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Grandi pulizie in banca da Mps a Bpm e prime battaglie d’autunno in Pirelli e Rcs

GRANDI PULIZIE IN BANCA, DA MPS A POP MILANO. DA PIRELLI A RCS, LE PRIME BATTAGLIE D’AUTUNNO

La tre giorni del Tesoro è cominciata, come previsto, in maniera positiva. L’asta dei Ctz ha visto il Tesoro collocare 3 miliardi di Ctz con scadenza 2014 e rendimento al 3,064%, in forte calo dal 4,86% dell’asta di fine luglio. Oggi gli esperti prevedono il bis all’asta dei Bot a 6 mesi (9 miliardi).  Ma, a sorpresa, l’ottimo risultato peraltro accompagnato da un’ottima performance dell’asta dei titoli spagnoli, non ha giovato al Btp decennale che ha addirittura ha registrato in serata un rialzo del rendimento (al 5,79%) con spread in allargamento a 445 (+12 punti base).

I mercati, insomma, si fidano con riserva: sì alle scadenze brevi, in attesa degli acquisti Bce; no ad impegni “lunghi”, visto che la crisi europea sembra sempre più grave. L’ultimo segnale arriva da Barcellona. La regione autonoma della Catalogna é stata costretta a chiedere soccorso finanziario al governo. Dopo Valencia e Murcia, la Catalogna è la terza delle 17 regioni autonome spagnole a bussare a Madrid per mancanza di fondi.

La marcia di avvicinamento al direttorio Bce del 6 settembre prosegue oggi con la visita di Mario Monti ad Angela Merkel a Berlino. Subito dopo frau Merkel s’imbarcherà alla volta di Pechino. Rinuncia alla trasferta americana, invece, Mario Draghi. A Jackson Hole quest’anno il governatore non ci sarà: troppo importante l’appuntamento con l’Europarlamento (settembre) ma soprattutto il braccio di ferro con Jens Weidmann il giorno 6.

Nel frattempo, secondo “Der Spiegel”, Angela Merkel svolgerà a Pechino l’inedito compito di promotore finanziario proponendo alla Cina l’acquisto “di bond italiani e spagnoli, i cui tassi di interesse sono elevati e attraenti”. Oltre al premier cinese Wen Jiabao, in Cina Merkel vedrà anche il presidente Hu Jintao.

Le Borse asiatiche snobbano però i giochi diplomatici europei e si affidano alle misure che Ben Bernanke, potrebbe annunciare nel sempre più atteso discorso a Jackson Hole di venerdì prossimo. Sia Tokyo +0,15% che Hong Kong +0,10% si mantengono in terreno positivo, a conferma di un cauto ottimismo.

Atmosfera d’attesa anche a New York, condizionata da segnali contrastanti: da una parte i buoni dati in arrivo dall’indice Case-Shiller sull’immobiliare, da cui emergono nuovi segnali di ripresa del settore; dall’altra l’inattesa discesa dell’indice della fiducia dei consumatori, ai minimi da 9 mesi. La sintesi è un andamento quasi piatto: Dow Jones –0,17%, S&P –0,08%, Nasdaq +0,13%.

Sugli Usa, ormai in piena atmosfera preelettorale, incombe la spada di Damocle di Fitch. L’agenzia di rating è intervenuta a gamba tesa nel dibattito sui rischi del cosiddetto “fiscal cliff” ( o precipizio fiscale) provocato dalla fine degli sgravi fiscali dell’era Bush. Se Washington non agirà in modo deciso per evitare un aumento del debito nella prima meta’ del prossimo anno, gli Stati Uniti potrebbero perdere la tripla A. Un anno fa Standard & Poor’s aveva tagliato la valutazione degli Stati Uniti da ‘Aaa’ a ‘Aa+’ per la prima volta nella storia del Paese.

Borse deboli, in attesa degli eventi, nella seduta europea di ieri. A Milano l’FtseMib ha chiuso in calo dello 0,1%, Londra è scesa dello 0,1%, Parigi -0,8%, Francoforte -0,6%. L’euro è scambiato stamane a 1,2565 , invariato rispetto alla chiusura di ieri.

Il prezzo del petrolio è poco mosso con il Wti a 96,04 dollari al barile e il Brent a 112 dollari. L’uragano che sta imperversando sul Golfo del Messico e sta per colpire gli Stati Uniti ha fatto ridurre di oltre 70% la produzione di idrocarburi negli Usa. Ieri  Eni è scesa dello 0,1%, Saipem -0,7%, Tenaris -1,2%.

