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I dazi non spaventano le Borse e i big Usa comprano Btp

FIRSTonline

“Forse vincerete questa battaglia, ma perderete la guerra”. È Jack Ma, il padrone di Alibaba, a interpretate gli umori di Pechino dopo l’affondo sui dazi di Donald Trump. Nella sua ultima apparizione davanti agli azionisti prima di lasciare la guida del gruppo al luogotenente David Zhang, il re dell’e-commerce ha detto che “questa guerra potrebbe durare più di vent’anni”, ma alla fine non si potrà che rivedere il Wto, l’accordo sui commerci che Trump non intende né rispettare, né rinnovare. Parla il tycoon più “americano” di Cina, il governo reagisce sparando le ultime munizioni tariffarie contro l’import dagli Usa. Ma le Borse, forse troppo ottimiste, annusano aria di ripresa del dialogo. i toni dei comunicati diffusi ieri da Stati Uniti e Cina, se si tralasciano le dichiarazioni di Donald Trump ad uso degli elettori, sono concilianti. Il segretario al commercio Wilbur Ross ha si è augurato di poter tornare alla trattativa, appena ci saranno le condizioni: “L’obiettivo è tornare ad avere un dialogo costruttivo con la Cina”.

Si spiega così l’intonazione positiva dei mercati.

Avanzano le Borse cinesi, bene impressionate dalle dichiarazioni del premier Li Kequiang sulle riforme finanziate promesse a favore del business. Hong Kong è in rialzo dell’1%, l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai dell’1,1%.

Positivi gli altri listini asiatici. A guidare il rally è la Borsa del Giappone guida il rally. L’indice Nikkei sale dell’1,5% a circa 24.000 punti, massimo da gennaio di quest’anno. Il guadagno odierno si aggiunge al +3,5% accumulato negli ultimi tre giorni.

La Banca del Giappone ha confermato stanotte l’intenzione di tenere i tassi di interesse molto bassi per un “considerevole periodo di tempo”. In linea con quanto affermato a luglio, il board della banca centrale ha promesso maggiore flessibilità sugli obiettivi di rendimento dei bond di lungo periodo, nel tentativo di ridare vita al moribondo mercato dei bond giapponesi.

I dazi reciproci, operativi da entrambe le parti a partire dal 24 settembre, non hanno mosso più di tanto il cross dollaro yuan, poco mosso anche stanotte a 6,85.

Di poco conto anche le ripercussioni sul cross euro dollaro, stamattina a 1,167.

Le tensioni commerciali si sono fatte sentire sul mercato obbligazionario: il rendimento dei t Bond ha superato l’asticella del 3 per cento (3,05%). Il Bund tedesco è allo 0,47%. Ma il trend non ha però frenato il recupero dei Btp. A comprare i bond italiani sono ora i principali gestori mondiali, oltre a Janus, Franklin Templeton e Fidelity, c’è anche Blackrock, il più grande di tutti. Una scelta”tattica”, come l’ha definita Morgan Stanley, in attesa di indicazioni più solide dalla manovra.

Il petrolio Brent si è portato a 79 dollari il barile, anche a seguito delle voci sull’indisponibilità dell’Arabia Saudita a favorire la discesa del prezzo del petrolio, come vorrebbe l’amministrazione Trump. I vertici dell’Opec si riuniranno il 23 settembre.

In recupero ieri sera Wall Street: Dow Jones +0,71%, S&P 500+0,54%. Il Nasdaq +0,76%.

Apple +0,2%, in parte graziata dai dazi di Trump sui prodotti fabbricati in Cina, La Mela restituirà 14,3 miliardi all’Irlanda come vuole la Ue. Ma Dublino non è d’accordo.

Alla vigilia dell’assemblea Nike (+2,4%) tocca un nuovo massimo assoluto.

MILANO AL TOP DAL 10 AGOSTO

Gli operatori continuano a scommette sul lieto fine della laboriosa trattativa sulla manovra italiana, confidando nella tenuta della linea del ministro Tria.

Milano (+0,55%) si è così confermata la Borsa migliore dell’eurozona. L’indice si è spinto fino a 21.218 punti segnando il valore più alto dal 10 agosto scorso.

Chiusura con il segno più per gli altri listini dell’eurozona: Francoforte +0,52%; Parigi +0,28%; Madrid +0,41%. Piatta Londra (-0,01%) in attesa di novità sul fronte della Brexit, mentre Zurigo lascia sul terreno lo 0,21%.

TRIA NON CEDE A DI MAIO: “NON MI IMPRESSIONA”

Prosegue però serrato il confronto all’interno della compagine di governo per far quadrare i conti. l ministro dell’Economia, Giovanni Tria, resiste alle richieste in arrivo dai Cinque Stelle. Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, pur smentendo la richiesta di dimissioni del ministro, ieri ha alzato il tiro: “Gli italiani in difficoltà – ha detto – non possono più aspettare, lo Stato non li può più lasciare soli e un ministro serio i soldi li deve trovare”. Tria non ha reagito: “Non mi impressiona il dibattito politico – è stata la sua risposta – Ognuno fa la sua parte”.

