemblea: da lì potrebbero arrivare nuovi dettaglia. In scia Azimut +2,75%.

Gli energetici restano positivi. Eni è cauta. Fanno meglio Saipem e Tenaris.

Non si arresta la corsa del lusso: in evidenza Ferragamo e Tod’s, meno vivaci Moncler e Yoox.
Spunti per Stm, Luxottica e Finmeccanica.

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