Il vertice in Alaska tra Stati Uniti e Russia ha confermato le più pessimistiche aspettative sull’arrendevolezza di Trump nei confronti dell’arroganza di Putin. Il dittatore russo non ha concesso nulla. Anzi ha formalizzato le sue note richieste per arrivare ad una “pace definitiva” che comprendono anche porzioni notevoli del territorio ucraino non ancora conquistato dalle truppe moscovite, poche o nulle concessioni sulla sicurezza di ciò che resterebbe dell’Ucraina, e poi magari anche un cambio di presenza a Kiev. E quello che è peggio è che Trump invece di ridere in faccia a Putin, sembra concordare sulla adeguatezza delle richieste russe perché servirebbero a garantire la sicurezza dello Stato guidato da Putin. Cose risibili. Basterebbe dare un’occhiata ad una carta geografica per capire che la minaccia Ucraina alle frontiere della Russia non esiste. I paesi baltici, infatti, che fanno già parte della Nato sono ad un tiro di schioppo da San Pietroburgo e dal cuore della Russia europea. Per non parlare della Finlandia che la dissennata politica di Putin ha spinto ad aderire alla Nato.
Trump accetta la “pace” di Putin: Ucraina sacrificata
Al di là della propaganda, dei tappeti rossi, e delle strette di mano, quello che è certo sono alcune questioni da cui partire per un ragionamento politico. In primo luogo la pace tanto invocata da Trump non è altro che l’accettazione totale delle richieste russe, in cambio di quali garanzie non si sa. In secondo luogo appare chiaro che Trump, come ha detto più volte, ha mollato l’Ucraina al proprio destino, accettando un ingrandimento territoriale della Russia ottenuto attraverso una aggressione militare. Una vera rivoluzione non solo della legalità internazionale ma della stessa politica della deterrenza. Trump ha, nella sostanza, anche mollato l’Europa che viene coinvolta per finta. Da un lato Putin invita gli europei a non ostacolare gli accordi tra Usa e Russia, e dall’altro Trump invita caldamente il presidente Zelensky a fare la pace, insomma ad accettare senza troppe storie la minestra preparata in Alaska.
Europa esclusa e divisa: il fronte occidentale si sgretola
Insomma in un solo colpo Putin ottiene la spaccatura del fronte occidentale che finora, sia pure con qualche difficoltà, era rimasto unito nei confronti dell’aggressione dell’Ucraina. Il cui popolo, va ricordato, si è difeso con coraggio bloccando per tre anni il poderoso esercito russo. Lasciarlo alla mercé del nemico rappresenterà per gli Usa non solo una sconfitta, ma una cosa ancora più grave, la perdita dell’onore e della fiducia del resto del mondo nei confronti di un paese che bene o male si era sempre mosso in difesa della libertà.
Di fronte a questo grave sgarbo cosa possono fare gli europei che per il momento hanno rilasciato dichiarazioni caute, cercando però di far notare a Trump che della parola di Putin non ci si può fidare. Negli ultimi trent’anni, ha detto il Cancelliere tedesco, Putin non ha mai mantenuto la parola data.
Bruxelles ed i governi europei sono posti di fronte alla drammatica scelta di rafforzare la propria Unione sia politica che militare se si vogliono rintuzzare i tentativi del Cremlino di estendere la propria sfera di influenza a vari paesi europei, alcuni dei quali sono già pronti a passare armi e bagagli dall’orbita della UE e quella di Mosca.
Il rischio di Monaco: la lezione dimenticata della storia
Infine ci si può anche chiedere se la politica americana di accondiscendenza nei confronti del dittatore russo che non mira a fare affari (come invece crede Trump) ma punta a ripristinare l’impero degli Zar e di Stalin, sia davvero conveniente per gli Usa.
La storia insegna che lisciare il pelo al lupo non garantisce di non essere mangiati. Nel 1938 a Monaco Hitler promise di non occupare l’intera Cecoslovacchia. Otto mesi dopo le sue truppe entrarono a Praga. E poi scoppiò una grande guerra mondiale in cui gli Usa assenti da Monaco, perché non volevano impicciarsi delle beghe europee, pagarono un prezzo molto alto in termini di vite umane.
La storia non si ripete mai uguale. Ma certo questo vertice in Alaska che vede Putin trionfante fa venire in mente i fantasmi del passato.