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La Fed disobbedisce a Trump e non taglia i tassi

Firstonline

“Credo che per quest’anno ci stiamo muovendo nel modo giusto. Per ora non vedo ragioni per cambiare, sia all’insù che all’ingiù”. Il presidente della Fed, Jerome Powell, con l’avallo unanime del board della banca centrale, non lascia spazio a dubbi di sorta: l’economia va bene, nonostante il calo della crescita dell’attività manifatturiera (comunque sostenuta); l’occupazione pure. Certo, l’inflazione è più bassa del previsto (1,6%), ma si tratta, ha ribadito Powell in conferenza stampa, di una situazione temporanea che si correggerà da sola. Basta avere pazienza: la parola d’ordine più usata dalla Fed in questi mesi.

Le parole di Powell hanno provocato un massiccio ribasso dell’indice S&P500 (-0,75%), in frenata dai recenti massimi. Wall Street sperava che, obbedendo alle indicazioni in arrivo dalla Casa Bianca, Powell fosse più audace, abbassando la leva dei tassi o, addirittura, evocando un possibile nuovo Qe. Ma la Banca centrale è rimasta sorda alle richieste di Donald Trump, mentre nelle fila repubblicane sembra crescere l’ostilità sulla nomina di Moore, il candidato del Presidente (in odore di molestie sessuali) per completare i ranghi della Banca. Politica e business così s’intrecciano senza creare troppi guasti vista la forza delle corporations, così come emerge dalle trimestrali.

Contrastati i pochi listini aperti ieri in Asia. In ribasso Sidney, colpito dai ribassi delle grandi banche. In terreno positivo Hong Kong ed il Kospi coreano, entrambi +0,3%.

Chiusi ieri i mercati cinesi. Tokyo, ferma ieri per l’investitura del nuovo imperatore, riaprirà i battenti la prossima settimana.

In profondo rosso i listini americani: Dow Jones -0,64%, S&P 500 -0,75%, Nasdaq -0,57%.

MAXI BUY BACK PER APPLE (+6%)

In controtendenza Apple (+6% dopo i conti): nel trimestre c’è stata la scontata frenata delle vendite di iPhone ma, sottolinea Morgan Stanley, sono arrivate indicazioni positive sul secondo trimestre.

A sostenere il titolo è stata soprattutto la conferma del buy back per 75 miliardi di dollari delle azioni della Mela che ha in cassa oltre 200 miliardi liquidi. Continua così la corsa a tre dei colossi che capitalizzano più di mille miliardi di dollari: in testa c’è Microsoft, testa a testa tra Amazon ed Apple.

WARREN BUFFETT FINANZA L’OPA SU ANADARKO

Nello scontro per il controllo del colosso dello shale oil Anadarko spunta Warren Buffet, che finanzierà con 10 miliardi l’offerta di Occidental (38 miliardi di dollari) a questo punto favorita su Chevron.  

Rallenta anche il mercato obbligazionario: il rendimento dei titoli a 2 anni risale a 2,264%, il dieci anni tratta a 2,504%.

Torna a salire sopra la barriera dei 72 dollari il petrolio. Oltre all’embargo nei confronti dell’Iran (duramente contestato dal Qatar) pesano gli effetti della crisi in Venezuela e i problemi del greggio russo: causa difetti nelle raffinerie russo l’8% della produzione di Mosca, destinato all’Est europeo, è di pessima qualità.

In attesa della stretta finale sui dazi tra Cina e Stati Uniti, non accenna a rientrare il braccio di ferro attorno a Huawei. Gli ultimi, clamorosi sviluppi riguardano il Regno Unito, che, secondo indiscrezioni, ha deciso, nonostante le pressioni Usa, di affidare parte della rete 5G al gruppo cinese. Ma la fuga di notizie è costata il posto al ministro della Difesa Gawyn Williamson licenziato in tronco da Theresa May.

LONDRA IN RIBASSO, PARTENZA DEBOLE PER L’EUROPA

La ritirata di Wall Street, che ieri ha vissuto la seduta peggiore degli ultimi due mesi, si rifletterà oggi sulle borse del Vecchio Continente. Ieri Londra, in pratica l’unica a non festeggiare il Primo Maggio, ha chiuso in ribasso dello 0,44%. Oggi è in programma il vertice della Bank of England: non sono previste variazioni dei tassi.

MILANO +2,7% AD APRILE. CONTINUA LA STRISCIA POSITIVA

Milano riparte comunque dalla spinta del Pil italiano, salito nei primi tre mesi dell’anno dello 0,2%. Piazza Affari è così arrivata martedì alla terza seduta consecutiva di rialzo: Ftse Mib +0,4%. Aprile si chiude con un guadagno del 2,7%, quarto mese consecutivo positivo.

Euro in apprezzamento a 1,120 su dollaro; +0,1% dopo le decisioni della Fed.

Il Bund tratta a 0,01% (+1 punto base): in Germania c’è stato in aprile un balzo dell’inflazione, +1% da +0,4% dello scorso mese, il consensus si aspettava +0,5%.

Il decennale italiano riparte da 2,58% dopo l’asta di martedì.

Da segnalare oggi i dati sulle immatricolazioni delle auto che cadono a ridosso dei conti Fca del primo trimestre.

Da seguire anche Mediobanca interessata all’acquisto di Kairos partner.

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