Dimenticate Cartier, Van Cleef & Arpels o Bulgari. In Cina, il lusso parla sempre più mandarino. Il nuovo oggetto del desiderio si chiama Laopu Gold, e nel giro di pochi anni sta compiendo ciò che fino a poco tempo fa sembrava impensabile: scalzare le grandi maison francesi dal trono della gioielleria d’alta gamma. Fondata a Pechino nel 2009, e già ribattezzata dai consumatori come “l’Hermès dell’oro” Laopu ha conquistato il pubblico cinese con una formula esplosiva fatta di artigianato imperiale, simbolismo culturale e rarità calcolata.
In meno di un anno dalla sua Ipo a Hong Kong, Laopu ha registrato un clamoroso +1.600% in Borsa, trasformandosi in una star del mercato e in un vero e proprio caso di culto.
E così, mentre le vendite di molti colossi occidentali rallentano, Laopu incanta con la forza del suo storytelling, l’eleganza del design e una strategia commerciale ispirata al collezionismo. Il mondo del lusso – da Parigi a Wall Street – ora guarda con attenzione verso Pechino.
Il successo di Laopu Gold
Il nome “Laopu” significa “vecchia bottega” e sintetizza alla perfezione la filosofia del brand ovvero quello di fondere il savoir-faire artigianale dell’oreficeria cinese con l’eleganza delle maison occidentali. I suoi gioielli, spesso in oro puro 24 carati, realizzati con tecniche antiche come la filigrana e il cesello, riprendono motivi classici della cultura cinese: dragoni, fenici, fiori di loto e zucche portafortuna.
La differenza con i gioiellieri tradizionali cinesi, che vendono oro a peso, è radicale. Laopu propone pezzi a prezzo fisso, giustificato da design esclusivi, tirature limitate e un forte valore simbolico. Una strategia che ha conquistato non solo la fascia alta del mercato, ma anche i cuori di una nuova generazione di acquirenti, sempre più interessata a prodotti che riflettano la propria identità culturale.
Dietro a questa rivoluzione c’è Xu Gaoming, fondatore e mente creativa del marchio. Uomo d’affari visionario e designer autodidatta, Xu ricopre contemporaneamente i ruoli di Chairman, ceo e Direttore dello sviluppo prodotto di Laopu Gold, dedicando circa il 70% del suo tempo al design e alla ricerca & sviluppo. Ma Xu non è solo l’anima creativa del brand: è anche il suo principale azionista.
Attraverso partecipazioni dirette e indirette, Xu Gaoming controlla complessivamente tra il 40% e il 45% del capitale della società. Detiene infatti tra il 13% e il 14% delle azioni di classe H e, insieme al figlio Xu Dongbo, è co-controllore della holding Hongqiao Jinji, che possiede un ulteriore 26–28% del capitale tramite piattaforme di incentivazione azionaria.
La corsa in Borsa: +1300% in un anno
Dopo un 2023 già promettente, Laopu Gold ha vissuto un 2024 da record. Con ricavi saliti a 8,5 miliardi di RMB (circa 1,1 miliardi di euro, +167%) e profitti triplicati a 1,47 miliardi di RMB, l’azienda ha consolidato il proprio status di astro nascente del lusso cinese.
Nei primi sei mesi del 2025, la crescita è ulteriormente accelerata con ricavi tra 12 e 12,5 miliardi di RMB e un’utile netto tra 2,23 e 2,28 miliardi (+279% su base annua). Numeri impressionanti, specie in un contesto in cui altri colossi del lusso, da Richemont a Kering, registrano cali a doppia cifra in Cina.
Nonostante un recente ritracciamento in Borsa legato a prese di profitto, il titolo resta tra i più performanti dell’intero listino di Hong Kong, con una capitalizzazione attorno ai 22 miliardi di dollari.
L’arte di farsi desiderare: quando l’attesa vale oro
Ma dietro il successo non ci sono solo i numeri. Laopu ha saputo costruire un’aura di esclusività intorno al proprio marchio. Le boutique, appena una quarantina in tutta la Grande Cina, sono concentrate solo in mall di fascia altissima, accanto a brand come Hermès e Tiffany. L’esperienza di acquisto è curata nei minimi dettagli dall’acqua Evian ai cioccolatini Godiva alle lounge VIP per i clienti altospendenti.
La produzione, volutamente limitata, alimenta la domanda e il desiderio. Durante il Capodanno Lunare 2024 si sono registrate code di 8 ore fuori dai negozi, con clienti disposti ad attendere per acquistare pezzi in edizione limitata. È la stessa strategia che ha reso iconiche le Birkin di Hermès, trasformare l’acquisto in un rito esclusivo.
Oro sì, ma con anima culturale
A distinguere Laopu non è solo l’artigianalità, ma anche la narrazione. Ogni collezione è legata a miti, simboli e racconti della cultura cinese. Un modo per trasformare il gioiello in un oggetto identitario, che celebra la tradizione in chiave contemporanea. Una formula vincente presso i consumatori benestanti cinesi, oggi più sensibili al richiamo delle proprie radici che all’ennesimo logo occidentale.
In un’epoca di incertezza economica, inoltre, l’oro viene poi percepito come bene rifugio. Ma Laopu riesce a coniugare valore d’investimento e significato culturale, diventando un’alternativa tanto alla speculazione sul metallo quanto alla pura ostentazione di status.
A trainare la popolarità del brand è stata anche la viralità sui social. Su Xiaohongshu e Douyin (TikTok cinese), centinaia di post e video mostrano clienti che sfoggiano pendenti, anelli e collane Laopu come fossero trofei culturali. Un fenomeno che ha generato un potente effetto Fomo (fear of missing out, la “paura di essere esclusi dall’esperienza) e reso i gioielli Laopu veri oggetti del desiderio.
Oltre la Cina: il primo passo a Singapore
Nel giugno 2025, Laopu ha inaugurato la sua prima boutique all’estero, scegliendo il prestigioso Marina Bay Sands di Singapore. Il prossimo obiettivo è il Giappone, ma l’espansione internazionale sarà graduale. La sfida è esportare non solo il prodotto, ma anche il suo storytelling autenticamente cinese, in mercati dove il “made in Europe” resta ancora lo standard nel lusso.
Le prospettive future
Nonostante i risultati clamorosi, il futuro non è privo di incognite. La rapida crescita alimenta timori di una “bolla del desiderio“, e la concorrenza si sta già muovendo con linee di gioielli simili ma più economiche. Inoltre, a differenza di una Birkin o di un orologio di alta gamma, i gioielli Laopu non mantengono un valore di rivendita proporzionale al prezzo d’acquisto, dato che nei mercati secondari conta soprattutto il contenuto in oro.
Ma per ora, Laopu brilla. Ed è forse l’esempio più emblematico della nuova era del lusso cinese, in cui design, artigianato e orgoglio nazionale si fondono in un prodotto che parla al cuore – e non solo al portafoglio – dei consumatori.