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Le Borse chiudono un agosto d’oro ma molte stelle barcollano

Imagoeconomica

Il mese dei record: quattro nelle ultime cinque sedute per lo S&P 500, cinque nelle ultime sei per il Nasdaq. Agosto si chiude in positivo per le Borse internazionali, nonostante le perdite registrate nell’ultima seduta. A correre più di tutti è il Nasdaq, che nell’ultimo mese ha registrato un rialzo di quasi il 4%.

Milano archivia il mese più caldo dell’anno con un rialzo dell’2,55%, mettendo a segno una delle migliori performance tra le maggiori piazze d’Europa insieme ad Amsterdam. Guadagnano oltre un punto e mezzo percentuale Francoforte e Madrid, mentre Parigi è leggermente più arretrata (+0,8%).

La seduta di oggi si chiude invece all’insegna dell’incertezza. A pesare è soprattutto il dato sull’inflazione dell’Eurozona, che ad agosto ha fatto un balzo del 3% tendenziale, l’aumento più rapido da novembre 2011. A far da contraltare per l’Italia c’è però il dato sul Pil del II trimestre, salito del 2,7% sui tre mesi precedenti e del 17,3% sul II trimestre del 2020. In questo contesto Piazza Affari limita i danni (-0,06%) e conserva quota 26mila punti. Fanno peggio le altre Borse con Francoforte e Madrid, che segnano rispettivamente -0,56% e -0,46%. Parigi cala invece dello 0,3%. Fuori dall’Unione Europa Londra segna -0,46%. 

Dall’altra parte dell’oceano Wall Street frena dopo i record dei giorni precedenti, zavorrata dal dato sulla fiducia dei consumatori. Ad agosto l’indice redatto dal Conference Board, gruppo di ricerca privato, è sceso dai 125,1 punti di luglio (rivisto dall’iniziale 129,1) a 113,8 punti, la lettura più bassa da febbraio. Gli analisti attendevano un dato a 124 punti. La componente che misura le aspettative per il futuro è scesa da 103,8 a 91,4 punti, quella sulla situazione attuale è diminuita da 157,2 a 147,3 punti. Sul fronte azionario da segnalare è soprattutto il crollo di Zoom (-16%) che, pur registrando ricavi e utili sopra le attese, ha mostrato una crescita più lenta rispetto a quella registrata nella fase più acuta della pandemia. Prese di beneficio su Globalstar (-15,6%), dopo il boom (+64%) della vigilia. Gira in positivo invece Robinhood (+1,36%) nonostante il presidente della Sec, l’autorità di controllo della Borsa, abbia annunciato che è in discussione la possibilità di vietare la controversa pratica del pagamento per flusso di ordini. 

Tornando a Piazza Affari, dopo una mattinata incolore nel pomeriggio si ridesta il comparto bancario. Titolo migliore della giornata, non a caso, è Bper Banca (+1,54%). Si mettono in luce anche Intesa Sanpaolo (+1,2%), Banca Generali (+0,99%), Banco Bpm (+0,9%) e Unicredit (+0,65%). In rialzo anche Generali (+0,91%) e Diasorin (+1,23%). 

In coda al Ftse Mib c’è invece Finecobank, che cede il 2,3% dopo l’annuncio che, per la prima volta, la Banca d’Italia, d’intesa con il Single resolution board, ha comunicato il requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (Mrel). In precedenza Fineco rispettava i requisiti del gruppo Unicredit. I target devono essere raggiunti entro il primo gennaio 2024, con un livello obiettivo intermedio vincolante dal primo gennaio 2022. Nel dettaglio, il target Mrel è fissato al 18,33% del Trea (esposizione al rischio), che sale al 20,83% considerando anche il “Combined buffer requirement”, e al 5,18% dell’Lre (esposizione complessiva per la leva finanziaria), con target intermedio 2022 al 4,11%. Finecobank risulta già in parte in linea con questi obiettivi, dato che al 30 giugno 2021 rispetto al Trea (che per l’istituto è pari al Total capital ratio) è al 29,87% e sull’Lre (pari al Leverage ratio) è al 4,03%. 

In sofferenza anche il settore auto, con Pirelli e Cnh che segnano rispettivamente -1,44% e -1,51%. Limita i danni Stellantis (-0,5%), nonostante il Sole 24 Ore abbia scritto che, dopo Pomigliano e la Sevel di Atessa, anche lo stabilimento di Melfi, potrebbe chiudere temporaneamente a causa della carenza di chip.

Passando ai titoli di stato, lo spread tra Btp e Bund è in lieve rialzo a quota 108 punti base. Rendimenti poco mossi per i Btp e CcTeu assegnati oggi in asta. Il Tesoro ha infatti emesso la terza tranche del Btp con scadenza agosto 2026: l’offerta era pari a 2,5 miliardi, la richiesta ha superato i 3,6 miliardi, mentre il rendimento è sceso di 3 centesimi, scivolando in negativo sul mercato primario a -0,01%. Collocata anche la quarta tranche del BTp a 10 anni scadenza dicembre 2021. Le richieste sono state pari a 4,419 miliardi a fronte di un’offerta pari a 3,25 miliardi. Il rendimento si è attestato allo 0,67%. Infine, la quarta tranche del CcTeu, assegnata per 2 miliardi a fronte di una domanda totale pari a 2,917 miliardi, ha registrato un rendimento lordo dello 0,03%.

Poco mosso il petrolio, con il prezzo del brent che scende a 71,01 dollari (-0,5%). Stabile l’oro che si attesta a 1807.58 dollari l’oncia (-0,1%). Sul fronte valutario l’euro passa di mano a 1,1817 dollari da 1,1801 della seduta precedente.

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