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Imprese femminili: il Covid ha azzerato la crescita

Photo by KOBU Agency on Unsplash

Il Covid ha abbattuto la crescita delle imprese femminili in Italia. Da anni il numero di società guidate da donne nel nostro Paese aumentava a un ritmo più alto rispetto al tasso di crescita delle aziende maschili, ma la tendenza si è interrotta quest’anno. Fra aprile e giugno, la nascita di imprese femminili è crollata del 42,3%, contro il -35,2% delle aziende guidate da uomini. Nel terzo trimestre, invece, le variazioni sono state rispettivamente -4,8% e +0,8%. I numeri sono contenuti nel Rapporto nazionale Impresa in genere di Unioncamere.

Dall’analisi emerge inoltre che Made in Italy, turismo e cultura sono i settori che registrano il calo maggiore di iscrizioni di nuove imprese femminili nel semestre aprile-settembre 2020. Male soprattutto accoglienza e ristorazione (-42,8%), moda (-42,6%), cultura e intrattenimento (-39,7%). Unico settore in decisa crescita quello di media e comunicazione (+34,7%).

L’IDENTIKIT DELLE IMPRESE FEMMINILI IN ITALIA

Alla fine del terzo trimestre di quest’anno, le imprese femminili erano 1,3 milioni, pari al 22% del totale. Quasi 890mila erano attive nel settore dei servizi (pari al 66,5% del totale del comparto), oltre 151mila in quello dell’industria (11,3%) e circa 208mila nel settore primario (15,6%).

Il 96,8% delle imprese femminili è costituito da microimprese con meno di 10 addetti (circa 1 milione e 293mila), 39mila sono piccole imprese con 10-49 addetti (il 2,9%), mentre le medio-grandi imprese sono poco più di 3mila, pari allo 0,3% del totale.

A livello territoriale, al Centro-Nord si trovano circa i due terzi dell’universo femminile dell’impresa (849mila imprese, pari al 63,6%), mentre altre 487mila (il 36,4%) hanno sede nel Mezzogiorno. Poco più del 10% delle imprese femminili sono guidate da donne sotto i 35 anni di età (150mila, l’11,3%), e quasi altrettante da donne straniere (oltre 151mila).

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Categories: Economia e Imprese