Imparare a proteggersi dalle truffe e dai rischi, gestire la “paghetta”, comprendere meglio l’economia e iniziare a riflettere su investimenti futuri: sono questi i temi che, nell’ultimo anno, hanno conquistato l’attenzione degli studenti italiani grazie all’introduzione dell’educazione finanziaria a scuola. Un cambiamento che sta contribuendo a costruire una nuova consapevolezza tra i banchi, sostenuta da un largo consenso di docenti e famiglie.
A dodici mesi dall’avvio della riforma prevista dalla “Legge Capitali”, che ha reso l’educazione finanziaria materia curricolare dal 2024-25, è arrivato il momento di fare il punto. L’occasione è stata l’evento “Educazione finanziaria a scuola. Facciamo il punto!”, tenutosi il 26 giugno presso la Sala Matteotti della Camera dei Deputati. Promosso da Alleanza Assicurazioni, società del Gruppo Generali, e Aief (Associazione Italiana Educatori Finanziari), con il supporto della Fondazione Mario Gasbarri, la collaborazione di BVA Doxa e il patrocinio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’evento ha riunito istituzioni, scuola e operatori del mondo assicurativo e finanziario.
Una scuola su due ha avviato percorsi di educazione finanziaria
A soli nove mesi dal debutto della riforma, i numeri appaiono incoraggianti: una scuola su due ha già attivato percorsi di educazione finanziaria. Nel 53% dei casi il tema è stato integrato nelle 33 ore di educazione civica, nel 42% all’interno di discipline come matematica o diritto. Una flessibilità che riflette l’impegno degli istituti, ma che evidenzia anche l’esigenza di un maggiore coordinamento a livello nazionale.
Quando però la materia entra concretamente in aula, i risultati si vedono. È il caso del programma “Edufin a scuola”, promosso da Alleanza Assicurazioni e Aief, dove l’efficacia didattica è evidente: il 98% degli studenti partecipa attivamente, stimolato dai concetti affrontati con approccio pratico e aderente alla realtà quotidiana.
Sul fronte della conoscenza normativa, i progressi sono evidenti: i docenti che dichiarano di conoscere bene la legge sono passati dal 24% nel 2024 al 42% nel 2025. Solo l’8% afferma oggi di non averne mai sentito parlare. Nei percorsi formativi avviati da Alleanza e Aief, la consapevolezza normativa raggiunge il 63%, segno che la formazione mirata può fare la differenza.
Per il presidente Aief, Nunzio Lella, gli educatori finanziari rappresentano “le diramazioni operative delle istituzioni, pronti ad affiancare i docenti in questa transizione”.
Genitori favorevoli, studenti coinvolti
La scuola si sta guadagnando la fiducia delle famiglie. Una fiducia che, come ha osservato il dirigente scolastico Nicola Latorrata, richiede oggi un cambio di paradigma: non basta più trasmettere nozioni come un tempo, serve formare cittadini consapevoli, capaci di affrontare le sfide del presente e del futuro.
Su una scala da 1 a 10, il gradimento medio per l’introduzione dell’educazione finanziaria è pari a 8 e l’interesse è in crescita. L’81% dei genitori nota che i figli, dopo le lezioni, mostrano maggiore curiosità verso i temi economici, e l’88% valuta positivamente l’iniziativa. Per il 70%, la presenza della materia rappresenta un elemento che potrebbe influenzare la scelta dell’istituto scolastico.
Un’attenzione che trova ragione anche nel fatto che l’educazione economica, in ambito familiare, resta ancora marginale: solo il 23% dei genitori dichiara di affrontare spesso l’argomento con i propri figli. La scuola si conferma dunque presidio formativo essenziale per colmare questo vuoto.
Le priorità didattiche espresse dai genitori sono semplici. Il 57% ritiene fondamentale che i ragazzi imparino a difendersi dalle truffe, soprattutto online; il 53% auspica una maggiore competenza nella gestione del denaro quotidiano; il 35% sottolinea l’importanza di comprendere il funzionamento dell’economia. Nelle scuole superiori, inoltre, cresce la richiesta di affrontare temi più tecnici come il rapporto rischio/rendimento e l’utilizzo consapevole degli strumenti finanziari.
Il tallone d’Achille: la formazione dei docenti
Se da un lato l’entusiasmo degli studenti è alto, dall’altro la preparazione dei docenti fatica a tenere il passo. Solo quattro insegnanti su dieci hanno partecipato a percorsi formativi promossi internamente dalle scuole. Il 42% si dichiara poco o per nulla pronto a insegnare contenuti di economia personale, e oltre la metà degli istituti non ha ancora attivato iniziative strutturate in questo ambito. Anche laddove i corsi sono presenti, sei docenti su dieci denunciano la mancanza di strumenti concreti, casi studio aggiornati ed esempi pratici da trasferire in aula.
