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Indice Pmi: frena l’attività economica, Italia peggiora

Pixabay

 L’indice Pmi servizi e e il Pmi composito migliorano a dicembre nell’Eurozona ma restano sotto la soglia dei 50 punti, indicativa di un trend di espansione dell’attività economica, frenato dal terziario. In rallentamento la Cina, migliore delle attese il Giappone. L’Italia si muove ma mantiene un profilo debole.

E’ questa la sintesi degli indici Pmi servizi e composito resi noti da Markit che periodicamente conduce l’indagine.

L’Indice Pmi composito elaborato da Markit, il mese scorso, si è attestato a 49,1, in aumento rispetto al 45,3 segnato a novembre.

“Il terziario è rimasto il freno principale della produzione economica, con l’attivita’ che ha segnato una contrazione per il quarto mese consecutivo dell’indagine”, segnala Markit aggiungendo che “in linea con gli andamenti recenti, il manifatturiero è rimasto il punto di luce principale nella prestazione economica dell’eurozona, espandendosi per il sesto mese consecutivo e ad un tasso più rapido di novembre”.

L‘indice Pmi per il settore dei servizi si è attestato a dicembre a 46,4, in aumento dal 41,7 di novembre.

Venendo alla Cina, l’attività del settore dei servizi è cresciuta ad un ritmo più lento, condizionata dalla ripresa dei focolai di coronavirus a livello nazionale. L’indice Pmi elaborato da Caixin/Markit per il settore dei servizi si è attestato a 56,3, il minimo di tre mesi, dal 57,8 di novembre. Anche se in calo l’indice è comunque rimasto ben al di sopra della soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione su base mensile. Il sottoindice per le nuove attività si è attestato a 54,3, in netto calo rispetto al 58,7 del mese precedente, secondo l’indagine.

Anche la crescita delle nuove attività di esportazione, che è tornata all’espansione solo a novembre, si è attenuata. Il data sui servizi segue di pochi giorni quello sul PMI manifatturiero Caixin in dicembre che è stato pari a 53 punti, in calo rispetto al precedente 54,9 punti (la previsione era 54,8 punti).

In Europa, la Germania mantiene il suo ruolo di traino: l’Indice Pmi elaborato da Markit per il settore dei servizi si è attestato a 47, in lieve aumento rispetto al 46 segnato a novembre. Ma nemmeno la Germania, causa Covid e provvedimenti restrittivi anti-pandemia, è riuscita a raggiungere la fatidica soglia di 50 punti. L’Italia galleggia con un indice Pmi servizi a 39,7 rispetto al 39,4 di novembre dopo il Pmi manifatturiero di dicembre salito a 52,8 punti dal 51,5 di novembre. “L’attività economica ha di nuovo segnato un rapido calo, visto che le misure restrittive contro il Covid-19 continuano a pesare sul settore. Anche il flusso dei nuovi ordini è diminuito”, segnala Markit che invita a non dare peso al pur lievissimo incremento del dato in quanto si tratta per l’Italia della quinta contrazione consecutiva e segnala in ogni caso una caduta dell’attività.

Nota positiva in Giappone. L’indice PMI dei servizi, pubblicato Markit ed elaborato da Jinbun Bank, indica un valore di 47,7 punti, in lievissimo calo rispetto ai 47,8 punti del mese precedente. Il dato si confronta però con il 47,2 del consensus. L’indicatore che rappresenta le aspettative dei direttori delle aziende del terziario, resta comunque ben al di sotto della soglia critica dei 50 punti, che fa da spartiacque tra contrazione e crescita. 

Il PMI Composito, che incorpora anche le risultanze del sondaggio condotto nel settore manifatturiero, sale invece a 48,5 punti dai 48,1 punti del mese precedente.

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Categories: Economia e Imprese