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Ferrari, conti solidi ma sotto le attese: il titolo crolla in Borsa. In F1 confermata la fiducia a Vasseur

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Conti buoni ma non da scaldare il cuore della Borsa. Ferrari chiude il secondo trimestre 2025 con risultati solidi ma il titolo viene travolto dalle vendite e perde oltre il 9%, scivolando a 396,90 euro. Una reazione che sorprende, perché non ci sono segnali di debolezza strutturale nei dati, solo lievi scostamenti rispetto alle attese. Ma per un marchio che incarna l’eccellenza, deludere anche di poco può costare caro.

Nel dettaglio, i ricavi netti del trimestre si sono attestati a 1,787 miliardi di euro, in aumento del 4,4% su base annua, leggermente sotto le attese (1,82 miliardi). Le consegne sono state 3.494 unità, appena dieci in più rispetto all’anno precedente, ma inferiori al consenso di 3.515. L’utile operativo (Ebit) è salito dell’8,1% a 552 milioni, con un margine del 30,9%, mentre l’utile netto è cresciuto a 425 milioni di euro (+2,9%). L’utile per azione (Eps) è stato pari a 2,38 euro, appena sotto i 2,40 euro attesi.

A livello semestrale, Ferrari ha registrato ricavi per 3,58 miliardi (+9%), consegne per 7.087 vetture (+1%), e un utile netto di 837 milioni (+9%). Il margine operativo lordo (Ebitda) è aumentato del 10% a 1,24 miliardi, con una marginalità del 39,2%. L’Ebit è salito a 1,09 miliardi (+15%), con margine al 30,6%.

Rischio dazi rientrato: guidance 2025 confermata

Nonostante il “miss” marginale sulle attese, Ferrari ha confermato la guidance per il 2025, sostenuta da un miglior mix prodotto-geografico, dal contributo crescente delle personalizzazioni e da ricavi addizionali legati ai risultati della Formula 1 nel 2024.

La casa di Maranello ha anche annunciato la rimozione del rischio di un taglio ai margini di 50 punti base derivante dai dazi Usa sulle auto Ue, grazie all’accordo raggiunto tra Bruxelles e Washington: “Il rischio di una riduzione dei margini percentuali è stato rimosso in seguito al recente accordo su livelli inferiori raggiunto tra gli Stati Uniti e la Ue”, ha comunicato l’azienda.

Con queste premesse, Ferrari prevede di chiudere l’anno con:

  • Ricavi superiori a 7 miliardi di euro
  • Ebitda adjusted ≥ 2,68 miliardi (+5%, margine ≥ 38,3%)
  • Ebit adjusted ≥ 2,03 miliardi (+7%, margine ≥ 29%)
  • Utile per azione adjusted ≥ 8,6 euro (+2%)
  • Free cash flow industriale ≥ 1,2 miliardi (+17%)

Il free cash flow del secondo trimestre è stato pari a 232 milioni di euro, portando il totale del semestre a 852 milioni. A fine giugno, la posizione finanziaria industriale netta era negativa per 338 milioni, a fronte di una liquidità complessiva di 2,07 miliardi (inclusi 550 milioni di linee di credito inutilizzate).

Con risultati solidi, diversi analisti ritengono eccessiva la reazione del mercato, attribuendola a prese di profitto più che a vere criticità nei conti. “Ferrari oggi paga il prezzo dell’eccellenza: se non stupisci, deludi“, ha osservato Gabriel Debach, market analyst di eToro – “il vero messaggio della trimestrale è la rimozione del rischio dazi Usa. Chi guarda oltre la giornata troverà più solidità che fragilità sotto il cofano”.

Vigna: “Solidità e visione”

“I solidi risultati comunicati oggi riflettono il nostro impegno a eseguire la nostra strategia con disciplina e determinazione. Continuiamo a promuovere l’innovazione e ad arricchire la nostra offerta di prodotti, che alimenta un già forte portafoglio ordini. Testimonianza di questo è la domanda eccezionale per la famiglia 296 Speciale e gli eccellenti riscontri sul recente lancio della Ferrari Amalfi, la nuova coupé che ridefinisce il concetto di gran turismo contemporanea”, ha dichiarato Benedetto Vigna, ceo di Ferrari.

Guardando al futuro, il ceo ha anticipato il debutto della prima Ferrari 100% elettrica, previsto per il Capital Market Day del 9 ottobre. “Sull’elettrico non c’è alcun ritardo, procediamo secondo i piani”, ha chiarito, respingendo le indiscrezioni su possibili ritardi.

Formula 1: nessuna rivoluzione, fiducia a Vasseur

Mentre i conti del gruppo tengono, in pista la Ferrari continua a inseguire il vertice della Formula 1. A Maranello, però, non è tempo di rivoluzioni. La scuderia ha deciso di rinnovare la fiducia a Fred Vasseur, confermandolo come Team Principal con un nuovo contratto pluriennale. La scelta mette a tacere le voci su eventuali interessamenti per Christian Horner (uscito di recente dalla Red Bull) e segna la volontà della squadra di costruire sul lavoro fatto finora.

“Oggi vogliamo riconoscere ciò che è stato costruito e impegnarci per ciò che ancora deve essere realizzato” – ha dichiarato Benedetto Vigna – “Questo riflette la nostra fiducia nella leadership di Fred. Andiamo avanti con determinazione e concentrazione”.

In carica dal 2023, Vasseur ha saputo guadagnarsi il sostegno dell’intera squadra, compresi i suoi piloti. Charles Leclerc ha parlato di “fiducia totale”, mentre Lewis Hamilton, approdato a Maranello proprio quest’anno, ha dichiarato che Vasseur è “l’uomo giusto per riportarci al vertice”.

Con lo sguardo già rivolto al 2026, la Scuderia si prepara alla svolta regolamentare che introdurrà monoposto profondamente riviste e motori ibridi 50% termici e 50% elettrici.

“Sono grato alla Ferrari per la fiducia che continua a riporre in me – ha dichiarato Vasseur – Questo rinnovo non è solo una conferma, ma una sfida a continuare a progredire, a rimanere concentrati e a dare il massimo. Negli ultimi 30 mesi abbiamo gettato basi solide, ora dobbiamo costruire con costanza e determinazione. Sappiamo cosa ci si aspetta da noi e siamo tutti impegnati per raggiungere questi obiettivi”.

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Categories: Economia e Imprese