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Dividendi, 8 big oltre il 5% e oggi tocca alle small caps

FIRSTonline

La Corea del Nord ha rimosso dal confine gli altoparlanti che da decenni diffondevano propaganda e minacce del regime verso i nemici del Sud. Si consolidano così i segnali di distensione. Le Borse ne approfittano, ma con moderazione. Oggi infatti restano chiusi i listini di Cina e Giappone, anticipando così la festività del Primo Maggio, che domani coinvolgerà buona parte dei mercati, Usa esclusi.

T-MOBILE COMPRA SPRINT: AL VIA IL 5 G PER TUTTI GLI USA

Negli Stati Uniti, però, c’è già stato ieri sera il primo colpo grosso della settimana. Al terzo tentativo è andata in porto la fusione tra T Mobil (controllata da Deutsche Telekom) e Sprint (a maggioranza detenuta da Softbank), rispettivamente al terzo e quarto posto sul mercato Usa. L’operazione, tutta in carta, prevede la cessione della maggioranza di Sprint per 26 miliardi di dollari. Deutsche Telekom scende al 42% del capitale, Masayoshi Son, l’azionista che controlla Softbank, si dovrà accontentare del 27%. La nuova società, forte di 126 milioni di abbonati, potrà ora contendere la leadership a Verizon (150 milioni) e At&t (140) accelerando gli investimenti per la costruzione di una rete nazionale 5G (oggi T Mobile gestisce già il servizio in 30 città).

PECHINO RINVIA LE REGOLE PER I FONDI: VOLA HONG KONG

Partenza positiva per le poche Borse aperte. La Corea del Sud (+0,6%) festeggia i segnali di pace con Kim. In grande spolvero Hong Kong (+1,6%) dopo i provvedimenti presi venerdì notte dalla Banca Popolare della Cina. L’istituto centrale ha concesso un periodo di grazia di un anno all’industria del risparmio gestito, un sistema che vale 100mila miliardi di yuan, pari a 13mila miliardi di dollari: le nuove regole amministrative e contabile, molto più restrittive di quelle attualmente in corso, entreranno in vigore alla fine del 2020 e non a giugno dell’anno prossimo, come era stato preventivamente fissato. A salire, nel listino di Hong Kong, sono soprattutto le banche e le assicurazioni, minacciate in queste ultime settimane, dal continuo aumento del costo del denaro all’ingrosso.

Rallenta intanto, ma meno del previsto, l’industria di Pechino: l’indice Pmi segna 51,3 in lieve ribasso sui mesi precedenti. In terreno positivo anche Mumbai (+0,5%), Taiwan (+0,9%) e Sidney (+0,3%).

POCO MOSSO L’EURO, DEBOLE IL PETROLIO

Stamane il cambio euro dollaro è poco mosso a 1,213. Su questi livelli, la valuta europea chiude aprile con un calo dell’1,5%.

Il petrolio Brent perde lo 0,7% a 74,1 dollari. Gli altri prezzi del greggio contribuiscono a dare impulso all’esplorazione negli Stati Uniti: la scorsa settimana gli impianti di trivellazione in attività sono saliti 825 (+5), massimo dal 2015.

Tra i dati macro di oggi, spicca l’inflazione tedesca, attesa in crescita dell’1,5%.

BRACCIO DI FERRO SUI DAZI DI TRUMP, IN ARRIVO I DATI PMI

Torna la tensione sul fronte dei dazi. Domani potrebbero entrare in vigore nei confronti della Ue i dazi Usa su acciaio (25%) ed alluminio (10%) introdotti a marzo ma sospesi fino all’inizio di maggio. In una telefonata a tre Angela Merkel, Emmanuel Macron e Theresa May hanno convenuto che, se la misura verrà confermata. Sia la Ue che la Gran Bretagna reagiranno “nel quadro delle regole multilaterali sul commercio.

