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Fed mantiene bassi i tassi ma il dollaro vola e oggi il referendum in Scozia mette ansia ai mercati

DOLLARO SUPER NONOSTANTE LA FED “COLOMBA”
TOKYO OK, L’EUROPA TEME LA DOCCIA SCOZZESE

La Fed ha confermato la politica “soft”, ma i mercati restano convinti che il cambio di rotta sia ormai vicino e che sarà meno “morbido” di quanto finora previsto. La reazione più immediata alla conferenza stampa di Janet Yellen è stata perciò la ripresa degli acquisti sul dollaro, balzato a 108,69 sullo yen (massimo da sei anni e mezzo) e, soprattutto, a quota 1,2834 sull’euro, nuovo minimo da 14 mesi. In pieno recupero la Borsa di Tokyo, che stamane ha messo a segno un rialzo dell’1,7%. Assai meno mossa la risposta di Wall Street: Dow Jones +0,15%, S&P 500 +0,1% e Nasdaq +0,21%. Poche reazioni sul fronte dei Bond, in pratica invariati. Ma sul due anni la forbice rispetto ai Bund tedeschi, in terreno negativo, è salita a 63 bp, massimo storico.

PIAZZA AFFARI IN TESTA AI LISTINI UE

Archiviato il capitolo Fed i mercati, specie in Europa, sono destinati a vivere una giornata di tensione in attesa dell’esito del referendum in Scozia. Ieri Londra ha chiuso in calo dello 0,1% nonostante i sondaggi favorevoli al no. Il margine di incertezza resta comunque alto, visto il consistente numero degli indecisi (e una certa riluttanza degli intervistati a rivelare il proprio Yes). La Borsa di Parigi è salita dello 0,5%, Francoforte +0,3%, Madrid +1%. Più incerta Londra che ha chiuso in calo dello 0,1% nonostante i sondaggi favorevoli al no. Piazza Affari, in attesa delle decisioni della Federal Reserve, ha messo a segno la migliore prestazione tra le Borse del Vecchio Continente. L’indice Ftse Mib ha guadagnato l’1,55% a quota 21112 punti. Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 142 punti base e il rendimento del decennale domestico si è assestato al 2,43%

FED: NEL 2015 I TASSI SALIRANNO PIU’ DEL PREVISTO

La politica della Fed non cambia. La banca centrale ha ridotto il QE di altri 10 miliardi e si appresta a chiuderlo tra un mese ma, ha sottolineato Janet Yellen nella conferenza stampa, “l’avvio della exit strategy non significa assolutamente un cambio di otta della nostra politica”. Perciò i tassi restano fissati tra lo 0 e lo 0,25%, e lo saranno ancora per un “considerevole periodo”. L’economia, ha aggiunto il presidente migliora ma ad un tasso moderato e la crescita dell’inflazione resta sotto controllo.”Ma ci sono – ha aggiunto – troppi Americani alla ricerca di un lavoro che non trovano, troppi costretti a lavorare part-time quando vorrebbero un impiego tempo pieno e troppi che non stanno cercando un posto ma lo farebbero se il mercato del lavoro fosse più forte”. Perciò l’appuntamento con il rialzo del costo del denaro resta fissato a metà del prossimo anno. Ma l’aumento sarà più robusto di quanto finora previsto: la Fed vede nel 2015 i Fed funds all’1,375% (contro il precedente 1,125%. Troppo poco per convincere i falchi: hanno votato contro nel Fomc Charles Plosser di Philadelphia e, per la prima volta, Richard Fisher di Dallas.

BANCHE IN RALLY PRIMA DEI PRESTITI BCE. MEDIOBANCA FESTEGGIA LA CEDOLA

Titoli finanziari in grande evidenza ieri alla vigilia del primo prestito Tltro della Bce. Secondo il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, le banche italiane avanzeranno richieste intorno ai 37 miliardi di euro. “A mio avviso la richiesta sarà a macchia di leopardo. Magari qualcuno non chiederà nulla e altri tra i 4-6 miliardi”, ha detto.

Schizzano all’insù i titoli più sacrificati nelle ultime sedute: Banco Popolare e Ubi segnano guadagni di oltre il 3%, Victor Massiah, consigliere delegato delegato dell’istituto lombardo ha confermato che alle prossime aste di Tltro la banca richiederà 3 miliardi.

Pop.Milano +2,7%. Monte Paschi chiude in rialzo di circa un punto percentuale a 1,080 euro. Nel corso della seduta era scivolata fino a 1,057 euro. Il rimpasto nel Cda della banca senese per fare spazio ai rappresentanti dei nuovi soci sudamericani, Fintech e Btg Pactal, potrebbe avvenire a ottobre.

