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Il rischio dazi colpisce le Borse ma Poste e banche rimbalzano

FIRSTonline

Avvio in rosso per le Borse europee, frenate dall’eco delle guerre commerciali tra Usa, Cina ed Europa. “Curiosamente i mercati non hanno finora tenuto in giusto conto il rischio crescente”, ha commentato Erik Nielsen, chief economist di Unicredit.

Ma stamane, non a caso, la Borsa peggiore è Francoforte (-1,3%), la più esposta sui commerci, per giunta ancora una volta zavorrata del Dieselgate: Rupert Stadler, ceo di Audi, è stato fermato stamane per il rischio di inquinamento delle prove nell’inchiesta in cui è accusato di frode, dichiarazioni false e omissioni. Volkswagen lascia sul terreno poco meno del 3%, così come quello della controllata di Ingolstadt.

Più leggera la discesa di Milano: -0,6%, comunque sopra i 22 mila punti, nel giorno dello stacco cedole di alcune blue chip ed altre quotate per un impatto complessivo dello 0,22%. Stamattina l’Istat comunica che ad aprile il saldo della bilancia commerciale italiana ha registrato un avanzo di 2,938 miliardi, (3,603 miliardi nello stesso mese del 2017). Il saldo con i Paesi Ue nel mese in osservazione presenta un avanzo di 1,077 miliardi di euro, dato in aumento rispetto all’aprile 2017.

Parigi è in ribasso dell’1%. Più ridotta la perdita di Madrid (-0,2%). Fuori dall’area euro, Londra -0,2%, Zurigo -1%.Dopo un avvio in calo, il secondario italiano in tarda mattinata scambia sulla parità, in linea con la totalità della zona euro, in una seduta dai volumi sottili e volatile che vede gli investitori cauti in attesa del forum Bce a Sintra.

Il differenziale di rendimento Italia-Germania sul tratto decennale scambia a 221 punti base dai 221 della chiusura di venerdì dopo un picco a 228; il tasso del decennale di riferimento vale 2,60% da 2,60% dell’ultima chiusura, dopo un massimo di seduta a 2,66%. In calo il tasso del Btp a 2 anni che vale 0,61% da 0,69% della scorsa chiusura.

Il braccio di ferro sui commerci colpisce anche il petrolio. Stamane la Cina ha minacciato di imporre dazi sull’import di greggio dagli Stati Uniti. Il greggio leggero Usa ha toccato un nuovo minimo a due mesi a 63,59 dollari al barile prima di riportarsi a 64 dollari, in calo di 1,06 dollari. Il Brent del Mare del Nord cede 36 centesimi a 73,08 dollari al barile.

Deboli a Piazza Affari i titoli energetici: Eni -0,4%. Saipem -1,4%, Tenaris -1,2%.

In evidenza sul listino, per motivi opposti, due titoli in evidenza nelle ultime settimane.Prysmian lascia sul terreno il 2,35% dopo il profit warning lanciato dalla rivale Nexans che a Parigi perde 17%.

Poste Italiane rimbalza dopo il calo della vigilia e guadagna 1,80%. Il movimento avviene a cavallo dello stacco cedola che ha condizionato le vendite di venerdì e le ricoperture di oggi.

Soffre la galassia Fiat in linea con il settore auto in Europa (stoxx di settore -1,40%): Fiat Chrysler cede lo 0,41%, vanno peggio Ferrari (-1,49%) e Cnh Industrial (-1,85%).

Ben comprati i bancari con lo stoxx di settore che guadagna lo 0,55%. Quello europeo è invece piatto. Rialzi poco sotto 1% per Unicredit, Intesa, Bper Banca ed Ubi. Banca Mps, da oggi nel paniere Mid Cap, è sospesa dopo un calo del 4,34% con volumi trascurabili. Generali +0,3%. Mediobanca +0,5%.

Nel resto del listino svetta Reno De Medici (+14%) a nuovi massimi dal 2002. Il maggiore produttore italiano e secondo europeo di cartoncino ricavato da materiale riciclato ha annunciato nei giorni scorsi l’acquisizione di Barcelona Cartonboard, il maggior produttore di cartoncino patinato della Spagna.

Isagro +4% a 1,65 euro. Il consiglio di amministrazione della società è stato rafforzato con l’ingresso di soci di minoranza che operano per Mediolanum Gestione Fondi (appartenente al Gruppo Bancario Mediolanum.

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