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Israele, arriva lo smartphone kasher: niente internet e solo app consentite dai rabbini

Israele è la patria dell’innovazione tecnologica, ma anche il Paese dove risiedono più haredim, gli ebrei ultra-ortodossi per i quali i telefoni intelligenti e l’utilizzo sfrenato del web sono dei tabù blasfemi, per la loro capacità di metterti in un contatto eccessivo e costante con il mondo laico. Talmente blasfemi da essere banditi e talvolta pubblicamente danneggiati, come quando nel 2012 un rabbino prese a colpi d’ascia davanti a testimoni un iPhone appena uscito.

La soluzione? L’ha pensata e trovata la compagnia di telefonia mobile israeliana Rami Levy Communications, che ha appena commercializzato uno smartphone inedito, in grado di unire “la tecnologia e l’innovazione all’esigenza di non transigere sui valori spirituali”, come invocato dagli integralisti del culto religioso.

Il nuovo prodotto, a questo punto definibile 100% kasher, non è altro che un Nexus 4 con una versione modificata di Android, senza connessione internet, impossibilitata ad agganciarla tramite altri wi-fi e priva dello store di applicazioni Google Play. “Vendiamo un telefono Google, ma senza Google”, il paradosso spiegato dallo stesso dg di Ramu Levy, Shlomi Gulian.

Ma che senso ha dunque avere uno smartphone? In Israele hanno pensato a tutto: il gioiellino costruito ad hoc avrà la possibilità di utilizzare in piena libertà, grazie al placet di un comitato di rabbini, l’Afik Store, una piattaforma di oltre 700 applicazioni approvate dai capi della comunità ortodossa.

Le app consentite propongono dai servizi classici alla banca online, ad alcuni programmi “pii”, come per esempio lo studio quotidiano di un testo del Talmud o delle raccolte di canti religiosi. Il nuovo smartphone tuttavia non rinuncia alle necessità di chi oltre alle esigenze di culto ha anche una intensa vita lavorativa: consente dunque di inviare sms e email.

E per chi si domanda quanto possa valere un mercato così di nicchia, la risposta è che gli haredim attivi, ancorché assolutamente minoritari tra la popolazione israeliana, sono però ogni anno più numerosi: gli ultra-ortodossi rappresentano infatti il 9% degli 8 milioni di cittadini israeliani, ossia poco meno di 800mila potenziali clienti.

Rami Levy spera perciò di vendere 50mila unità del suo nuovo smartphone nel primo anno di commercializzazione, ma resta il dubbio sul prezzo. La società di telefonia vorrebbe convincere i clienti fissando prezzi fra i 1.500 e i 1.900 shekels (322-395 euro al cambio attuale): a queste condizioni, secondo molti commercianti di Gerusalemme, “il telefonino kasher non sfonderà: i religiosi solitamente non sono particolarmente ricchi, e cercano sempre i prodotti più economici”.

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