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Il rebus tassi mette ansia ai mercati

Non ci sono dubbi: la Federal Reserve si è caricata sulle spalle il compito di modificare le attese dei mercati in materia di tassi. La conferma l’ha data ieri William Dudley, presidente della Fed più potente, quella di New York. “Mi hanno molto sorpreso – ha detto ieri in conferenza stampa – l’interpretazione che i mercati hanno dato dei tempi della stretta della banca centrale. Eppure, io sono dell’opinione che un rialzo dei tassi tra giugno e luglio possa essere appropriato”.

Il cambio di rotta coincide con l’avvio, oggi, del meeting in Giappone del G7: ministri delle Finanze e banchieri centrali cercano di raggiungere un accordo un grado di scongiurare una guerra tra le valute e ridare così slancio al commercio mondiale, in pericolosa flessione.

Tassi Usa in risalita, dunque. Ma quando? “Per dirla in soldoni – scrive Giuseppe Sersale di Anthilia – non pare che ci sia consenso tra i banchieri per un rialzo prima dell’estate. Ma poiché le regole non scritte sconsigliano di procedere con politiche espansive quando sono totalmente inattese, occorre crearsi il margine di manovra necessario preparando il mercato alla mossa. Ed è quello che la Fed sta facendo”, confortata per giunta dai dati in arrivo dall’economia.

Il Leading Indicator, che serve a fornire un’indicazione su come evolverà l’economia Usa nei prossimi 3-6 mesi, è salito a sorpresa a +0,6% da 0,2% del mese precedente. Intanto l’occupazione continua a migliorare: le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione sono scese a 278mila da 294mila della settimana precedente.

BRILLA WAL-MART (+9%), FRENA GOLDMAN SACHS

Wall Street si è prontamente allineato al nuovo sentiment. S’indeboliscono gli indici azionari: Dow Jones -0,5%, Standard & Poor’s 500 -0,4 % a 2,040 punti. Nasdaq – 0,6%. In ribasso anche le banche, anche se il settore sarebbe premiato dal possibile aumento dei tassi: Goldman Sachs arretra del 3%. Ma le più colpite sono le telecom (-1,3% l’indice di settore), finora tra i titoli migliori per i rendimenti finora superiori a quelli dei bond, ora visti in risalita. Fa eccezione la brillante performance di Wal-Mart. Il colosso mondiale della grande distribuzione è salito del 9% dopo avere diffuso risultati superiori alle attese.

Si rafforza il dollaro, in crescita contro tutte le monete. L’euro tratta stamane a 1,123 sulla valuta Usa dopo aver varcato ieri la soglia di 1,11. ieri pomeriggio). Stamane tratta a109,85 sullo yen, con un guadagno dello 0,7% nella settimana.

Il cambio di rotta ha penalizzato il petrolio: il Brent ha perduto il 2,8% a 47,54 dollari, il Wti è sceso in una percentuale simile, a 46,89 dollari. Con tempismo sospetto Goldman Sachs si è già adeguata: martedì mattina il broker aveva già abbassato il rating dei titoli americani a “neutral”. Ma già la scorsa settimana David Kostin , chief strategist di Goldman per l’azionario Usa, aveva corretto la sua previsione: da un rialzo modesto, il 3%, per l’intero 2016, ad una correzione al ribasso dei prezzi del 10%, prima di un eventuale rimbalzo.

L’eventuale aumento dei tassi Usa avrà un effetto cosmetico più che sostanziale, sostiene Alessandro Fugnoli: “Non importa che alla Fed prudano le mani per alzare i tassi, perché il Qe continuerà a spingere europei e giapponesi a comperare Treasuries finché il loro rendimento sarà sopra zero”. Il bond con scadenza 2 anni è trattato allo 0,87%, era a 0,70% la scorsa settimana.

ASIA IN SALITA: PIACE A TOKYO IL DOLLARO FORTE

Moderati i riflessi sui mercati asiatici. Stamattina la Borsa del Giappone si avvia a chiudere la seduta in rialzo dello 0,5%, su questi livelli, la settimana termina con un guadagno di circa due punti percentuali grazie alla spinta del dollaro in recupero sullo yen. Hong Kong sale dell’1% e Shanghai dello 0,2%. Invariata Seul. Mumbai +0,5%.

L’OPA BAYER SU MONSANTO FRENA FRANCOFORTE

I segnali in arrivo dalla Fed non hanno lasciato indifferenti le Borse europee: Parigi -0,7%, Londra -1,7%. Nella sua conferenza stampa William Dudley, presidente della Fed di New York, ha sottolineato che le decisioni dell’istituto centrale americano sui tassi terranno conto delle probabilità di un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.

Fa peggio Francoforte (-1,3%), in pieno clima m&a. Bayer (-4,5%) ha presentato un’offerta ostile su Monsanto, il leader mondiale delle sementi. Nella nota diramata dalla “preda” non ci sono dettagli finanziari: ai prezzi di ieri, la capitalizzazione della società di Saint Louis era di 42 miliardi di dollari. Da inizio anno, ci sono state nel settore della chimica per l’agricoltura operazioni per un controvalore di 84 miliardi di dollari. 

MILANO CEDE LO 0,9% . IL BTP GUADAGNA PUNTI SUL BUND

A Milano il Ftse Mib ha ceduto lo 0,9% a 17.545 punti, performance sottotono che riflette quella degli altri listini. Il mercato ha esteso il ribasso nel pomeriggio quando le vendite hanno colpito anche alcuni titoli del settore bancario.