La fotografia scattata dalla ricerca Doxa conferma il disallineamento tra la domanda di competenze e l’offerta formativa effettiva. L’interesse verso l’educazione finanziaria è forte, sia tra gli insegnanti che tra gli studenti, ma a rallentare l’attuazione sono proprio la carenza di risorse e l’assenza di un sistema di supporto adeguato.
Lo scenario, però, cambia radicalmente quando vengono attivati percorsi in collaborazione con enti esterni specializzati. Nel programma “Edufin a scuola” promosso da Alleanza Assicurazioni e Aief, nove insegnanti su dieci si dichiarano molto soddisfatti dei contenuti ricevuti e sei su dieci auspicano una collaborazione stabile con il settore finanziario. Un modello virtuoso che dimostra quanto il coinvolgimento di attori qualificati possa fare la differenza nel rafforzare le competenze dei docenti e garantire la qualità dell’insegnamento.
La sfida: consolidare e armonizzare
La strada è ancora lunga, ma i segnali incoraggianti non mancano. Attenzione, però, a non abbassare la guardia. I dati dell’Edufin Index 2024 elaborato da Alleanza Assicurazioni parlano chiaro: solo il 40% degli italiani raggiunge un livello sufficiente di alfabetizzazione finanziaria, mentre il 12% si trova in una condizione di vero e proprio analfabetismo economico. La situazione è ancora più critica tra i giovani. Nella fascia 18-24 anni, il punteggio medio si ferma a 50 su 100, ben al di sotto della soglia di sufficienza. Un dato che conferma quanto l’educazione finanziaria sia ormai una competenza di cittadinanza essenziale. Se lasciata al solo patrimonio culturale delle famiglie, rischia di ampliare le disuguaglianze già esistenti.
Il senatore Dario Damiani, relatore della “Legge Capitali”, ha sottolineato come l’educazione economica sia “strumento di inclusione, consapevolezza e prevenzione dell’indebitamento, indispensabile per affrontare la complessità del mondo contemporaneo”. Un messaggio rafforzato anche dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il saluto istituzionale della sottosegretaria Sandra Savino, che ha ribadito l’impegno istituzionale per evitare che la riforma resti confinata a pochi territori.
“L’educazione finanziaria a scuola è una leva per contribuire al benessere sociale e alla riduzione delle disuguaglianze, tramite la formazione di futuri cittadini più informati e in grado di compiere scelte consapevoli. Il rapporto presentato oggi ci consegna la grande soddisfazione di studenti e genitori per l’introduzione dell’insegnamento di queste tematiche nei programmi scolastici. È l’inizio di un percorso che ha l’ambizioso obiettivo di rendere omogenea in tutto il Paese la diffusione di queste materie. L’azione corale tra istituzioni pubbliche, private e mondo delle associazioni può contribuire a colmare il gap che ancora contraddistingue il nostro Paese. In Alleanza da anni siamo impegnati in un Piano Nazionale di Educazione Finanziaria concretizzatosi in oltre 10mila eventi sul territorio con il coinvolgimento di oltre 500mila partecipanti” ha commentato Davide Passero, ceo di Alleanza Assicurazioni e Country Chief Marketing & Product Officer di Generali Italia.
La sfida ora è consolidare quanto avviato. Serve rafforzare la formazione dei docenti, dotare le scuole di strumenti didattici adeguati, armonizzare i percorsi su scala nazionale e costruire alleanze solide tra scuola, istituzioni e settore privato. La legge ha aperto la strada. Ma trasformare l’educazione finanziaria in una cultura diffusa richiederà visione, investimenti e una regia educativa all’altezza delle sfide sociali ed economiche di oggi.
Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Giuseppe Brindisi, hanno preso parte Carolina Lussana (Presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria), Dario Damiani (Commissione Bilancio del Senato), Nicola Latorrata (dirigente scolastico), Carmela Palumbo (Capo Dipartimento del Ministero dell’Istruzione) e Giulia Raffo (cfo di Generali Italia).
In apertura sono intervenuti Antonio D’Alessio (Segretario di Presidenza della Camera), Nunzio Lella (Presidente AIEF), Andrea Mencattini (Presidente Fondazione Mario Gasbarri), Simone Bemporad (Chief Communications and Public Affairs Officer di Generali e Deputy Chairman di The Human Safety Net) e Claudia Ghinfanti (Responsabile Marketing e Comunicazione di Alleanza Assicurazioni), che ha presentato i risultati della ricerca Doxa.