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Ft: l’Europa ha in mano tre jolly anti-crisi. Wall Street e borse asiatiche ringraziano

L’ONDA DEL TORO SI TRASMETTE ALL’ASIA
SHANGAI RISALE DAI MINIMI DA 14 MESI

Borse asiatiche in forte rialzo. L’indice Msci Asia Pacific mette a segno un incremento del 3,1%, risollevandosi dai mini dallo scorso 10 maggio. Il Nikkei 225 registra un balzo in avanti dell’1,99%, fa meglio l’Hang Seng di Hong Kong +2,4%. In forte rialzo le banche, compresa Hsbc +1,9%. Rimbalza anche il colosso minerario Bhp Billiton a Sidney +3%. In parallelo prende la via della discesa il rendimento dei futures sui T bond trentennali. Anche la Borsa di Shangai si risolleva dai minimi da 14 mesi a questa parte.

GRAZIE EUROPA, WALL STREET FESTEGGIA
DJ SALE DEL 2,5%. PER BUFFETT BALZO IN AVANTI DEL 7,6

Anche Wall Street ci crede. I mercati americani hanno vissuto la seduta più euforica dall’inizio dell’estate sull’onda della fiducia di un accordo sui problemi del debito sovrano europeo. Lo Standard & Poor’s chiude on un rialzo di 272 punti base, pari al 2,53%. Segue a ruota lo Standard & Poor’s 500 +2,33% e il Nasdaq +1,35%. Un finale in crescendo, favorito dai livelli depressi del listino: il rapporto price/earning dello S&P’s è scivolato, dopo un ribasso dallo scorso giugno del 13 per cento, a 12,4 volte, contro una media storica di 16 volte.

Ma, a testimoniare dell’estrema incertezza e della volatilità che dominano sui listini, basta la cronaca della giornata: l’indice ha subito una caduta dopo che le agenzie hanno registrato la dichiarazione del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaueble per cui “non è il caso” di incrementare la portata del Fondo salva Stati, per poi ripartire al rialzo dopo che il ministro austriaco Ewald Nowotny ha detto che ci sono “buone ragioni” per reintrodurre prestiti alle banche di durata superiore ai sei mesi. Ovvero per rifinanziare i titoli delle Pfandbriefe, le casse teedsche che viaggiano in pessime condizioni. Citigroup e JP Morgan Chase &Co hanno registrato un balzo del 2,9%, precedendo Caterpillar e FedEx, entrambe +2,5%, due titoli legati tra i più sensibili al ciclo economico. Sugli scudi, però, c’è soprattutto Berkshire Hathaway +7,6% dopo l’annuncio di un buyback da parte della cassaforte di Warren Buffet.

L’AFFARE DELL’ANNO? I T-10 HANNO RESO IL 28%
FA BOOM L’IRLANDA: RENDIMENTO DAL 13 ALL’8%

L’investimento nei Treasury decennali ha reso un ragguardevole 28%, più del 24,4% realizzato nel 2008, Ieri, però i T bond hanno registrato un calo di 21 punti base. Buone notizie, una volta tanto, in arrivo dal fronte del debito sovrano europeo. Prosegue, tanto per cominciare, la discesa del rendimento del bond dell’Irlanda, arrivato a 8,22% (-22 punti base oggi). A metà luglio il rendimento del bond di Dublino era 13,8%

Una nuova ondata di vendite ha intanto colpito le materie prime. L’oro perde il 3% a 1.592 dollari (era scivolato fino a 1.530 dollari nel corso della seduta), l’argento perde il 3% a 30 dollari (era scivolato fino a 26 dollari). Ma la discesa più marcata riguarda il rame che cede il 4,1%: in un anno la caduta dei prezzi è del 23%, a conferma dell’aria di recessione che si respira nell’economia globale. L’euro è in ripresa nei confronti del dollaro a 1,352

AL VIA LE ASTE DEL TESORO PER 24,5 MLD
S&P TEAGLIA IL RATING A 11 ENTI LOCALI

Si riduce la forbice tra i tassi decennali Italia/Germania si è fermato ieri a ridosso dei 379 punti base. Un’indicazione che lascia ben sperare in vista dell’asta odierna di Bot e Ctz per 14,5 miliardi cui seguiranno, giovedì, Btp e Cct. L’offerta complessiva sarà di 24,5 miliardi. Dopo aver tagliato il giudizio sul debito sovrano italiano e su quello delle grandi banche del paese, S&P ha rivisto il proprio giudizio su 11 enti locali italiani, tra cui le città di Milano, Genova e Bologna. Per la città di Torino, invece, è stato rivisto da stabile a negativo l’outlook, mentre è stato confermato ad A il rating sul debito a lungo termine.

