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Draghi mette in riga Salvini, Meloni e Conte ed esclude un suo secondo mandato a Palazzo Chigi

Imagoeconomica

Il premier Mario Draghi non le ha davvero mandate a dire nella conferenza stampa che ha fatto seguito al Consiglio dei ministri di ieri e ha seccamente bacchettato i sovranisti e i populisti, sia il leader della Lega, Matteo Salvini, che la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni e, nondimeno, il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte.

Draghi è andato subito al sodo: “C’è quello che ama i russi alla follia e vuol togliere le sanzioni, che invece stanno funzionano, e parla tutti i giorni di nascosto con loro: ma la maggioranza degli italiani non lo fa e non vuole farlo”. Non ha fatto nomi e cognomi ma tutti hanno capito che il premier si riferiva a Salvini che poi ha esplicitamente nominato quando ha detto: “Non sono d’accordo con Salvini quando attacca le sanzioni”.

DRAGHI ATTACCA LE AMBIGUITA’ FILO-RUSSE DI SALVINI MA ANCHE LA LINEA ANTI-UE DELLA MELONI

Ma il colpo più inatteso di Draghi è stato rivolto alla Meloni di fronte a una domanda sul voto pro Orban della Lega e di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo: “Noi abbiamo una certa visione dell’Europa e – ha detto Draghi – difendiamo lo stato di diritto. Siamo alleati alla Germania e alla Francia. Cosa farà il prossimo Governo non lo so, ma mi chiedo: uno come se li sceglie i partner? Certo, c’è una comunanza ideologica, ma anche sulla base dell’interesse degli italiani. Chi sono questi partner? Chi conta di più tra questi partner? Datevi voi le risposte”. Il riferimento critico di Draghi era alle stoccate sovraniste della Meloni contro la Ue (“Con me in Europa la pacchia è finita”) e contro l’asse Francia-Germania a favore di Orban.

DRAGHI NON RISPARMIA CONTE: “NON SI PUO’ VOTARE PER L’INVIO DELLE ARMI ALL’UCRAINA E POI DIRSI CONTRARI”

Ma, pur senza nominarlo, ce n’è anche per il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte. Dice Draghi: “Non si può votare per l’invio delle armi all’Ucraina e poi dire non sono d’accordo. O, peggio, inorgoglirsi dell’avanzata ucraina dopo che si è stati contro l’invio delle armi. Si voleva che l’Ucraina si difendesse a mani nude?”

Poi la stoccata finale per i tre leader populisti: “Nei rapporti internazionali – sostiene il premier – occorre essere trasparenti. Ci vuole coerenza nelle posizioni, non capovolgimenti o giravolte. Questo fa il prestigio all’estero di un Paese. Senza si indebolisce l’Italia”.

Non poteva essere più chiaro di così Mario Draghi che tuttavia ha escluso seccamente un suo secondo mandato alla guida del Governo. Ma in piena campagna elettorale e senza essersi candidato non poteva dire diversamente. Poi si vedrà.

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Categories: Politica

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  • Sono assolutamente e completamente d'accordo con l'articolo. Personaggi come meloni salvini e conte (volutamente scritti senza maiuscola) sono arrivisti, populisti ed anche beceri. Spero che le
    elezioni li rimettano in minoranza facendoli poi scomparire.