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In Asia i mercati incerti dopo il recente rally: il mese chiude in leggera perdita

L’indice regionale MSCI Asia Pacific chiude l’ultimo giorno del mese – e il mese di novembre – in leggera perdita (-0,2% e -0,3% rispettivamente), e segna un p/e di 14, confrontato con un 16,3 dello S&P500 e un 15,2 dello STOXX Europe. La mancanza di segnali da Wall Street (ieri era chiuso per il Thanksgiving) ha favorito una pausa dopo il progresso degli ultimi giorni. Un dato negativo sta nel forte ribasso (-22%) della GrainCorp, una grossa società australiana di gestione del grano che aveva avuto un’offerta di acquisto dalla Archer-Daniels-Midland americana per 2 miliardi di dollari: offerta cui ha posto il veto il governo australiano in quanto non conforme all’interesse nazionale. Il dollaro australiano è prontamente sceso, dato che il cronico deficit corrente può essere finanziato senza traumi solo dall’ingresso di capitali, e questa barriera agli investimenti esteri non fa bene sperare per il futuro.

Il Nikkei, nel primo pomeriggio giapponese, perde lo 0,6% dopo il record (degli ultimi sei anni) segnato ieri. Buone notizie sull’inflazione giapponese (‘buone’, nel contesto giapponese, vuol dire che l’inflazione aumenta): anche al netto dell’energia e degli alimentari i prezzi al consumo hanno segnato un aumento dello 0,3% sull’anno, e si avvia a essre sconfitta la deflazione che ha pesato sull’economia del Sol Levante da tanti anni.

Lo yen continua a mantenersi sopra quota 102, e gli effetti sui prezzi delle importazioni garantiscono una dinamica ancora positiva dell’inflazione. Per sostenere la crescita è però necessario che aumentino i salari, e il governo non fa mistero di questo auspicio.

Lo yen si mantiene sopra quota 102 e l’euro è sempre forte: ha superato quota 1,36.

http://www.bloomberg.com/news/2013-11-28/asian-stocks-rise-on-u-s-economic-growth-optimism.html

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