Mediobanca sale del 2,7% dopo i risultati dell’esercizio 2013-14 che hanno coinciso con il ritorno al dividendo. L’ utile netto è di 465 milioni di euro, il dato migliore dal fallimento di Lehman Brothers nel settembre del 2008 (però sotto le stime di 486 milioni). Agli azionisti sarà così proposta la distribuzione di un dividendo di 0,15 euro per azione (pay-out del 27%), dopo il digiuno di un anno fa, che verrà messo in pagamento dal 26 novembre. Gli analisti di Banca Akros si aspettavano una cedola a 0,12 euro per azione, mentre Kepler Cheuvreux l’aveva stimata più alta a 0,18 euro per azione. A contribuire ai profitti sono state le cessioni di partecipazioni azionarie per 843,2 milioni di euro che hanno permesso plusvalenze per 242,5 milioni di euro. La campagna dismissioni è destinata a proseguire: entro il giugno 2015 saranno azzerato le quote in Rcs e Telco-Telecom.

Unicredit e Intesa avanzano del 2%. FinecoBank ha guadagnato l’1,46% a 4,18 euro  Equita che ha avviato la copertura con rating buy e target price a 5 euro.

Brillano anche le assicurazioni: salgono Generali+1,7%, UnipolSai +2,4% e Cattolica Assicurazioni +2,2%. Nel risparmio gestito grande recupero per Azimut che avanza del 3,6% e recupera la perdita del giorno prima. Mediolanum +1,8%.

ENI APPROVA L’INTERIM DIVIDEND, TELECOM SMENTISCE IL FLIRT CON OI

Dopo il rialzo di martedì (+2,4%), il petrolio sale ancora: Brent a 99,3 dollari al barile (+0,3%), Wti a 94,8 dollari (invariato). Ne approfitta Eni salita dell’1,28% a 18,97 euro dopo avere annunciato una nuova scoperta a Ochigufu, nelle acque profonde dell’Angola. Il giacimento contiene circa 300 milioni di barili di petrolio. Oggi il cda del cane a sei zampe approverà l’interim dividend, pari a 0,56 euro per azione, da pagarsi il prossimo 25 settembre. Saipem +0,8%.

Positive tutte le utility: Enel +1,2%. A2A +1,5%, Atlantia +1,7%, Enel Green Power +1,7%.

Rimbalza Telecom Italia +1,5%. La società ha smentito l’ultima puntata della telenovela in arrivo dal Brasile: Tim Brasil non ha in cantiere una fusione con Oi, indebitato gestore che cerca di dar vita ad una cordata per rilevare la controllata della società italiana.

Fiat, infine, è avanzata dello 0,32% a 7,90 euro nonostante che il dato sulle immatricolazioni di agosto in Europa sia stato ancora una volta peggiore del mercato. A fronte un aumento dell’1,8% a 701.118 veicoli del mercato, infatti, le vendite del Lingotto sono scese su base annua del 2,7% a 34.984 veicoli e la quota di mercato dal 5,2% al 5%. Brillante Cnh Industrial +3,6%

WDF IN VOLO: C’E’ ARIA DI MERGER DOPO L’USCITA DELL’AD

Tra le blue chips spicca il balzo di Wdf +4,75%, la migliore performance del Ftse Mib, dopo che l’ad José Maria Palencia, ha comunicato che lascerà la società entro la fine dell’anno. Il mercato scommette su possibili operazioni di aggregazione che potrebbero prospettarsi da oggi in avanti. Intanto, Citigroup ha confermato il giudizio Buy, limando il target price a 10,30 euro da 10,60 euro precedente. Decisione analoga per Deutsche Bank con target price confermato però a 12 euro. Grazie alla performance di ieri il titolo si è riportato sulla parità da inizio anno.

LA PUBBLICITA’ FRENA, GLI EDITORIALI SALGONO

Nonostante i dati Nielsen sul mercato degli investimenti pubblicitari relativi al mese di luglio (-0,5% rispetto allo stesso mese del 2013 e -2,2% per il periodo gennaio- luglio) sale l’accoppiata Mediaset +1,78% e Mondadori +1,17%. L’uscita della famiglia Pesenti non frena Rcs Mediagroup +4,28%. Salgono anche Caltagirone Editore +1,87%, e L’Espresso +1,77%.

LA CINA GELA IL COMPARTO DEL LUSSO.

La frenata in Cina degli orologi di Richemont ha gelato le griffes europee. Nel secondo trimestre, per la prima volta. Le vendite hanno segnato crescita zero, peggio delle caute previsioni che segnalavano un modesto +0,5%. Ne ha risentito l’intero comparto del lusso, compresa la pattuglia di Piazza Affari. Tod’s -0,86% è stato il peggiore titolo del paniere principale davanti a Salvatore Ferragamo -0,71% e Moncler -0,74%. Ha tentato un rimbalzo Yoox ma si è fermato a +0,28% dopo il calo sulla scia delle deludenti previsioni date da Asos.

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