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GameStop, croce e delizia: conti in rosso, ma in Borsa è ancora retail mania

FIRSTonline

Un bagno di realismo per GameStop, la società che dall’inizio dell’anno ha creato non poco scalpore a New York a causa della cosiddetta Retail Mania che ha portato il titolo a balzare a livelli mai visti prima. 

Mentre la performance delle azioni continua ad attirare l’attenzione degli investitori di tutto il mondo, GameStop ha pubblicato i dati finanziari del 2020, che mostrano un giro d’affari in contrazione e prospettive incerte sul prossimo futuro. Il core business della società rimane la vendita in negozio di videogiochi, un settore che con l’esplosione dell’e-commerce affronta una crisi che sembra essere definitiva. GameStop sta infatti cercando di spostare il proprio business sull’online, ma la strada da fare è ancora lunga e i risultati finanziari lo dimostrano.

La società ha chiuso il 2020 con ricavi in calo del 21% a 5,09 miliardi di dollari e una perdita netta di 215,3 milioni di dollari, 3,31 dollari per azione, diluita rispetto alla perdita netta di 470,9 milioni (5,38 per azione) nell’anno fiscale precedente. A lasciare qualche speranza però è proprio l’esplosione delle vendite globali tramite e-commerce, cresciute del 191% e arrivate al 30% delle vendite totali dell’azienda. Bene anche i dati del quarto trimestre, archiviato con un utile di 80,5 milioni di dollari contro i 67,8 milioni dello stesso periodo del 2019.

Nonostante i dati non positivi, l’interesse per le prospettive future di Gamestop resta alle stelle. Nel corso della conference call che ha seguito la pubblicazione di conti, molti ascoltatori sono “rimasti alla porta”. Le richieste di accesso alla call sono state talmente alte da costringere gli organizzatori a respingere gli ascoltatori. I dirigenti hanno comunque rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda, anche se l’azienda ha rivelato che stava valutando la possibilità di vendere azioni aggiuntive per raccogliere più soldi, data l’attenzione ricevuta.

A Wall Street, il titolo GameStop ha chiuso la seduta di ieri con un ribasso del 6,55% a 181,75 dollari e nel pre-market odierno cede un’ulteriore 12,3%. Ricordiamo che lo scorso 27 gennaio le azioni avevano toccato un massimo storico di 347 dollari per azione, in rialzo del 1900% rispetto ai 17,2 dollari del 4 gennaio. Nonostante i successivi ribassi, da inizio anno ad oggi il titolo guadagna comunque il 935% del suo valore. 

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