In scia ai titoli del Tesoro Usa, Bund e Btp hanno aperto ieri in calo, per poi lasciare invece spazio a un recupero del comparto periferico. Il mercato si è convinto che non esistono condizioni per un’impennata dei tassi nell’Eurozona, protetta dal Qe della Bce che non ha ancora raggiunto risultati sul fronte dell’inflazione. Il Btp decennale ha chiuso ad un rendimento pari a 1,501%, lo spread è a quota 131.

MEGAFUSIONE NEL SETTORE: SPROFONDA SAIPEM

A pesare sugli indici europei sono stati i titoli petroliferi (indice Stoxx di settore -2,5%): Eni ha perso il 2,6%, Tenaris -3%. La francese Total arretra del il 2,2%. Fa assai peggio Saipem in ribasso del 3,6% chiudendo a 0,3588 euro, dopo essersi spinta in mattinata fino a 0,3849 euro sulla notizia di un grande merger nel settore. La francese Technip (+12%) e l’americana FMC Technologies hanno annunciato la fusione, un’operazione tutta in carta che si concluderà con la nascita di un soggetto controllato pariteticamente dagli attuali azionisti dei due gruppi che avrà una dotazione di 13 miliardi di euro a livello di equity.

METROWEB, ENEL RILANCIA. I PROXY CONTRO I BONUS DI CATTANEO

È entrata nella fase calda la sfida per il controllo di Metroweb. Ieri Enel (-0,9%) ha avanzato una nuova offerta non vincolante per la società milanese controllata da Cdp e F2i: 806 milioni di euro. Secondo indiscrezioni l’offerta riguarda l’acquisto del 51% del capitale. Il colosso elettrico è favorevole ad una fusione tra Metroweb e Enel Open Fiber, la società creata ad hoc per la realizzazione del piano della banda ultralarga. Nella newco, F2i e Cdp continuerebbero a rimanere azionisti. Non è

Si annuncia intanto battaglia alla prossima assemblea di Telecom: i proxy advisors, determinanti per le scelte di voto dei fondi, si sono dichiarati contrari alla retribuzione del nuovo amministratore delegato Flavio Cattaneo, perché legata a risultati di breve periodo e perché i bonus sono garantiti anche in caso di uscita anticipata con il rinnovo del consiglio.

Deboli le utilities. Snam cede lo 0.77%: Société Générale ha ridotto la raccomandazione da buy a hold alla luce di una valutazione che passa a 5 euro da 4,7 euro. Le stime di Eps vengono alzate del 10% per tener conto di un minor tax rate e di un più basso costo del debito. Ma l’arrivo del rialzo dei tassi negli Stati Uniti dovrebbe portare, per trascinamento, ad un incremento del costo del denaro anche in Europa, un elemento potenzialmente negativo per le società molto indebitate, come per l’appunto le utility.

DEUTSCHE BANK: BOCCIATI GLI STIPENDI AI VIP

Giornata di forte volatilità per le banche, con gli investitori che da un lato vedono i possibili vantaggi di un rialzo del costo del denaro, e dall’altra temono un rallentamento della crescita. Da rilevare che l’assemblea degli azionisti di Deutsche Bank (+1,3%) ha bocciato con il 51,9% la proposta di remunerazione dei vertici della banca. Non è passata invece la richiesta di sottoporre ad un’indagine interna il comportamento degli organi di controllo, a lungo inattivi nell’azione di controllo nel corso di un 2015 “catastrofico” anche per le multe fioccate dalle autorità di vigilanza di tutto il mondo. La mozione è stata comunque votata dal 46% del capitale.

MORGAN STANLEY PREMIA INTESA. UNICREDIT ANCORA GIÙ

A Piazza Affari ha brillato Intesa, salita del 2,4%. L’azione resta la preferita di Morgan Stanley nel comparto bancario italiano, con rating overweight e prezzo obiettivo a 3,15 euro. Arretra ancora invece Unicredit (-1,4%), su cui pende la prospettiva di un cambio della guardia accompagnato da un forte aumento di capitale. In terreno negativo Monte Paschi (-1,1%). Carige lascia sul terreno il 2,4%: Fitch ha abbassato il rating delle obbligazioni bancarie garantite a BB+ da BBB-, con outlook stabile. In flessione anche Banco Popolare (-1,1%) e Pop.Milano (-1,2%).  Panorama misto anche nelle assicurazioni: UnipolSai +0,5%, Generali -1,4%. 

BLITZ DI SINGER SUI FONDI IMMOBILIARI, PRELIOS DICE NO A CONTI

Grandi movimenti sul fronte del mattone. La società di diritto lussemburghese Blado Investment, che fa capo a Elliott Associates controllata da Paul Singer ha annunciato l’intenzione di promuovere un’Opa volontaria totalitaria su quattro fondi immobiliari italiani quotati, per un valore di oltre 560 milioni ma con un Nav superiore al miliardo. Si tratta di Polis (controllata da un gruppo di banche popolari, tra cui Bper, Popolare di Sondrio e quella di Vicenza) e, Immobiliare Dinamico di Bnp Paribas, Real Estate Mediolanum e Alpha Immobiliare di Idea Fimit. I titoli hanno reagito con rialzi tra il 12 e il 18%.

Intanto Prelios ha chiuso in rialzo del 3,3% nel giorno dell’assemblea che ha espresso voto contrario alla possibilità di ingresso in Cda di candidati indicati dall’ex ad dell’Enel Fulvio Conti, che detiene una piccola partecipazione in una cordata di investitori.

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Positiva Mediaset (+1,1%): la controllata spagnola ha acquistato i diritti televisivi di Uefa Euro 2016.

Poco mossi i titoli dell’industria: StM -0,5%, Leonardo -0,2%. Fiat Chrysler arretra dello 0,4%. S&P ha migliorato il rating di FCA Bank a ‘BBB-/A-3’ da ‘BB+/B’, con outlook stabile.

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Categories: Finanza e Mercati