X

L’attesa per le decisioni dell’Eurogruppo sulla Grecia e i timori per Lisbona indeboliscono le Borse

FIRSTonline

Borse europee poco mosse in attesa dell’Eurogruppo di oggi pomeriggio, complice anche Wall Street che viaggia debole. I principali listini europei riescono però a chiudere con il segno + con l’eccezione di Milano che cede lo 0,13% (ma Madrid ha perso l’1,24%). Il Dax sale dello 0,31%, il Cac dello 0,07, il Ftse 100 dello 0,09%. Alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones saliva dello 0,25% e il Nasdaq lasciava sul terreno lo 0,05%.

L’euro quota in lieve calo a 1,315 sul dollaro.

Mentre la Grecia ha completato le procedure tecniche dello swap con il ricorso alle clausole di azione collettiva, in agenda a Bruxelles c’è il via libera aglii aiuti alla Grecia e la discussione sul fondo Esm. Ma il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Junker ha spostato la decisione finale sugli aiuti a mercoledì. ”Nessun dubbio che gli aiuti alla Grecia arriveranno questa settimana”, ma ”la decisione finale dell’Euro working group si avrà mercoledì”, ha detto entrando alla riunione dove partecipa anche Mario Monti in veste di ministro dell’Economia. Così come non verrà presa nessuna decisione anche sui target di defcit della Spagna0. Intanto nell’Ecofin di domani si potrebbe tornare a parlare di Tobin Tax.

Torna a risalire leggermente lo spread Btp bund che si porta oltre 310 punti con rendimento al 4,88% dopo essere sceso a fine settimana scorsa sotto i 290. Domani il Tesoro colloca 12 miliardi di Bot, contro 8,25 in scadenza. L’offerta più robusta riguarda i 12 mesi (8,5 miliardi). Lo spread si mantiene comunque sotto il differenziale Bono-bund che viaggia a 328 punti circa. Nel frattempo la Bce ha fatto sapere che dopo tre settimane di pausa ha ripreso ad acquistare titoli di Stato dell’eurozona sul mercato secondario: la scorsa settimana sono stati acquistati bond per 27 milioni di euro. Domani Francoforte drenerà 218 miliardi per sterilizzare l’eccesso di liquidità creata con gli acquisti di bond. In giornata la Germania ha collocato titoli di stato semestrali per 3,5 miliardi di euro sui 4 miliardi prefissati, registrando un calo del rendimento allo 0,053% dallo 0,076% e una buona domanda di 1,6 volte l’offerta.

Sul fronte macroeconomico in avvio di seduta ha giocato un ruolo negativo la notizia dell’aumento del deficit commerciale cinese a febbraio, segnale di congiuntura in rapido deterioramento. A metà mattina, al contrario, ha avuto un benefico effetto la correzione al rialzo del Pil italiano (+0,5% contro la stima precedente +0,4%) per il 2011. In realtà, i dati Istat confermano la pesante caduta della domanda interna (-1%) solo in parte compensata dalla tenuta dell’export. E l’Italia si conferma ormai in recessione tecnica con il Pil in calo per il secondo trimestre consecutivo. Segnali positivi sulla crescita arrivano però dal superindice Ocse di gennaio: il dato è salito a 100,9 da 100,5 di dicembre e segnala un cambiamento positivo nel trend economico dell’area. Sebbene le economie trainanti dei Paesi Ocse rimangano Usa e Giappone, il cambio positivo potrebbe riguardare anche l’Eurozona il cui indice è salito di 0,2 punti a 98,7 e l’Italia che sale di 0,4 punti a 96,6. In calo il petrolio Wti in area 106,5 dollari al barile.

I rialzi sul Ftse Mib premiano Parmalat che, targata Lactalis, ha battuto le attese degli analisti, che sono stati colpiti positivamente soprattutto dai risultati del quarto trimestre e dall’aumento del dividendo. Il titolo balza di ben il 9,43%. La corsa degli utili sopra le attese assieme alla revisione al rialzo dei target 2012 ha galvanizzato anche Pirelli che, dopo diverse sospensioni al rialzo, sale del 7,23%. Bene anche Atlantia +2,79%, Impregilo +1,44% ed Eni +1,41%. Luxottica, che cede lo 0,44%, festeggia però il successo del nuovo bond da 500 milioni di euro che, nel giro di mezz’ora, ha fatto registrare richieste per 9 miliardi di euro da parte di 500 investitori. Si tratta di un ammontare di 18 volte più grande rispetto a quello deciso dal cda, il rendimento dell’obbligazione di 7 anni di durata si è attestato al 3,6% circa.

Le banche, che avevano intrapreso la strada dei rialzi, girano invece in negativo: Intesa cede l’1,64%, su cui pesano sempre i timori per un taglio del dividendo; Unicredit cede l’1,32%. A Piazza Cordusio la partita è aperta sul rinnovo del presidente. Il primo consiglio in agenda è il 27 marzo per l’approvazione dei conti 2011 ma non è escluso che sia già un’occasione per affrontare il tema caldo delle candidature. Mps cede il 4,96% con scambi oltre la media quotidiana degli ultimi 30 giorni sulle voci che la Fondazione avrebbe già iniziato a vendere una parte della quota in via di dismissione della banca. La Fondazione in mattinata ha poi fatto sapere che le negoziazioni con le controparti dei Total return swaps (Mediobanca e Credit Suisse) sono ancora in corso e spera si chiudano a breve, in modo che la Fondazione possa poi procedere a vendere la partecipazione. Intanto il 16 marzo dovrebbe arrivare l’ufficializzazione di Alessandro Profumo alla presidenza della banca con la definizione della lista di maggioranza da parte della Fondazione. In fondo al listino Campari, che scivola sui conti -5,81 ma anche Mediaset – 3,75% ed A2a -2,89% su un possibile stop ai dividendi. Crolla poi la galassia Ligresti: Fonsai cede il 6,16% e Premafin, sospesa per eccesso di ribasso, l’8,52%

Related Post
Categories: Finanza e Mercati