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La Confindustria di Orsini detta la linea: subito i decreti 5.0, No all’abolizione del Jobs Act e niente retroattività per il Superbonus

Imagoeconomica

Jobs Act e Superbonus, ma anche transizione 5.0, certezza del diritto e salario minimo. Sono alcuni dei temi trattati dal nuovo presidente di Confindustria, Emanuele Orsini al Festival dell’Economia di Trento nel corso dell’incontro “Le priorità del nostro tempo: competitività, transizione energetica e certezza del diritto” moderato ieri dal direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini. Degli stessi temi, il numero uno degli industriali aveva parlato anche venerdì sera, nel corso del programma tv di Rai1 “Cinque Minuti”, condotto da Bruno Vespa.

A Trento Orsini ha affermato a chiare lettere che Confindustria, è “pronta a collaborare con tutti”, punta ad aprire subito un confronto, “sia con il governo che con l’opposizione”. Segnala una urgenza per le imprese: “martedì incontrerò il ministro Adolfo Urso. Abbiamo bisogno dei decreti attuativi per ‘transizione 5.0’ immediatamente”. E mette sul tavolo del confronto quattro priorità, i “capitoli centrali” per l’industria: da un fermo no, in vista del voto per le europee, ad una “politica anti-industriale in Europa” al fronte dell’energia “come tema di competitività e di sicurezza nazionale”, puntando anche sul nucleare di nuova generazione.

Orsini “Non è il momento di parlare di abolizione del Jobs Act” e propone un piano casa per i lavoratori immigrati

Abolire il Jobs Act vuol dire fare un salto nel passato. Nel momento in cui le aziende stanno decidendo dove andare, ci sembra anacronistico in un momento in cui i lavoratori stanno scegliendo le aziende dove lavorare”, ha ribadito il presidente di Confindustria, nel corso del programma “Cinque minuti” condotto da Bruno Vespa. “Sono dieci anni che esiste, ora servono considerazioni diverse: stanno cambiando il lavoro e l’economia, stanno entrando nuove tecnologie come l’IA. Dovremmo sederci attorno ad un tavolo subito per parlare di questi argomenti”, aggiunge.

A Trento Orsini ha parlato anche di taglio del cuneo fiscale e contributivo “che deve essere salvaguardato anche per difendere la capacità di spesa dei nostri lavoratori” e ha annunciato di star lavorando a una proposta, che sarà presentata al governo per un “piano casa a basso costo per la gente che viene a lavorare”. Serve per l’attrattività delle nostre imprese ma anche come elemento di welfare, con il costo degli affitti difficile da sostenere, spiega. Ed è un elemento che si intreccia con il tema dell’immigrazione: “Abbiamo bisogno di una immigrazione controllata”, dice, e serve “integrazione: non possiamo permetterci persone che per cinque anni mandano i soldi nel loro Paese e poi ritornano nel loro Paese”.

Orsini sul superbonus: “Trovare una via d’uscita, no alla retroattività”

Il superbonus “è stato varato dopo il covid per accelerare, ed ha fatto quello che doveva fare. Io sono anche tra quelli che l’hanno sostenuta ma quella misura era stata fatta in un altro modo, è stata poi cambiata 22 volte”. Ora, avverte, “non puoi chiude una misura dopo che le imprese hanno preso degli impegni. Le imprese devono potersi fidare. Non può venire meno la fiducia tra imprese e istituzioni”. Vale anche per la partita degli incentivi alla transizione 5.0. “Il 5.0 sarà tutto su un sottostante di credito di imposta. Se non ci si fida più, come facciamo?”. Orsini lo mette in evidenza, intervistato dal direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, per l’evento finale del Festival dell’Economia di Trento organizzato dal Gruppo 24 Ore.

Orsini sulla certezza del diritto

“Confindustria in questo momento ha una grande necessità: di avere un dialogo forte con i propri territori, un’identità molto forte per portare le proprie istanze e di una forte unità che siamo riusciti a rimettere insieme come sistema e uno dei temi fondamentali su cui si baserà tutta la nostra azione è la certezza del diritto, che sarà la salvaguardia delle nostre imprese” ha sottolineato il numero uno degli industriali.

Le tre parole chiave della nuova Confindustria

Al Festival dell’economia di Trento, il neo presidente di Confindustria ha ribadito le “tre parole chiave” con cui intende caratterizzare il suo mandato: “Unità, dialogo identità: abbiamo utilizzato tre parole nel ricompattare Confindustria. E avere una Confindustria unità – ha sottolineato – vuol dire una Confindustria forte e vuol dire fare bene per il Paese”. Vuol dire anche, aggiunge, mettere in primo piano la “necessità di ascoltare tutte le imprese, tutti i territori, tutte le categorie: solo così si può fare sintesi, e portare al Governo le esigenze vere. Lo puoi fare solo ascoltando le imprese”.

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Categories: Economia e Imprese