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Greggio e risparmio: le Borse frenano

Borse europee caute in attesa della ratifica in Parlamento del piano imposto da Bruxelles alla Grecia.

Piazza Affari -0,65% (indice Ftse Mib a quota 23,016) è la peggiore. Parigi -0,10% . Francoforte -0,3%, Madrid -0,2%. L’indice tedesco sulla fiducia, lo Zew, è in calo a 29,7 dal 31,5 precedente ma sopra le attese.

L’euro è fermo a quota 1,10 sul dollaro, sui minimi dall’inizio di giugno.

Invariato anche il Btp: il decennale rende il 2,11%, scende lo spread in scia all’apprezzamento del tasso del Bund allo 0,83%.

Il dato macro più rilevante riguarda il nuovo calo del petrolio sull’onda dell’intesa tra Iran e il club “5+1”. Il greggio Wti scende a 51,3 dollari, ai minimi da tre mesi e mezzo, in calo del 2%

L’Eni perde lo 0,8%. Arretrano anche gli elettrici: Enel -0,8%, Snam -1,3% e Terna -0,4%.

A frenare Piazza Affari è la stretta sui titoli del risparmio gestito.

La Consob ha invitato le società del settore a rispettare le norme sulla distribuzione dei prodotti. In sostanza le società di gestione italiane che collocano in Italia fondi con sede all’estero hanno meccanismi di calcolo delle commissioni più blandi rispetto a quelli che magari si andrebbero ad allineare alla Mifid. Hanno quindi performance fee maggiori. La Consob ha inteso così richiamare “gli intermediari distributori di fondi caratterizzati da meccanismi commissionali più vantaggiosi per i gestori e per gli stessi distributori a individuare e a gestire i conflitti di interesse che ne derivano. Consob si riserva di verificare nell’ambito dell’attività di vigilanza la condotta degli intermediari, per garantire il loro allineamento a questo richiamo”.

Di riflesso perde terreno Azimut -6,8%, la più colpita in caso di applicazione delle nuove commissioni. Mediolanum -3,8%, Banca Generali -4,3%.

Deboli anche le banche: Unicredit -1% come Banca Popolare Milano. Intesa -0,3%.7

Sale Fiat Chrysler +0,4%, cala Stm -0,4%.

In grande evidenza Prysmian +2%: la società realizzerà una nuova connessione sottomarina (valore 550 milioni di euro) tra Norvegia e Gran Bretagna.

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