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Il giorno dell’asta dei Bot scoppia la mina dei derivati. Piazza Affari è cauta stamani

ITALIA, 8 MLD DI PERDITE POTENZIALI SU DERIVATI
OGGI L’ASTA BOT A 6 MESI CON SPREAD A 310

Il mondo riparte: l’economia americana torna ai livelli pre-crisi, l’Europa si risolleva. L’Asia respira dopo che la banca centrale cinese è corsa in in soccorso degli istituti di credito L’Italia no. Per chi ha fiducia nelle capacità predittive dei mercati finanziari, i segnali in arrivo dalla seduta di ieri sono più che inquietanti.

Stamane, giorno di asta per i Bot a 6 mesi, Repubblica e Financial Times danno notizia di una perdita potenziale di almeno 8 miliardi per il Tesoro a fronte di derivati accesi a fine anni Novanta e ristrutturati nel 2012 su richiesta delle banche (per lo più straniere) preoccupate di ridurre il rischio Italia. Il dato è contenuto in un’analisi di esperti sulla base del documento che il ministero fornisce con scadenza semestrale alla Corte dei Conti. E’ stata la magistratura contabile, secondo una fonte governativa, a muoversi dopo aver letto con preoccupazione i numeri – ufficiali ma non pubblici – ricevuti a inizio 2013. In aprile ha inviato la Guardia di Finanza al dicastero in cerca dei contratti di stipula di quei derivati. Ma finora non li ha ottenuti. All’epoca il direttore generale del Tesoro era Mario Draghi.

PIAZZA AFFARI UNICA BORSA IN ROSSO

Per chi ha fiducia nelle capacità predittive dei mercati finanziari, i segnali in arrivo dalla seduta di ieri sono più che inquietanti. L’indice FtseMib di Piazza Affari ha chiuso in calo dello 0,3% mentre tutte le altre Borse hanno segnato robusti rialzi: Francoforte +1,55%, Parigi + 1,51% e Londra +1,21%.

Intanto lo spread è salito a quota 310, i rendimenti dei Ctz sono ai livelli dello scorso settembre. La prima asta del Tesoro ha diffuso incertezza sul mercato. Non si nutrono grosse paure per l’asta odierna dedicata ai Bot a 6 mesi. Ma che accadrà domani, quando il Tesoro dovrà collocare tra 2 e 2,5 miliardi del benchmark quinquennale giugno 2018 e altrettanto del decennale maggio 2023?

A proposito dei Bot a 6 mesi Unicredit prevede un rendimento attorno all’1,05% ma, aggiunge, “il costo di finanziamento salirà probabilmente di 45-50 punti base rispetto all’asta dell’ultimo mese, pur rimanendo in termini assoluti ancora relativamente basso”.

WALL STREET VOLA, SHANGHAI NON RIPARTE. CROLLA L’ORO

Tokyo -0,01% in equilibrio ad un’ora dalla chiusura.

L’intervento della Banca centrale di Pechino (People’s Bank of China) a favore di “alcuni istituti” (nel comunicato ufficiale non si fanno nomi) ha favorito il rimbalzo di Hong Kong +1,5%, ma la situazione resta tesa: ad un’ora dalla chiusura la Borsa di Shanghai perde l’1,2%.

L’ottimismo viene dagli Usa.

Il Dow Jones sale dello 0,69%, l’S&P500 dello 0,95% ed il Nasdaq dello 0,82%.

E’ la risposta dei mercati agli eccellenti dati macro diffusi ieri: tutti, dagli ordini di beni durevoli, saliti a maggio del 3,6% alla fiducia dei consumatori ed all’indice Case-Shiller sulla vendita di nuove case, sono i migliori degli ultimi 5 anni.

Nuovo tracollo per l’oro scivolato a 1,248 dollari lo’oncia -2,3%.

CONTINUA LA FRANA DI MEDIOBANCA E BPM

A frenare Piazza Affari sono state soprattutto le banche: Mediobanca ha perso il 4,9%, Unicredit -1,1%, Intesa-0,4%, MontePaschi -3,8%.

Chiusure pesanti per Banca Pop. Milano -5,4% e Pop. Emilia -6,5%.

Negative anche le assicurazioni: Generali -0,1%, Fondiaria-Sai -4,1%.

Buon rialzo per Diasorin +3,3%.

Mediaset +1,8% ha recuperato solo parte delle perdite della seduta precedente. Al rialzo Fiat +3% in linea con il settore automotive.

Fra gli altri titoli industriali, Finmeccanica è scesa del 2,6%, positiva StM +1,2%. Hanno chiuso in maniera brillante Prysmian +2,9% e Tenaris +3,4%.

Prosegue la caduta di Saipem. Il titolo del gruppo oil service è in calo del 2,7%, su livelli di prezzo che non vedeva dal marzo 2009 nonostante l’annuncio di un contratto nell’offshore della Nigeria per un valore di circa 3 miliardi di dollari.

Rcs Mediagroup ha perduto il 5% sprofondando sui nuovi minimi storici a 1,375 euro (-70% da inizio anno) mentre i diritti d’opzione precipitano : -79% a 0,011 euro. I diritti saranno trattabili fino a venerdì 28 giugno e danno il diritto di sottoscrivere 3 nuove azioni ogni diritto posseduto a 1,235 euro ciascuna.

Si avvicina il concordato preventivo di Seat Pagine Gialle. Il documento, accompagnato dal piano industriale 2013-18 , secondo le agenzie, sara’ sul tavolo del consiglio di amministrazione di giovedi’ per ottenere il via libera formale a cui seguira’ la presentazione al Tribunale di Torino entro l’1 luglio. La ristrutturazione mira a portare l’indebitamento del gruppo dagli attuali 1,33 miliardi a una cifra vicina ai 400 milioni, circa quattro volte l’ebitda di un centinaio di milioni atteso per il 2013. Per raggiungere questo obiettivo la proposta di concordato in continuita’ intende in primis rimborsare i creditori con tutte le risorse derivanti dalle attuali disponibilita’ liquide, meno di 200 milioni a livello consolidato, e dalla cessione di asset. Per il credito restante sara’ chiesta la conversione in capitale. Sul fronte delle dismissioni, le attivita’ di maggior valore e con piu’ mercato sono quelle della controllata tedesca Telegate, di cui Seat ha il 77% e che capitalizza 150 milioni: Seat ha affidato a un advisor il mandato per la ricerca di un acquirente e sono gia’ in corso contatti con un soggetto estero che potrebbero portare ad ottenere un’offerta vincolante alla fine dell’estate-

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