SPREAD IN RITIRATA. BLACKROCK CONSIGLIA LA CARTA ITALIANA

La fiducia sulla tenuta del titolare dell’Economia si è estesa anche al mercato obbligazionario. Lo spread si è ridotto di 7 punti base a 230 da 242 dopo un tuffo a 228, minimo dall’11 settembre. Il tasso del Btp a 10 anni è sceso a 2,78% da 2,87% (minimo di seduta a 2,76%). Siamo sui livelli più bassi da inizio agosto.

Positivi i giudizi dei grandi investitori. Migliora la visione sui Btp di Blackrock: il giudizio negativo (short) di inizio anno è prima stato ritoccato a ‘neutral’ per poi salire a positivo (long). Secondo gli analisti americani, la “carta” italiana è più attraente rispetto al resto del Sud Europa (Grecia, Portogallo, Spagna).

Non a caso, anche lo spread Italia/Spagna si è ridotto a 137 punti base dal picco di agosto a 175.

PRYSMIAN, FERRARI E TIM: IL TRIS DEL TORO

Prysmian, Ferrari, Tim. Le performance delle tre blue chips spiegano in larga misura la prosecuzione del rialzo della Borsa italiana.

Prysmian (+5,2%) tra le migliori blue chip dopo una buona trimestrale. L’azienda si è scrollata di dosso i timori per i problemi del progetto Western Link, il collegamento via cavo tra Scozia e Galles. Le vendite del gruppo sono state pari a 4 miliardi e 364 milioni di euro nel primo semestre 2018 (in crescita di circa l’11% rispetto ai 3 miliardi e 938 milioni del 2017), di cui 381 attribuibili a General Cable, controllata acquisita nel 2018. Il debito finanziario netto è di circa 3 miliardi, di cui 2,5 miliardi dovuti all’acquisizione di General Cable.

PIÙ DIVIDENDI PER LA ROSSA IN ATTESA DI “PUROSANGUE”

Ferrari +3,94% dopo le brusche oscillazioni che hanno accompagnato l’Investor Day di Maranello. Il titolo è scivolato in mattinata all’annuncio di un obiettivo di ebitda adjusted al 2022 tra 1,8 e 2 miliardi di euro, limato rispetto alla precedente stima di 2 miliardi. Poi si è ripreso quando è stato annunciato l’aumento del pay out al 30% (dall’attuale 25) e l’arrivo di un buy-back per 1,5 miliardi.

Secondo il piano industriale presentato al Capital Markets Day, i ricavi al 2022 saliranno a quasi 5 miliardi contro 3,4 miliardi del 2017. A garantire l’ascesa saranno soprattutto i nuovi modelli (15 in tutto) che saranno lanciati entro il 2022. Compreso “Purosangue”, la vettura che non va chiamata Suv perché, parola del ceo Louis Camilleri “aborrisco sentir nominare assieme Suv e Ferrari”. Il ceo ha anche confermato che “il 60% dei modelli che produrremo entro il 2022 sarà dotati di una motorizzazione ibrida”.

SI RIVESGLIA TIM, BUY BACK AL VIA PER BUZZI

Tim +3,93%. Il mercato ha riscoperto il titolo sceso a livelli infimi. L’occasione per il rimbalzo è stata fornita dai recenti incontri dei vertici del gruppo con il presidente del consiglio: Palazzo Chigi non ha fornito dettagli sui colloqui. Prosegue intanto la procedura di assegnazione delle frequenze per il 5G. L’ammontare totale delle offerte vincenti ha raggiunto i 3.280.152.258 euro, con un incremento di 799.149.454 euro rispetto alle offerte iniziali.

In testa ai paniere delle blue chip c’è però Buzzi Unicem + 5,57%, galvanizzata dall’annuncio dell’avvio del piano di buyback approvato dall’assemblea a maggio. Il piano servirà, tra le altre cose, per eventuali operazioni straordinarie o assegnazioni gratuite ai soci.

MUSTIER CHIEDE FLESSIBILITÀ SULLE VECCHIE SOFFERENZE

Debole tutto il settore bancario con l’indice settoriale europeo piatto. Intesa e Unicredit cedono rispettivamente lo 0,17% e lo 0,51%. Jean Paul Mustier, riferisce Les Echos, è in trattative con l’Autorità di Vigilanza della Bce per ottenere esenzioni parziali sugli accantonamenti richiesti su una parte dei crediti ereditati dalle passate gestioni. Danielle Nouy non ha bocciato la richiesta ma, parlando in un convegno di fronte al banchiere ha fatto notare che “la questione è molto delicata perché rischiamo di aprire un vaso di Pandora”. Mario Draghi, nella stessa occasione, ha sottolineato che “è necessario che le banche europee riducano le sofferenze, ancora tropo alte rispetto alle banche Usa”.

Mediobanca (invariata), è interessata a un’alleanza con Messier Maris, banca d’affari francese, secondo quanto scrive Les Echos .

TREVI +15,4%, PACE FATTA CON I CREDITORI

Nel resto del listino da sottolineare il balzo di Trevi (+15,41%) dopo l’accettazione da parte di quasi la totalità dei creditori finanziari dell’accordo di standstill.

Avanza anche Gamenet (+6,16%): Equita Sim ha avviato la copertura con buy.

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