Doccia fredda per le banche italiane da parte di Fitch. L’agenzia ha tagliato il rating di 7 banche italiane di media dimensione. La revisione al ribasso ha colpito i giudizi a lungo termine della Popolare di Sondrio (a ‘BBB+’ da ‘A-‘), del Banco di Desio (a ‘BBB+’ da ‘A-‘) e della Bpm (a ‘BBB-‘ da ‘BBB’). Tagliati al di sotto dell’investment grade (e quindi a livello ‘junk’) i giudizi su Carige, Popolare di Vicenza, Credito Valtellinese e Veneto Banca (per tutte la riduzione e’ di due gradini, a ‘BB+’ da ‘BBB’). Confermati invece i rating su Bper (a ‘BBB’) e Credem (a ‘BBB+’). L’outlook e’ negativo su tutte le banche.

Ma ieri le banche sono state le grandi protagoniste, in Borsa e fuori. A partire da Monte Paschi +1,9%. Prosegue infatti a pieno regime l’operazione pulizia imposta da Fabrizio Viola e dal presidente Alessandro Profumo che non ha usato mezzi termini per giudicare lo stato in cui versa l’istituto: più che l’acquisto di Antonveneta (“quando ero in Unicredit – commenta – mi era stata offerta ma rifiutai perché il costo mi sembrava alto”), Profumo punta l’indice “contro la qualità della gestione” precedente, che ha tra l’altro comportato l’acquisto di 27 miliardi di titoli di Stato. “Abbiamo un portafoglio che nessuno di noi avrebbe mai comprato con i propri soldi”. Il risultato? Una banca che deve 3,4 miliardi allo Stato ma capitalizza in Borsa 2,8 miliardi.

Di qui una nuova pesante svalutazione dell’avviamento da parte del Monte dei Paschi di Siena nel primo semestre dell’anno che produce un risultato netto negativo da 1,61 miliardi (utile di 261,4 milioni nel semestre 2011). La svalutazione dell’avviamento decisa dal cda della banca e’ di 1,52 miliardi alla quale si aggiunge la svalutazione integrale del marchio Banca Antonveneta. Il risultato operativo netto del semestre cala a 182,5 milioni (-69,1%). Migliora il core tier1 al 10,8% (+50 punti base dall’inizio dell’anno). Il ratio patrimoniale cresce all’8,85% al netto dei Tremonti bond.

Svolta integrale anche alla Banca Popolare di Milano +0,8% che ha chiuso il primo semestre del 2012 con una perdita netta di 131,3 milioni. Sul risultato pesa la “svalutazione integrale” degli avviamenti e delle attività immateriali per 360 milioni, che ha avuto un impatto (al netto dell’effetto fiscale) di 239,4 milioni. Al netto di questa voce, i primi sei mesi dell’anno hanno visto un utile normalizzato di 97 milioni, in crescita del 96,6% rispetto a giugno 2011. I proventi operativi sono saliti del 6,3% a 794 milioni, con margine di interesse a 455 milioni (+9,3%) e commissioni nette a 243 milioni (-12,6%), mentre gli oneri operativi sono diminuiti dell’8,9% a 498 milioni, per un rapporto cost/income al 62,7%.

Piazza Affari ha premiato i conti di Ubi salita del 4,8% e in minor misura quelli del Banco Popolare +0,6%. In lieve rialzo anche Generali, che ha chiuso con un guiadagno dello 0,1%, mentre Mediolanum è salita dello 0,8%. Fra i titoli industriali il segno meno è quasi ovunque. Finmeccanica  ha perso l’1,2%, Prysmian -1,1%, StM -1,6%, Fiat Industrial -0,9%. Fra le utility, A2a e Atlantia hanno perso rispettivamente l’1,3% e lo 0,7%, Enel Green Power è salita dell’1,8%. Forte rialzo di Hera  +6,2% dopo i risultati migliori delle attese (e l’interesse della Cdp). Anche Acegas, promessa sposa di Hera, ha guadagnato il 6%.

Frena la corsa Prelios -7,6%, nuovo terreno di confronto tra la famiglia Malacalza e Marco Tronchetti Provera. Davide Malacalza ha votato contro l’approvazione della semestrale non intravvedendo i presupposti della continuita’ aziendale. La posizione di Malacalza non e’ stata condivisa dal resto del cda che si e’ espresso compattamente a favore della continuità’. Allo stesso modo si e’ espresso anche il collegio sindacale e la società di revisione Ernst & Young. Secondo questi soggetti, sia le banche che le operazioni straordinarie in vista, infatti, lasciano ritenere che Prelios possa continuare a operare in continuità supportata dagli attuali soci.

Rcs ha chiuso in rialzo del 21% dopo essere stata sospesa per buona parte della seduta. In due giorni il guadagno complessivo è stato del  52,6%: sono passate di mano 4,9 milioni di azioni, pari a quasi lo 0,7% del capitale, due volte e mezza rispetto a  lunedì e più di venti volte rispetto alla seduta di venerdì.

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