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La Borsa sale e lo spread scende

Listini in rialzo e spread in ribasso: i mercati ritrovano serenità, in attesa di sapere cosa uscirà dall’incontro a porte chiuse fra il presidente della Bce Mario Draghi e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Un asse che rappresenta una diga contro l’incertezza politica.

Piazza Affari si ferma a +0,94%, nuovamente prossima alla soglia dei 19.000 punti (18.947), sostenuta dagli energetici e dai buoni risultati di alcune società come Recordati, in un contesto europeo positivo e spinto ulteriormente al rialzo da una opening bell intonata. Parigi e Madrid superano il punto percentuale, rispettivamente +1,25% e +1,2%, Francoforte +0,86%. Meno tonica Londra, +0,57%, nel giorno in cui Theresa May annuncia che la Gran Bretagna avvierà formalmente i negoziati per il divorzio dall’Unione europea entro la fine di marzo. Il premier britannico oggi ha incontrato il primo ministro italiano Paolo Gentiloni, che ritiene quello della Brexit un negoziato non semplice, ma verso il quale serve una approccio costruttivo. Nell’occasione Gentiloni ha rilanciato anche una Ue con più livelli d’integrazione.

Wall Street apre in rialzo e il Nasdaq conquista subito nuovi record. Lo stesso fa il Dow Jones dopo qualche ora, spinto dalla prospettiva che Donald Trump annuncerà novità sulle tasse tra qualche settimana. Il mercato del lavoro inoltre sembra in buona salute e sul fronte trimestrali piange Twitter e sbuffa Cosa Cola, che soffre una flessione dei ricavi per il settimo trimestre consecutivo, mentre Kellog festeggia conti in linea con le stime. 

In Europa si allenta la pressione sull’obbligazionario, con gli spread tra i decennali governativi e il benchmark tedesco in generale calo, a eccezione di quello greco risalito di circa 10 basis point sui massimi da novembre. Terza seduta positiva per i Btp: il rendimento scende al 2,19% e il differenziale con il Bund cala a quota 186.50 punti base (-5,04%). Da Bruxelles filtra un moderato ottimismo sull’esito delle trattative con l’Italia sui conti pubblici, mentre ieri il decreto salva-banche ha incassato il via libera al Senato. 

L’euro s’indebolisce contro il dollaro, -0,3%, 1,066;  il Brent si apprezza +0,69%, 55,5 dollari al barile, in scia al calo delle scorte Usa di benzina. Si avvantaggiano del clima i titoli petroliferi di Piazza Affari: Saipem +3,13%; Tenaris +1,65%; Eni +1,56%. I risultati preliminari superiori alle attese di Recordati, nel quarto trimestre, mettono il turbo al gruppo farmaceutico +4,04%. 

Seduta brillante per Fiat +2,62%. Sugli scudi alcuni bancari, in particolare Ubi 3,63%. La trimestrale eccellente sostiene Mediobanca +1,61%, mentre l’ad Nagel ricorda che la partecipazione in Generali dovrebbe scendere al 10%, dopo la cessione di un 3% come previsto dal piano industriale. Buone le performance del Leone  +0,76% e di Intesa +0,47%. Grande seduta per Unicredit +1,37%, nonostante un quarto trimestre in perdita di 13,56 miliardi per le poste straordinarie e le rettifiche, già annunciate, relative al piano di ristrutturazione del gruppo. Arretra Stm, -1,46%, che vanta comunque una crescita del 19,24% da inizio anno.

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