X

La Fed non alzerà i tassi fino a giugno, ma la Borsa di Atene crolla e pesa sulle banche

Come da attese il costo del denaro negli Stati Uniti resta sui minimi storici. Nella sua prima riunione dell’anno il Federal Open Market Committee – il braccio di politica monetaria della Federal Reserve – ha lasciato i tassi di interesse allo 0-0,25%, livello a cui si trovano dal dicembre del 2008.

La banca centrale ha inoltre confermato che sarà “paziente” prima di iniziare ad alzare i tassi per la prima volta dal 2006, ma ha preso atto che la crescita Usa, a partire dai dati sull’occupazione, procede ad un “solid rate” . E’ quel che emerge dal comunicato diffuso al termine della riunione del braccio di politica monetaria della Fed: il costo del denaro non alzerà il costo del denaro per almeno i prossimi due meeting, quindi fino almeno a giugno. Nel comunicato si fa cenno all’attesa dei “possibili sviluppi internazionali” prima di decidere il rialzo. 

Debole la risposta del mercato azionario: S&P 500 chiude a -1,35% dopo un avvio positive (+0,6%). Il Dow Jones è calato dell’1,1%. Il Nasdaq chiude a -0,9%. Facebook conta un miliardo e 400 milioni di scritti(+13%), ovvero più di qualsiasi nazione del pianeta, Cina compresa. Ma l’espansione, a giudicare dalla trimestrale, si è accompagnata ad un forte aumento dei costi (+87% a 2,7 miliardi): il titolo perde il 2% abbondante nel dopo Borsa.

In ribasso stamane sia Tokyo (-0,7%) che Hong Kong (-1,1%). L’euro in Asia scende di nuovo sotto 1,13 sul dollaro. 

CROLLA ATENE, ARRETRA LE BORSE UE. MA NON FRANCOFORTE 

La tempesta greca, alla fine, è scoppiata. La Borsa di Atene è crollata del 9,2%, accelerando la frana al terzo giorno di pesante ribasso. Il titolo di Stato ellenico a 10 anni si è affossato mandando il rendimento a superare il 10%, dal 9,35% del giorno prima. Intanto S&P ha abbassato l’outlook sul Paese.

La crisi ha avuto un impatto sensibile ma non catastrofico sugli altri listini europei. A Milano, a conclusione di una giornata nervosa con vivaci oscillazioni, l’indice Ftse Mib ha perduto lo 0,8%, la Borsa di Parigi è scesa dello 0,6%, Madrid -1,6%. Ha chiuso invece in rialzo la Borsa di Francoforte.

I capitali, infatti, hanno fatto rotta verso i “porti sicuri”, tra cui spicca la Germania, che gode di ottima salute: ieri Berlino ha ritoccato al rialzo al 2% le stime di crescita per quest’anno, sull’onda di nuovi record dell’export ma anche della previsione di aumento dei consumi interni dopo l’aumento del salario minimo. 

ASTE, IL BTP OGGI A CACCIA DI NUOVI MINIMI

Il denaro è andato a cercare riparo nel Bund tedesco, il cui rendimento è sceso allo 0,35% dallo 0,38% del giorno prima. Il Btp italiano ha perso quota con il rendimento salito all’1,58%, dall’1,53% mentre lo spread tra Btp e Bund è risalito a 123 punti base. Il Tesoro ha collocato ieri tutti i 7 miliardi di Bot a sei mesi con rendimenti che hanno sfiorato il minimo storico allo 0,16%. 

Oggi sarà la volta dei Btp a 5 e 10 anni (e dei Ccteu al 2020) : la previsione è per un calo di oltre 10 punti base in area 0,85-0,90% sulla scadenza quinquennale e di 30 punti base in area 1,60% su quella decennale, in entrambi i casi sotto i rispettivi minimi storici dello 0,98% e dell’1,89%. 

Ancora debole il petrolio: nella settimana al 23 gennaio le scorte di greggio statunitensi sono cresciute di 8,874 milioni di barili a 406,727 milioni di barili.

UCRAINA, TSIPRAS RIFIUTA NUOVE SANZIONI A MOSCA 

I mercati hanno reagito con veemenza ai primi passi di Alexis Tsipras, nonostante il premier greco abbia promesso ieri mattina che sarà evitato “uno scontro catastrofico” con i creditori e con i Paesi europei. Ma ad alimentare i timori degli investitori, oltre agli annunci sullo stop alle privatizzazioni (già prevedibili), sono le prime mosse del governo greco in materia di politica estera. Il nuovo responsabile della diplomazia di Atene ha detto di non essere d’accordo con l’imposizione di nuove sanzioni alla Russia, suscitando grande entusiasmo a Mosca e forte imbarazzo a Bruxelles: l’eccezione greca mette a rischio la strategia europea sull’Ucraina.

