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La mafia giapponese recluta i senza tetto per ripulire Fukushima

Seji Sasa arriva alla stazione ferroviaria di Sensai prima dell’alba. La sua missione? Reclutare senza tetto – addormentati su dei cartoni negli angoli della stazione – e portarli a fare uno dei lavori più ingrati del Giappone: ripulire i siti contaminati di Fukushima per un salario inferiore ai minimi nazionali. Seji Sasa è un affiliato della Yakuza, l’organizzazione criminale giapponese, una specie di mafia orientale. Tre delle organizzazioni sotto l’ombrello Yakuza – la Yamaguchi-gumi, Sumiyoshi-kai e Inagawa-kai – hanno messo su delle procedure, all’ombra di un appaltatore legale, la società Obayashi, per ‘assumere’ questi poveracci e spedirli a Fukushima. Sejii Sasa viene pagato 10000 yen (circa 75 euro) per ogni lavoratore.

Sia in ottobre che in novembre, e ancora in questo gennaio, alcuni membri della Yakuza sono stati arrestati sotto l’accusa di aver infiltrato, attraverso catene di appaltatori e subappaltatori, il gigante delle costruzioni Obayashi Corp., con lo scopo di lucrare sui contratti di decontaminazione.

Il problema di controllare come vengono spesi i fondi pubblici per risanare Fukushima è complicato dal fatto che sono centinaia le imprese coinvolte in questi lavori. Il governo ha stanziato 3,5 trilioni di yen (circa 23 miliardi di euro) a questo scopo, e le società che vi lavorano sono oltre 700. La Reuters, che ha fatto un’inchiesta in proposito, ha trovato un certo numero di società (che hanno avuto contratti dal ministero dell’Ambiente, responsabile per la decontaminazione), di cui non vi è traccia alcuna negli archivi del società giapponesi


Allegati: Japan Today

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