In Europa riflettori accesi anche sul nuovo, forse decisivo negoziato sulla Brexit: Venerdì Londra e Bruxelles hanno deciso di affidare le questioni ad un gruppo di lavoro presieduto da Mario Draghi e dal governatore della Bank of England Mark Carney. Intanto arrivano conferme del rallentamento della crescita nel Vecchio Continente. Il Regno Unito si è fermato nell’ultimo trimestre a +0,1%, poco meglio ha fatto la Francia (+0,2). Ancora brillante la Spagna (+0,7%). A dare un quadro più preciso della congiuntura arrivano in settimana i dati Pmi sull’andamento dell’industria dell’Eurozona.

AL VIA IL MEETING DELLA FED, IN ARRIVO LE ASTE SUI BOND

La politica monetaria americana sarà al centro delle attenzioni in settimana. Mercoledì sera si chiuderà l’incontro dei banchieri della Federal Reserve. Non è atteso per l’occasione un rialzo dei tassi, né è prevista la conferenza stampa del presidente Jerome Powell. Ma dal comunicato finale si potrebbe capire se la banca centrale intende praticare duo o tre aumenti per l’anno in corso dopo il robusto rialzo dei rendimenti dei t-bond biennali (a 2,5% da 1,88% di inizio anno) e decennali (saliti al 3,05%).

A completare (e complicare) i giochi contribuiranno i dati sull’inflazione, in uscita oggi, e sul mercato del lavoro (attesi 198 mila nuovi occupati, tasso sceso al 4% da 4,1%). Nel mezzo ci saranno le aste del Tesoro Usa. Le prospettive per le casse dl Washington sembrano positive vista la crescita robusta degli acquisti degli investitori giapponesi sul mercato dopo l’aumento dei rendimenti.

OGGI LE CEDOLE DELLE SMALL CAPS. OTTO BIG OLTRE IL 5%

A Piazza Affari si completa oggi la raccolta delle cedole di primavera. Non ci saranno stavolta blue chips ma solo titoli minori. L’elenco comprende: Banca Profilo (0,005 euro) Fope ordinarie (0,125 euro), Gruppo Mutuionline 0,30 euro, Maire Tecnimont (0,128 euro), Nice (0,10 euro), Saes Getters (0,70 euro) e Servizi Italia (0,17 euro).

Secondo un primo bilancio della campagna dividendi si può dire che la somma che le società quotate a Piazza Affari pagheranno ai propri azionisti nel corso del 2018 inciderà per circa il 3,2% sul valore dell’indice principale della Borsa milanese. Otto blue chip delle 40 che compongono l’indice FtseMib prevedono un dividendo con uno yield superiore al 5% lordo. In particolare: Azimut, UnipolSai, IntesaSanpaolo, Banca Mediolanum, Snam, Poste Italiane, Eni, Generali.

Il calendario prevede oggi l’assemblea di bilancio di Salini Impregilo. Fiera Milano fa il suo ritorno nell’indice Star.

SOTTO I RIFLETTORI L’ASSEMBLEA TELECOM

Tra le assemblee della settimana in evidenza Saipem (giovedì). Ma l’evento clou della settimana sarà però l’assemblea di Telecom Italia del 4 maggio, che potrebbe segnalare la vittoria di Elliott e dei suoi alleati nei confronti di Vivendi.

In calendario anche il Cda di Ferrari.

DOMANI I CONTI DELLA MELA: PREVISTI 210 MILIARDI DI BUY BACK

A Wall Street le trimestrali più attese saranno quella di Apple, dopo le voci sulla frenata di vendite dell’iPhone X, e di Testa, la società del sempre pirotecnico Elon Musk che, incurante delle preoccupazioni degli operatori per i ritardi nella produzione del modello S, ha messi in vendita berretti e perfino un lanciafiamme (costo 500 dollari) con l’effigie del sul cyber drago. In una giornata ne ha venduti 20 mila.

Per quanto riguarda Apple, le temute delusioni per le vendite degli smartphone saranno probabilmente compensate da nuove misure a favore degli azionisti: la Mela potrebbe, secondo le previsioni, far salire a 210 miliardi di dollari la cifra destinata al buy back più altri 52 miliardi in dividendi.

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