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Covid, per American Airlines e Boeing migliaia di licenziamenti

Wikimedia Commons

Le compagnie aeree americane in ginocchio a causa della crisi economica causata dall’emergenza coronavirus. Tra società del comparto più colpite dalla recessione figurano Boeing e American Airlines.

Boeing ha annunciato l’intenzione di tagliare 12mila posti di lavoro negli Stati Uniti. La riduzione causerà 6.770 licenziamenti, mentre altri 5.520 lavoratori lasceranno volontariamente il loro posto dopo aver accettato incentivi da parte dell’azienda.

Lo scorso aprile, Boeing aveva già annunciato l’intenzione di ridurre la propria forza lavoro del 10% entro la fine dell’anno in corso: in programma dunque 160mila tagli che coinvolgeranno i lavoratori di tutto il mondo. 

Secondo la versione ufficiale, alla base di questi licenziamenti ci sarebbe la crisi causata dall’esplosione della pandemia di coronavirus, che ha colpito in maniera durissima le compagnie aeree internazionali, costrette a tenere a terra l’intera flotta a causa dei lockdown e dei divieti imposti dai vari Stati. In una email ai dipendenti, il Ceo della società, Dave Calhoun, ha dichiarato che la pandemia ha avuto un “impatto devastante” sui conti del gruppo.

In questo contesto bisogna considerare che Boeing era giù in crisi prima dell’esplosione della pandemia a causa degli incidenti avvenuti nel 2018 e nel 2019, che hanno coinvolto il Boeing 737 Max – il modello di punta del vettore statunitense – causando la sospensione della produzione dell’aereo. In meno di un anno, la società ha perso 10 miliardi di dollari.

Boeing ha annunciato oggi la ripresa della produzione del 737 Max. Il colosso Usa dell’aviazione ha spiegato che la produzione partirà a tasso ridotto e arriverà a 31 737 Max nel 2021. Le prime consegne sono previste per il terzo trimestre del 2020.

Per quanto riguarda American Airlines, la società ha annunciato un piano che stabilisce il taglio del 30% dello staff manageriale e amministrativo. Il gruppo avrebbe messo sul piatto anche incentivi per assistenti di volo e dipendenti per incoraggiare le uscite. 

Elise Eberwein, vice direttrice generale della divisione people and global engagement di American Airlines, ha affermato: “Nonostante la liquidità precedente la pandemia, gli aiuti significativi arrivati dal governo e il cash raccolto sui mercati dei capitali ci assicurino le basi per la stabilità, abbiamo bisogno di ridurre la nostra struttura dei costi, incluse le nostre spese più significative: il costo dei compensi e dei benefit”.

A salvare le compagnie statunitensi non è bastato il super fondo promosso dall’amministrazione Trump, che ha messo sul piatto un mix di prestiti e sussidi, chiedendo in cambio alle società di mantenere i livelli occupazionali e salariali dei dipendenti, almeno fino a settembre.

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