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Ecco perché quello di Ischia è un vero condono

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Lisa Noja, avvocato e deputato Pd, ha pubblicato questa analisi sul suo profilo Facebook. La riportiamo qui integralmente poiché dimostra in modo chiaro che quello riservato alle case di Ischia è, a tutti gli effetti, un condono anche se il governo vorrebbe mascherarlo.

“Questi sono i fatti. Chiunque può verificarli. Poi, ognuno si formi liberamente la propria opinione.

– L’art. 25 del Decreto Genova è intitolato “Definizione delle procedure di condono”.
– L’art. 25 dispone che i Comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno dell’Isola di Ischia “definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017”, pendenti alla data di entrata in vigore del decreto e presentate in base a tre condoni passati (legge 47/1985, n. 47, legge 724/1994, DL 269/2003, poi convertito).
– L’art. 25 stabilisce, però, che per la definizione di tali istanze “trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai Capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47”. Pertanto, anche per le pratiche di condono presentate ai sensi delle leggi del 1994 e del 2003 si dovranno applicare le condizioni previste dalla Legge del 1985.
– In base alle legge del 1985 è possibile sanare edifici che i due condoni approvati successivamente dai governi Berlusconi nel 1994 e 2003 vietano, ossia la legge del 1985 consente di regolarizzare edifici costruiti in aree pericolose da un punto di vista idrogeologico e sismico, vincolate paesaggisticamente, ovvero in aree demaniali o protette.
– Secondo la normativa vigente, quindi, un edificio danneggiato nel 2017 che fosse in attesa di una decisione su una istanza di condono presentata sotto il regime della legge 1994 o del 2003 e che si trovasse in un luogo vincolato o in zone a rischio sismico, vulcanico o idrogeologico dell’Isola di Ischia rimarrebbe abusivo e andrebbe demolito.
– Grazie all’art. 25 del Decreto Genova approvato dalla maggioranza pentaleghista alla Camera dei Deputati, tale edificio potrà, invece, essere condonato e ricostruito con i fondi pubblici per la ricostruzione. Ossia con i soldi dei contribuenti.

Questo è quanto”.

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