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La Cina non smette di crescere, soprattutto quella lontana dalle metropoli

Niente “atterraggio brusco” per l’economia cinese. La stretta monetaria in corso – ripetuti aumenti del costo del credito e della percentuale di riserva obbligatoria per le banche – aveva spaventato i mercati e fatto balenare lo spettro di un hard landing per la seconda economia del mondo. Ma le ultime cifre sull’andamento del Pil – 9.5% di aumento sull’anno nel secondo trimestre, dopo un 9.7% del primo trimestre – mostrano che il rallentamento è solo graduale. Ci sono infatti troppi fattori strutturali che militano in favore della continuazione della crescita. Gli investimenti sono sempre elevati, e hanno in effetti contribuito per più della metà al tasso di espansione: la Cina ha fame di infrastrutture e la bolla immobiliare in corso spinge verso un aumento dell’offerta di case, specie quelle a basso costo. Un secondo fattore è importante: l’economia mondiale oggi si appoggia sulla crescita dei paesi emergenti, e in primis della Cina; ma la Cina stessa ha al suo interno una parte ‘emergente’: le provincie dell’entroterra sono in via di sviluppo, e ripetono entro il subcontinente l’appoggio che l’insieme dei paesi emergenti fornisce al resto del mondo.

http://www.bloomberg.com/news/2011-07-13/china-may-sustain-9-growth-pace-for-2011-with-investment-moving-inland.html

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