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Emergenti, segnali positivi dopo il no della Fed al tapering

Il mancato tapering riporta l’allegria tra i Paesi emergenti. La decisione a sorpresa della Fed di non far sparire gradualmente lo stimolo all’economia americana ha dato una tregua agli investitori e, soprattutto, a quelle valute che stavano affrontando la peggiore caduta libera degli ultimi due anni.

“E’ stata una boccata d’aria”, commenta a Bloomberg Denise Simon, esperta di mercati emergenti presso Lazard Asset Management, che gestisce un portafoglio di 147 miliardi di dollari. “Sicuramente la mossa ha tolto un po’ di pressione sui Paesi più vulnerabili.”

Il real brasiliano e la lira turca hanno guadagnato ieri più del 2%, mentre la rupia indiana – dopo una lunga fase di crollo – ha mostrato qualche segnale positivo oggi in Asia. L’indice composito indonesiano ha ottenuto la migliore performance da ottobre 2011 (+4,4%) e l’indice di JP Morgan sui bond in dollari nelle nazioni in via di sviluppo ha segnato la più rapida accelerazione degli ultimi tre mesi. Il cambio di rotta è avvenuto subito dopo la dichiarazione che la Federal Reserve avrebbe continuato a comprare 85 miliardi di dollari di debito al giorno.

La decisione, che arriva proprio mentre i dati economici di Cina e Brasile mostrano segni di miglioramento, dà una mano agli stati che sono più dipendenti dagli investimenti esteri, come il già citato Brasile e l’India.

Nel dettaglio, la rupia si è rafforzata del 2,6% sul dollaro e il bath thailandese ha registrato un +2,1% e ora punta al miglior incremento degli ultimi sei anni. Il ringgit malesiano segna un +2,3%

La valuta che più ha beneficiato della decisione sembra essere il real, che guadagna il 3,2% sul dollaro. Bene anche il rand sudafricano (+2,2%), che vive il mese migliore dal maggio 2009.

L’Ibovespa brasiliano è cresciuto del 2,6% e ha così esteso la sua crescita a più del 20% rispetto al fondo toccato a luglio.

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