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Israele, Netanyahu: “Dominiamo i cieli di Teheran, questo cambia tutto”. Wsj: Iran pronto a trattare

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Guerra tra Israele e Iran, non si arrestano gli attacchi: i cieli del Medio Oriente continuano a essere attraversati da missili in arrivo e da jet in decollo, mentre l’escalation militare entra in una fase ancora più pericolosa. Israele ha lanciato una nuova ondata di raid su Teheran, colpendo infrastrutture strategiche come siti di produzione di missili terra-terra, radar e postazioni di lancio terra-aria. Due esplosioni di vasta entità sono state segnalate a nord della capitale iraniana, mentre attacchi mirati avrebbero interessato anche i quartieri di Lavizan e Narmak, dove, secondo fonti non ufficiali, sarebbero stati uccisi alcuni alti funzionari iraniani da missili Spike. Anche il sito militare di Bidgoneh, nella città di Malard, e la zona di Qom, nei pressi dell’impianto nucleare di Fordow, sarebbero stati colpiti.

Guerra Israele-Iran: cosa ha detto Netanyahu

“A nome del popolo e dello Stato d’Israele, state facendo cose straordinarie: l’Aeronautica militare israeliana domina i cieli di Teheran. Questo cambia completamente la natura della campagna”. Lo ha detto ai piloti il premier israeliano Benyamin Netanyahu in visita alla base aerea di Tel Nof con il ministro della Difesa Israel Katz. “Siamo sulla strada per raggiungere i nostri 2 obiettivi: eliminare la minaccia nucleare e quella missilistica. Quando controlliamo i cieli sopra Teheran, colpiamo obiettivi del regime, al contrario l’Iran che prende di mira i nostri civili. Noi diciamo ai cittadini di Teheran: Evacuate, poi agiamo”.

Guerra Israele-Iran: gli attacchi

L’esercito israeliano ha confermato un attacco diretto contro i centri di comando della Forza Quds, il braccio operativo esterno dei Guardiani della Rivoluzione, parlando di “obiettivi selezionati con il supporto dell’intelligence militare”.

Intanto, l’Iran ha intensificato la propria risposta con il lancio di missili balistici, incluso il nuovo e temuto modello “Qassem Soleimani”. Uno di questi ha colpito duramente il centro di Israele, provocando almeno quattro morti e oltre cento feriti, tra cui un bambino in gravi condizioni. Le zone più colpite, secondo i soccorritori, sono il distretto centrale che include Tel Aviv e il nord del Paese, dove si segnalano “gravi distruzioni”.

Il nuovo missile balistico iraniano, presentato solo un mese fa, preoccupa per le sue capacità avanzate: ha una gittata di 1.200 chilometri, può penetrare i sistemi di guerra elettronica ed è dotato di un sistema di navigazione sofisticato. La sua efficacia ha sollevato interrogativi sulla tenuta dello scudo difensivo Iron Dome e alimenta i timori anche al di fuori di Israele, considerando che Teheran ha già minacciato di usarlo contro le basi americane nel Golfo.

Wsj: Iran ha segnalato volontà di ripresa dei colloqui

Nel mentre, tuttavia, l’Iran avrebbe manifestato con urgenza la sua volontà di porre fine alle ostilità e di riprendere i colloqui sui suoi programmi nucleari, inviando messaggi a Israele e agli Stati Uniti tramite intermediari arabi. Lo riporta il Wall Street Journal citando funzionari mediorientali ed europei. Teheran avrebbe dunque dichiarato ai funzionari arabi di essere disponibile a tornare al tavolo delle trattative a condizione che gli Stati Uniti non si uniscano all’attacco, hanno aggiunto i funzionari. Hanno anche trasmesso messaggi a Israele, affermando che è nell’interesse di entrambe le parti contenere la violenza.

Trump: “Putin può mediare tra Iran e Israele”

Nel mezzo del conflitto, l’intervento più sorprendente arriva da Donald Trump, che ha proposto Vladimir Putin come mediatore tra Teheran e Tel Aviv. “Mi ha chiamato, ne abbiamo parlato a lungo. È pronto a intervenire”, ha dichiarato il presidente americano in un’intervista ad ABC News.

La proposta ha spiazzato la comunità internazionale. Volodymyr Zelensky ha reagito con sdegno, considerandola un’umiliazione per l’Ucraina, mentre l’Unione europea ha accolto l’idea con profondo imbarazzo. “Non pensiamo che la Russia possa mediare”, ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron, che ha invece rilanciato l’ipotesi di nuove sanzioni contro Mosca. Cresce l’irritazione a Bruxelles per un’idea che potrebbe legittimare il Cremlino come attore diplomatico, mentre prosegue la guerra in Ucraina.

Anche la premier italiana Giorgia Meloni non è convinta della soluzione e giudica la proposta “scivolosa” e “non realistica”, ma intende attendere il G7 in Canada per valutare una linea comune. La posizione italiana, riportata da fonti di Palazzo Chigi, riflette la linea di cautela: “Non si è ancora parlato di questa ipotesi. Vediamo cosa accadrà al G7”. Per Meloni, la crisi in Medio Oriente resta prioritaria, ma la premessa è chiara: “nessun disallineamento dagli Usa”, anche se la legittimazione del Cremlino resta indigesta.

In questo contesto, la premier si prepara a discutere con Macron, Scholz e Sunak una posizione comune per evitare che l’iniziativa di Trump diventi una realtà diplomatica difficile da contrastare.

L’asse Trump-Mosca divide l’Occidente

L’iniziativa di Trump rischia di segnare un’inversione diplomatica: proprio mentre Putin intensifica i bombardamenti su Kiev, gli viene riconosciuto un potenziale ruolo da “uomo di pace” nel conflitto israelo-iraniano. Un paradosso che agita le cancellerie europee.

Trump ha assicurato che “la pace tra Israele e Iran è possibile” e ha parlato di contatti in corso anche con Teheran, nonostante le minacce a usare la forza “a livelli mai visti” se gli Usa venissero attaccati. Il portavoce del Cremlino ha confermato che Putin ha avuto telefonate sia con Netanyahu sia con il nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian, ma senza risultati concreti.

Nel frattempo, Oman e Qatar avrebbero riaperto un canale di comunicazione tra Usa e Iran, mentre il Jerusalem Post riferisce che alcuni leader iraniani starebbero valutando l’opzione di rifugiarsi a Mosca, in caso di escalation incontrollabile.

G7 in Canada: bozza per la de-escalation ma Trump non firma

Il vertice del G7 a Kananaskis (Canada) è il primo banco di prova per verificare la solidità del fronte occidentale. Secondo la Reuters, il gruppo dei Sette ha una bozza di comunicato congiunto per la de-escalation del conflitto tra Israele e Iran ma Donald Trump non l’avrebbe ancora firmata. Reuters dice di aver visionato il testo e sentito due fonti. La bozza contiene l’impegno per salvaguardare la stabilità dei mercati, inclusi i mercati energetici, e dice che Israele ha il diritto di difendersi.

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, intanto, ha parlato di una “soluzione negoziata” come unico orizzonte di pace per il Medio Oriente, ribadendo che “l’Iran non potrà mai ottenere l’arma nucleare”.

Ma l’ipotesi di un coinvolgimento diretto della Russia spacca il fronte occidentale: Trump spinge, l’Europa frena, e nel mezzo cresce il senso di isolamento di Zelensky. E mentre Erdogan prova a proporsi come alternativa, l’incendio mediorientale minaccia di travolgere gli equilibri geopolitici globali.

(Ultimo aggiornamento: 16 giugno alle ore 18.20)

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