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Fca e banche non bastano a Piazza Affari. Scintille Carige

Con un’accelerazione negativa nel finale, Piazza Affari chiude in calo dello 0,37%, 21.111 punti, con il titolo Telecom (-0,32%) in altalena dopo smentite, nuove voci e no comment sull’uscita anticipata dell’ad Flavio Cattaneo. Brillante Fiat, +1,78%, ma risparmio gestito e Unicredit (-1,83%) vanno giù.

Stessa sorte per gli altri listini europei: Londra -0,55%, Parigi -0,48%, Madrid -0,61%. Piatta Francoforte -0,07%. Nel Vecchio Continente sono in terreno negativo praticamente tutti i settori azionari. Gli investimenti immobiliari cedono l’1,1%, telecomunicazioni (-0,6%), finanza (-0,5%), industria (-0,4%), energia (-0,3%).

L’ulteriore spintarella al ribasso arriva da Wall Street che prima apre contrastata, poi aggancia il segno più, per invertire la rotta a metà seduta con i dati sulle scorte di magazzino peggiori delle attese. In ogni caso il clima sembra soprattutto attendista, con gli investitori in cerca di indicazioni dagli appuntamenti dei prossimi giorni: l’intervento di Janet Yellen al Congresso domani e giovedì e l’avvio della fase delle trimestrali venerdì.

L’euro si mantiene tonico sl dollaro: 1,1429, +0,28%. L’obbligazionario, dopo un giorno di tregua, torna sotto pressione. Il rendimento del decennale italiano sale al 2,32%, lo spread col Bund tedesco si allarga a 177.00 punti base, +1,61%. La prospettiva di politiche meno accomodanti da parte delle banche centrali sembra sempre più credibile, anche in vista della riunione della Banca centrale europea del 20 luglio. Angela Merkel oggi osserva che “in termini di politica monetaria della Bce, non siamo ancora tornati dove vogliamo essere“. “La buona notizia è che tutti gli Stati membri della zona euro stanno crescendo di nuovo. Milioni di nuovi posti di lavoro sono stati creati, rafforzando la nostra convinzione di essere sulla strada giusta”.

Nella buona notizia rientra anche l’Italia: secondo i dati diffusi dall’Istat la produzione industriale in maggio è andata oltre le attese e secondo il centro studi di Confindustria anche in giugno la crescita mensile è dello 0,4%. Un trend che fa ben sperare per i prossimi mesi, tanto che il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan si mostra convinto che alla fine la Commissione europea concederà lo sconto da mezzo punto percentuale di Pil sulla correzione del 2018.  Intanto il governo mette la fiducia su banche venete.

Il petrolio sbanda un po’, poi imbocca una strada positiva: Brent +0,85%, 47,28 dollari al barile. Oro poco mosso. Tornando a Milano: miglior blue chip è Exor,+1,9%, in scia all’ottima performance di Fiat, in sintonia con il settore auto europeo, grazie ai dati positivi sulle vendite in Cina. Nonostante un nuovo fronte olandese sul Dieselgate, per Akros i rischi sono limitati. Negli Usa inoltre il giudice nominerà un perito nella prospettiva di un’intesa. 

Bene Banco Bper +1,81%; Ubi +1,37% e Mediobanca +1,24%. In ripresa Mediaset +0,88%, che beneficia i dell'”outperform” assegnato da Macquarie che promuove anche la controllata Mediaset Espana. I maggiori ribassi sono per Brembo -1,97%; Unicredit -1,83%;  Finecobank -1,64%; Buzzi -1,53%; Banca Generali -1,3%.

Fuori dal listino principale ancora in rialzo Carige +2,78%, col via libera del cda alla cessione di un portafoglio di crediti deteriorati (Npl) per 1,2 miliardi di euro entro la fine del 2017. Deliberata anche la fusione per incorporazione di Banca Cesare Ponti, da attuarsi entro la fine dell’anno. Boom di Creval, +9,84%.

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