L’EUROPA HA IN MANO TRE JOLLY ANTI-CRISI
OGGI LA SLOVENIA VOTA SUL FONDO SALVA STATI

L’Europa sta pensando all’impensabile. Così il Financial Times commenta l’accelerazione improvvisa dei progetti per aggredire e risolvere la crisi dei debiti sovrani che ha risvegliato i mercati finanziari. Tre le direzioni di intervento in vista di un possibile vertice dei premier dell’eurozona da tenersi già ad ottobre: 1) approvare, entro pochi giorni, la dotazione di 440 miliardi del fondo salva-stati; 2) dotare il fondo di un effetto leva in grado di amplificare la sua potenza di fuoco; 3) presentare piani per una maggior integrazione delle economie dell’eurozona. Naturalmente, occorre superare il primo ostacolo, ovvero l’approvazione sulla nuova dotazione dell’Efsf da parte di tutti gli aderenti all’eurozona. Finora il Fondo salva-Stati ha ricevuto il via libera di 6 Paesi su 17. Oggi tocca al Parlamento della Slovenia, domani alla Finlandia, giovedì l’appuntamento-clou al Bundestag.

SLITTA LA DECISIONE SULLA GRECIA
PROBABILE IL DEFAULT AL 50%

Fumata nera per Atene. La decisione dell’Ecofin sugli aiuti per 8 miliardi necessari per pagare stipendi e pensioni non verrà presa il 3-4 ottobre ma nella riunione successiva attorno al 10 ottobre. Intanto il ministro delle Finanze di Atene è in visita in Germania a tre giorni dal voto del Bundestag sui nuovi capitali per il fondo salva Stati. L’andamento dei titoli greci sconta un default al 95%.

MILANO IERI REGINA D’EUROPA +3,3%
CORRONO FINMECCANICA E MEDIASET +4,5%

Le bozze dell’accordo tra i Big europei hanno rivitalizzato i listini azionari, a partire da quello di Milano. Dopo l’avvio negativo, i mercati europei hanno preso slancio. L’indice Ftse Mib, a metà giornata ha raggiunto una quota massima di 14.337 punti (un livello che corrisponde ad un rialzo di quasi il 5%), per poi rallentare dopo l’apertura di Wall Street fino a 13.673 punti. Infine, nuova inversione di rotta e finale in salita: un rialzo del 3,3% a 14.118 punti. Guadagni importanti anche in Europa: Francoforte +2,9%, Parigi +1,8%, Madrid +2,5%, Zurigo +1,9%. Meno ampio il rialzo di Londra (Ftse 100 -0,4%), penalizzata dalla debolezza delle società delle materie prime: l’indice di settore ha perso lo 0,1%.

A Milano hanno corso soprattutto le banche, che potrebbero essere aiutate a ricapitalizzarsi da questo nuovo fondo a forte leva finanziaria. Intesa Sanpaolo +8,3%, Unicredit +6,3%, Banca Popolare di Milano +3,6%, Ubi +6%, Banco Popolare +2,9%. Il rialzo ha contagiato le compagnie assicurative: Generali +5,5%, Fondiaria Sai +5,7% e Unipol +5%%. Trascurati i titoli dell’auto: Fiat +0,05%, Fiat Industrial -1,6%, Pirelli piatta. Finmeccanica ha guadagnato il 2,7% anche per effetto delle notizie riguardanti il partner Boeing. Infine, rimbalza Mediaset +4,5%.

BPM, BANKITALIA BOCCIA LA BOZZA PONZELLINI
LA CGIL SCENDE IN CAMPO CONTRO IL PAPOCCHIO

No secco di Bankitalia all’ultima bozza di statuto Bpm presentata ieri dal presidente Massimo Ponzellini e dal direttore generale Enzo Chiesa. Il progetto, infatti, non dà garanzie sull’effettiva autonomia del consiglio di gestione rispetto al consiglio di sorveglianza che gli “amici “della Bpm ritengono di poter continuare a controllare grazie al loro peso in assemblea. Si è così lavorato nella notte per presentare al cda odierno un testo, elaborato dal professor Umberto Bocchino, che possa accontentare le autorità di vigilanza.

Ieri Anna Maria Tarantola è stata esplicita: di questo passo l’unica soluzione è il commissariamento. A dimostrare l’isolamento dei sindacati interni di via Meda è stata anche la netta presa di posizione del segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso: basta con il “gioco delle tre carte” di Ponzellini. E’ quanto si legge in un comunicato firmato da Susanna Camusso, insieme al segretario generale della categoria dei bancari Agostino Megale, e al segretario della Camera del Lavoro di Milano Onorio Rosati. “Non saranno condivise in alcun modo scelte ‘gattopardesche’ che sembrano voler cambiare tutto per non cambiare nulla”, dice il sindacato aggiungendo che, in tema di governance, “per quanto ci riguarda la bussola di riferimento è improntata all’etica, al rigore e alla trasparenza indicata da Banca d’Italia”.

INTESA SI DEFILA, ROMANI ALZA BANDIERA BIANCA
EDISON SI AVVIA VERSO IL CONTROLLO DI EDF

Dopo il secco no di Bruno Tabacci, assessore competente per il comune di Milano, il consiglio di sorveglianza di A2A si avvia oggi a liquidare il lodo Zuccoli, ovvero la proposta di finanziare l’acquisto da Edison dell’intera Edipower. In parallelo, il ministro delle Attività Produttive Paolo Romani rinuncia alla mediazione del governo per trovare una soluzione italiana. Torna d’attualità a questo punto l’accordo di marzo che prevede il passaggio di Edison a Edf, la retrocessione di alcune centrali a A2A e una put a vantaggio dei soci Delmi. Come nel caso Parmalat, la soluzione italiana caldeggiata da Giulio Tremonti si è rivelata non praticabile.

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