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Fed manda in altalena il dollaro e premia Wall Street

Pixabay

Jerome Powell inaugura una nuova era e spinge in alto Wall Street, ma non basta ai listini europei, che chiudono la seduta in rosso. Piazza Affari è la peggiore, -1,44% e perde quota 20mila punti (19.847), zavorrata da Diasorin -8,65% e Recordati -2,37%. Contrastate le banche. Mediobanca, sale dello 0,62%, nell’attesa delle mosse di Leonardo Del Vecchio dopo il consenso della Bce a salire fino al 20% di Piazzetta Cuccia. Positiva Banco Bpm +0,32%. Perdono le big, Intesa -2,11% e Unicredit -1,86%. Batte la fiacca l’energia con Enel -1,32%, Tenaris -1,82%, Eni -1,41%, Saipem -1,77%. Resta sugli scudi Telecom, +3,42%. È di oggi la notizia di un vertice politico di maggioranza da cui sarebbe scaturito il via libera unanime al percorso con Cdp per la costituzione della società che gestirà le infrastrutture della rete unica a banda larga. Fuori dal paniere principale anche Tiscali, +6,3%, festeggia l’accordo preliminare con Telecom per una partnership strategica avente ad oggetto lo sviluppo del mercato ultra-broadband. 

Piatto l’obbligazionario: 142 punti base lo spread fra decennale italiano e tedesco, con un tasso del Btp di 1,02%. Nell’asta odierna le cose sono andate bene. La domanda è stata forte e i tassi sono risultati in calo per i 7 miliardi di Bot semestrali. Il rendimento medio ponderato semplice è negativo dello 0,33%, cinque punti base in meno rispetto all’asta precedente (-0,28%). La domanda del mercato ha sfiorato i 12 miliardi con un rapporto di copertura di 1,71. L’importo di 7 miliardi è stato quindi interamente assegnato.

Tornando all’azionario, le vendite prevalgono a Francoforte -0,7%; Parigi -0,64%; Madrid -0,65%; Londra -0,65%.

Di segno opposto sono gli indici a New York dopo che il presidente della Fed, Jerome Powell, inaugurando il simposio di Jackson Hole, ha annunciato l’atteso mutamento di rotta sull’inflazione, aprendo a uno sforamento temporaneo oltre il 2% per sostenere economia e occupazione. In sostanza la banca centrale si terrà mano libera per agire sui tassi anche in presenza di una temporanea ripresa dell’inflazione. 

Fra i titoli americani Boeing guadagna il 3,5% dopo che l’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea (Easa) ha reso nota l’intenzione di iniziare i test di volo del Boeing 737 MAX, una mossa ritenuta un passo fondamentale verso il ritorno in servizio del velivolo. La multinazionale Abbott Laboratories sale del 7,5% con un’autorizzazione d’emergenza per l’uso negli Stati Uniti di un test che permette di sapere in 15 minuti se una persona è positiva al Covid-19 al costo di 5 dollari.

La pandemia torna però a fare paura in Europa. Parigi sta introducendo l’obbligo delle mascherine all’aperto (oltre 5000 i contagi giornalieri in Francia) e la Germania sta pensando di tenere gli stadi vuoti fino alla fine del 2020 e di fare multe per chi viola l’obbligo di indossare la mascherina al chiuso. In Italia, per ora, i numeri sono più contenuti, ma i positivi crescono a un ritmo impressionante e, come fa notare la fondazione Gimbe, i contagiati sono raddoppiati in una settimana.

Il coronavirus è una minaccia sanitaria ed economica. Gli Usa, nel secondo trimestre dell’anno, hanno registrato una contrazione del pil impressionante, -31,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso. Si tratta della seconda lettura ed è migliore della prima e delle catastrofiche previsioni degli analisti. Sempre negli Stati Uniti le richieste di sussidi alla disoccupazione la scorsa settimana sono calate di 98.000 unità pur rimanendo sopra il milione, a 1,01 milioni.

In Italia sono oltre 2,5 miliardi le ore di cassa integrazione e dei fondi di solidarietà autorizzati dall’Inps tra aprile e luglio per fronteggiare l’emergenza Covid. Un timido segnale di speranza arriva dai dati su fatturato e ordini dell’industria a giugno: +13,4% rispetto a maggio. Nella media del secondo trimestre l’indice complessivo cala però del 23,0% rispetto al trimestre precedente, segnala l’Istat. Anche gli ordinativi registrano a giugno un incremento congiunturale (+23,4%), mentre nella media del secondo trimestre sono diminuiti del 22,8% rispetto al trimestre precedente.

La mossa di Powell spinge il dollaro. L’euro cambia attorno a 1,179. Le vendite colpiscono le materie prime: il petrolio, Brent, cede oltre il 2% e tratta a 44,6 dollari al barile. L’oro spot è in calo dell’1,8% a 1918 dollari l’oncia.

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