E’ durato poco quel respiro di distensione che ha percorso i mercati nella giornata di ieri sulla speranza di un contenimento del conflitto in Medio Oriente. Siamo al quinto giorno di attacchi reciproci tra Iran e Israele e a far paura nella notte è stata l’esortazione di Donand Trump agli iraniani a evacuare Teheran, dopodichè ha annunciato di voler interrompere la sua visita al vertice del G7 e ha convocato il Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Il primo a reagire è stato di nuovo il petrolio, balzato di quasi il 2% nelle ore asiatiche, portando i guadagni al 7,5% dall’inizio del conflitto venerdì. Anche i futures statunitensi sono scesi, mentre le valute sono rimaste relativamente stabili e l’euro è a 1,1560 dollari. La preoccupazione per i mercati e il mondo rimane quella di un possibile coinvolgimento degli Stati Uniti, che potrebbe amplificare il conflitto.
In mezzo al trambusto geopolitico, gli investitori si stanno preparando per una serie di riunioni delle banche centrali questa settimana, a partire dalla Banca del Giappone, che oggi ha deciso di mantenere i tassi di interesse invariati, come ampiamente previsto.
La paura per l’ampliamento del conflitto. Tutto lo staff di Trump nella Situation Room
Ha fatto paura l’avvertimento di Trump di evacuare immediatamente la capitale iraniana. Il timore è ovviamente un coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra, mente tutti cercano di far abbassar i toni. Un collaboratore della Casa Bianca ha affermato che non è vero che gli Stati Uniti stiano attaccando l’Iran, riporta Reuters. Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha dichiarato a Fox News che Trump mira a un accordo con l’Iran sulle attività legate al nucleare, e ha affermato che gli Stati Uniti difenderanno le proprie risorse nella regione. Trump ritornerà a Washington senza partecipare alla seconda giornata del summit del G7, per “occuparsi di questioni molto importanti” chiedendo a tutto lo staff della Casa Bianca per la sicurezza nazionale di riunirsi nella Situation Room.
I leader mondiali, riuniti al vertice del G7 in Canada, hanno chiesto una de-escalation del peggior conflitto di sempre tra i nemici della regione, affermando che l’Iran non dovrà mai possedere un’arma nucleare e ribadendo al contempo il diritto di Israele a difendersi. Ieri, in un incontro telefonico, i ministri degli Esteri europei hanno chiesto alla controparte iraniana di riprendere i negoziati sul nucleare con gli Stati Uniti e di astenersi dall’inasprire il conflitto con Israele. Il ministro degli Esteri iraniano ha risposto che la priorità di Teheran è per ora confrontarsi con Israele, secondo una fonte diplomatica francese.
Intanto ondate di droni e missili russi hanno colpito i quartieri della capitale ucraina Kiev all’alba stamane in quello che è stato definito uno dei più grandi attacchi alla città da quando la Russia ha lanciato l’invasione su vasta scala nel febbraio 2022. L’attacco russo ha colpito 27 località nei pressi della capitale, uccidendo 14 persone e ferendone 44, secondo il ministero dell’Interno.
Asia, la Boj lascia i tassi invariati e rimodula l’obbligazioario
Le borse asiatiche mostrano una certa compostezza agli eventi geopolitici e concentrano l’attenzione sulle decioni della Banca del Giappone che stanotte ha annunciato di lasciare invariati i tassi di riferimento allo 0,50%, in linea con le stime degli analisti, e ha confermato una riduzione del piano di acquisto dei bond, a 200 miliardi di yen (1,2 miliardi di euro) per trimestre, a partire dal prossimo anno fiscale. Al termine della riunione di due giorni il comitato guidato dal governatore Kazuo Ueda si è espresso a favore del mantenimento dello status quo, in scia alla contrazione del Pil nel secondo trimestre, e il continuo stallo sui negoziati con l’amministrazione Trump a Washington, per tentare di contenere l’impatto dei dazi sul commercio globale. Indice Nikkei di Tokyo in rialzo dello 0,5%. Yen a 144,4 su dollaro, sui livelli di ieri.
La giapponese SoftBank Group Corp. ha raccolto circa 4,8 miliardi di dollari dalla vendita di azioni della statunitense T-Mobile US Inc. , una mossa che contribuisce a finanziare i grandiosi piani dell’azienda per l’intelligenza artificiale. Il gruppo tecnologico con sede a Tokyo ha venduto 21,5 milioni di azioni T-Mobile a 224 dollari ciascuna – un prezzo che si colloca al minimo dell’intervallo tra 224 e 228 dollari stanotte e rappresenta uno sconto del 3% rispetto al prezzo di chiusura di T-Mobile US di lunedì, pari a 230,99 dollari per azione. Le azioni di T-Mobile sono scese del 3,9%
In Cina, lo Hang Seng di Hong Kong è invariato. CSI 300 dei listini di Shanghai Shenzhen in calo dello 0,2%. Taiex di Taiwan +0,3%. Salgono le azioni delle società dei semiconduttori per l’intelligenza artificiale. Comprati anche i titoli delle compagnie cinesi che si occupano di tecnologia di interfaccia cervello-computer, dopo che il primo studio clinico del paese su queste applicazioni ha mostrato i primi segni di successo. Il Financial Times riporta che i colloqui tra la Cina e l’Unione Europea non stanno andando bene, rischia di saltare il vertice dei leader UE-Cina fissato per il 24-25 luglio a Pechino.