BANCHE EUROPEE INDIETRO TUTTA: AFFONDA MPS

Il settore del credito è sotto pressione in tutta Europa sia per l’effetto della crisi greca che per le tensioni sul fronte dell’Est: l’effetto del Qe è stato ormai digerito. L’indice Stoxx europeo del settore bancario è sceso dell’1,6% con le francesi SocGen e BnpParibas in ribasso del 3,3%, le spagnole Bbva e Santander sono cadute rispettivamente del 4,2% e del 3,8%.

A Milano arretra soprattutto Monte Paschi (-4,9%). Martedì è scaduto il divieto di operare vendite allo scoperto sul titolo. Nel corso del cda convocato per oggi il presidente della banca, Alessandro Profumo, e l’ad, Fabrizio Viola, spiegheranno lo stato del confronto con il supervisory board della Bce e le controdeduzioni presentate da Siena. In ballo, ci sono le svalutazioni da fare sui crediti e il Core Tier 1 da raggiungere.

Pesanti anche Unicredit (-3,2%) e Ubi (-3%). Intesa -1,2%. Debole anche Pop.Emilia (-2,4%). L’indice Stoxx europeo del settore bancario è sceso dell’1,6% con le francesi SocGen e BnpParibas in ribasso del 3,3%, le pagnole Bbva e Santander sono cadute rispettivamente del 4,2% e del 3,8%.

FINMECCANICA RECORD, FRENA STM

In grande evidenza Finmeccanica (+2,5%) che si porta su quotazioni che non vedeva dal maggio 2011 a 9,25 euro. Ieri l’ad Mauro Moretti ha illustrato a Londra il business plan. Nelle nuove indicazioni gli ordini 2014 sono previsti a 15,2-15,5 miliardi di euro (in aumento di oltre un miliardo e mezzo rispetto alla precedente previsione), la profittabilità è attesa in ulteriore miglioramento con una generazione di cassa positiva dal 2015. Il cda ha incaricato l’ad di proseguire i negoziati per la cessione del settore trasporti e “giungere al più presto a una conclusione favorevole”. 

Tonfo ieri pomeriggio di Stm, che ha chiuso in ribasso del 3% a 7,1250 euro da un massimo di 7,4950 euro segnato in mattinata. Sul titolo sono scattate le prese di profitto dopo i risultati e, soprattutto, le previsioni. La società dei semiconduttori ha chiuso il quarto trimestre 2014 con ricavi in calo a 1,83 miliardi di dollari da 2,01 miliardi, ma con un ritorno all’utile netto per 43 milioni da una perdita, un anno prima, di 36 milioni di dollari. 

Per il primo trimestre del 2015 Stm prevede, in linea con l’andamento stagionale, una contrazione dei ricavi intorno al 5% su base sequenziale, più o meno 3,5 punti percentuali. Il margine lordo (gross margin) dovrebbe scendere al 33,2%, più o meno 2,0 punti percentuali, a causa di oneri da sottoutilizzo degli impianti . 

FCA: PIU UTILI, MENO DEBITI. MA NON C’E’ LA CEDOLA

Seduta all’insegna della volatilità per Fiat Chrysler (-0,1%), quasi invariata dopo avere registrato forti oscillazioni al rialzo e al ribasso dopo la diffusione dei risultati trimestrali, in linea con la fascia bassa delle previsioni degli analisti. Non è prevista la distribuzione del dividendo per l’esercizio 2014. 

Nel quarto trimestre 2014 l’Ebit è stato pari a 1,066 miliardi di euro su ricavi per 27,084 miliardi. Il debito netto industriale a fine anno era pari a 7,654 miliardi in forte calo rispetto agli 11 miliardi di settembre.

Per il 2015 il management prevede un Ebit tra 4,1-4,5 miliardi su ricavi a 108 miliardi e un debito netto industriale tra 7,5 e 8 miliardi. Il titolo è tra le migliori blue chip dell’FtseMib dal primo gennaio con un guadagno che sfiora il 20%. 

Chiudono poco mossi i titoli dell’energia: Saipem -0,18% dopo un avvio brillante inverte la rotta per le dichiarazioni dell’ad di Eni, Claudio Descalzi, che ha affermato in Parlamento che la cessione della controllata non è vicina nel tempo a causa delle difficili condizioni di mercato. Il cane a sei zampe ha perso lo 0,13% a 15,20 euro: Deutsche Bank ha tagliato il prezzo obiettivo da 18,5 a 17,5 euro (hold). 

Related Post
Categories: Finanza e Mercati