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L’affaire Mediaset-Vivendi sulla pay-tv infiamma la Borsa

In attesa dell’appuntamento con la Bce di domani i listini europei si muovono in territorio positivo. Aiuta la buona intonazione del petrolio e dei listini di Wall Street ma oggi a Piazza Affari si guadagnano l’attenzione alcune storie societarie nel comparto media e tlc che potrebbe conoscere a breve un riassetto con l’asse Telecom-Mediaset protagonista.

Il Ftse Mib scatta così dell’1,06% mentre gli altri principali listini europei mettono a segno guadagni frazionali: Londra +0,49%, Francoforte +0,37%, Parigi +0,57%. Lo spread Btp-bund migliora di 6 punti percentuali in calo a 116 punti base e rendimento all’1,41%.

EPPURE E’ BULL

A Wall Street gli indici si muovono in territorio positivo con il Dow Jones che sale dello 0,41%, l’S&P500 dello 0,55%. Per Wall Street nonostante l’inizio difficile del 2016 si tratta del terzo mercato “bull” più lungo della storia dopo quello dal 1990 al 2000 e quello tra il 1949 e il 1956. Dai minimi toccati il 9 marzo del 2009 a quota 676,5 l’S&P 500 ha guadagnato oltre il 190%.

All’orizzonte c’è però il rischio di un “deragliamento economico” mondiale su cui il Fondo monetario internazionale ha avvertito ieri. La Cina continua a preoccupare. Ieri il dato sulle esportazioni di febbraio ha indicato un calo al passo più veloce dal 2009.

Il petrolio Wti sale di ben il 4% a 37,97 dollari al barile e il Brent del 3,15% a 40,9 dollari al barile. Il petrolio torna a essere sostenuto dalle speranze per un congelamento della produzione in vista dell’incontro del 20 marzo dei Paesi membri e non dell’Opec. Nel frattempo il dato sulle scorte ha indicato un aumento di 3,88 milioni di barili a 521,861 milioni. Ha sorpreso, in negativo, il dato sulle scorte di magazzino di gennaio che sono aumentate dello 0,3% mentre le vendite all’ingrosso sono calate dell’1,3%. Il rapporto scorte/vendite è salito a 1,35, il che significa che occorrerebbero 1,35 mesi per vendere tutte le giacenze: si tratta del livello più alto dall’aprile 2009.

A Piazza Affari gli occhi sono sul comparto media e tlc. In particolare brilla Mediaset +6,84%. E’ la settimana decisiva per il riassetto delle torri. Venerdì 11 marzo è in calendario il cda di Inwit sui conti 2015 ma è anche la scadenza per presentare le offerte vincolanti sulla stessa Inwit, società a controllo Telecom per il 60%. Attese le offerte della cordata Cellnex-F2i che punta ad acquistare una quota di controllo (45% per circa 1,2 miliardi) e quella di EiTowers (Mediaset) che però vorrebbere costruire un’alleanza entrando con una quota di minoranza.

ALLEANZA INCROCIATA

Secondo quanto scrive Il Messaggero ieri il cda di Mediaset avrebbe dato il via libera per presentare l’offerta che rispetto alla precedente conferma il prezzo di 5 euro per azione ma verte sul 25% di Inwit (-1,92%) e non più sul 29,9%. A sorpresa però, secondo il quotidiano romano, nel cda di venerdì Inwit dovrebbe mettere a punto un’offerta non vincolante da 200 milioni rivolta a Ei Towers per acquistare le mille torri di tlc in portafoglio su un totale di tremila: resterebbero dunque fuori dall’offerta le altre duemila torri EiTowers (+2,08%) relative alla televisione. L’obiettivo sarebbe quello di creare un’alleanza strategica incrociata per consolidare il polo nazionale delle infrastrutture di telecomunicazioni dove Inwit è già leader, coinvolgendo Mediaset. Di conseguenza verrebbe ridimensionato il ruolo di Rai Way, sul quale giusto un anno fa, Ei Towers lanciò un’Opa da 1,2 miliardi bloccata però da governo e tribunale.

Mediaset sale anche per effetto di nuovi retroscena nella trattativa con Vivendi per un’alleanza tra Premium e la proprietaria di Canal+. Mentre Telecom Italia +1,55% è in luce dopo che l’eventuale aggregazione dell’ex incumbent italiano con la francese Orange a Parigi ha incassato ieri una specie di via libera politico da parte di Matteo Renzi e del presidente della Repubblica francese François Hollande.

PRIMO BOND DEL CAVALLINO

Tra i migliori titoli del Ftse Mib anche Moncler +3,63%, Unipol +3,45%, Enel +3,05% e Saipem +2,92%. Sul  fondo al paniere delle blue chip: Banco Popolare -2,75% e Bpm -1,69%. Oggi i vertici dei due istituti sono in missione a Francoforte ma, secondo Reuters, si allungano i tempi per il via libera alla fusione da parte della Vigilanza della Bce. Male anche Anima -1,84%, Buzzi Unicem -1,42% e Salvatore Ferragamo -1,11%.

Ferrari +0,82% ha collocato il suo primo bond da 500 milioni di euro con ordini per 2,7 miliardi, scadenza a 7 anni e rendimento all’1,5% con coupon annuo fisso.

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