Alla Borsa di Seul, l’indice Kospi è in calo dello 0,5%. Il valore del mercato azionario della Corea del Sud ha riguadagnato in questi giorni la soglia dei 2.000 miliardi di dollari, non succedeva da tre anni.
I prezzi del petrolio sono in salita sulle preoccupazioni per possibili interruzioni dell’offerta di greggio. I futures sul Brent crescono dello 0,85% a 73,85 dollari al barile, mentre quelli sul Wti dello 0,90% a 70,88 dollari al barile. L’Iran è un importante produttore di petrolio ed è membro dell’Opec. Il prezzo dell’oro, bene rifugio per eccellenza, invece, storna (futures -0,18% a 3.411 dollari l’oncia).
Ieri Wall Street aveva chiuso in rialzo. Pressioni sull’obbligazionario
Ieri le azioni statunitensi hanno chiuso in rialzo nella speranza che si profilasse una tregua tra Israele e Iran, con l’Iran che aveva chiesto a Trump di imporre un cessate il fuoco e il primo ministro israeliano che aveva detto che il suo paese era sulla “strada verso la vittoria”.
Teheran ha chiesto a Qatar, Arabia Saudita e Oman di fare pressione su Trump affinché usi la sua influenza su Israele per accettare un cessate il fuoco immediato , in cambio della flessibilità dell’Iran nei negoziati sul nucleare, hanno riferito alcune fonti a Reuters.
Il listino USA ha portato a casa un guadagno dello 0,75% sul Dow Jones; sulla stessa linea, giornata di guadagni per l’S&P-500, che termina la giornata a 6.033 punti. In rialzo il Nasdaq 100 (+1,42%); sulla stessa tendenza, sale l’S&P 100 (+0,98%). Tra i protagonisti del Dow Jones, Intel (+2,98%), Goldman Sachs (+2,33%), Nike (+2,26%) e Dow (+2,24%). Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su McDonald’s, che ha terminato le contrattazioni a -1,86%.
Mentre le azioni hanno mostrato una certa tenuta, i titoli di stato hanno ripreso a scendere, spingendo i rendimenti su tutte le scadenze da due a sei punti base nel tardo pomeriggio di New York sulle preoccupazioni che i prezzi del petrolio in rialzo possano far salire l’inflazione e ampliare il deficit di bilancio degli Stati Uniti. Gli operatori richiedono dunque un premio più elevato sulle scadenze più lunghe. Dopo che la vendita del debito trentennale , seguita con attenzione la scorsa settimana, ha registrato una domanda superiore alle aspettative, l’asta ventennale. Il rendimento del 4,942% ha raggiunto il livello indicato, e ai non-dealer è stato assegnato l’86,6%, leggermente migliore rispetto alle vendite recenti. I rendimenti a due anni sono saliti di circa due punti base al 3,97%, poiché gli operatori hanno ridotto le scommesse sull’allentamento della Fed.
Gli investitori attendono la decisione di politica monetaria della Federal Reserve statunitense domani, quando si prevede che i responsabili delle politiche manterranno invariati i tassi di interesse.
Secondo i dati LSEG, i mercati monetari non si aspettano che la Fed tagli i tassi prima di settembre, stimando una probabilità del 61,1% per un taglio di almeno 25 punti base. E’ previsto che la Fed pubblichi anche un aggiornamento trimestrale delle proiezioni economiche e dei tassi di interesse, noto come dot plot.
Borse europee viste aprire in calo
Le borse europee attese aprire in calo sulla base dell’indicazione di un -0,67% del futures sull’Eurostoxx50.
Unicredit/Banco Bpm. Il governo italiano ha risposto alle osservazioni della Commissione Europea sulle clausole golden power imposte a Piazza Gae Aulenti per l’offerta sul Banco, affermando che il risparmio domestico è questione di sicurezza nazionale.
Nexi. Mercury ha ridotto la quota al 3% dal 9,4%
Lottomatica. Gamma Intermediate ha concluso un accelerated bookbuilding (abb) per vendere la sua intera partecipazione del 21,3% a 22,5 euro per azione e uscire così dal capitale della società attiva nel settore del gaming e dei servizi per scommesse.
Snam. Berenberg ha aumentato il target price da 4,90 a 5,30 euro e ribadito il rating hold.