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Corbani: “San Siro, assurdo demolire uno stadio simbolo”

Gabriella Bruschi

La giunta del sindaco di Milano Beppe Sala ha deciso nei giorni scorsi di confermare la dichiarazione di pubblico interesse sulla proposta relativa allo Stadio di Milano presentata dalle società di Milan e Inter, ma “la partita di San Siro doveva essere giocata in modo del tutto diverso, con più attenzione ai cittadini e all’ambiente”. Lo dice Luigi Corbani, politico di lungo corso a Milano, rispettato e apprezzato come difensore dei diritti dei cittadini e della res publica, leggendo i fatti in una chiave più ampia che abbraccia l’intera comunità e i diritti dei cittadini.

“Mi fa arrabbiare questa vicenda di San Siro: per come è stata proposta, per il procedere degli eventi, per l’imposizione delle decisioni, per i diritti dei cittadini calpestati, per la consegna di beni pubblici in mano a privati e poco conosciuti, per l’inutilità del progetto, per l’ulteriore consumo di suolo. Dobbiamo unirci e far sentire che c’è una voce diversa”, sostiene Corbani, che è stato a Palazzo Marino dal 1985 al 1990 come vicesindaco e assessore alla Cultura, per poi entrare nel Consiglio Regionale della Lombardia, nell’Ufficio di Presidenza della Regione e diventare poi assessore alla Cultura della Lombardia, sempre in quota Pd.

L’ipotesi inoltrata dai proprietari delle due squadre cittadine è quella di costruire un nuovo stadio sopra un’area verde di oltre 5 ettari, a cui si aggiungerebbero grattacieli e centri commerciali, mentre il Meazza verrebbe demolito. “È una brutta faccenda – dice Corbani – A partire dal fatto che fanno passare il messaggio che con il progetto nuovo stadio pioveranno soldi nelle zone più povere di piazza Selinunte, e non è vero! Sono due cose distinte. Mi fa arrabbiare che prendano in giro i cittadini”.

Secondo il progetto, oltre 240mila metri quadri di terreni pubblici verrebbero messi nelle mani di investitori privati. “Ci troviamo davanti a una situazione di pubblico che serve il privato – osserva Corbani – Le squadre hanno bisogno di fare soldi? Allora tirano la giacchetta a Sala e lui decide con la sua giunta (senza nemmeno passare di nuovo dal Consiglio comunale) di accontentarle, mettendo a loro disposizione aree pubbliche, dotate anche di 5 ettari di verde, e lasciando che costruiscano un nuovo stadio oltre a tutto il resto che servirà, sempre alle squadre, per finanziare lo stadio. Tutto ciò è assurdo. Si vogliono costruire grattacieli per uffici, come se a Milano non ce ne fossero già abbastanza di vuoti e centri commerciali, come se non vedessimo tutti che appartengono a un modus vivendi di anni fa, tant’è vero che nei paesi più avanzati i mall stanno chiudendo”.

Spesso i rappresentanti delle due squadre hanno descritto questo progetto come una necessità per risollevare i club. “L’unica cosa vera è che le squadre hanno i conti in rosso. Questo sì – continua Corbani – E dicono a gran voce che con il nuovo stadio sarà tutto diverso. Prima di tutto abbiamo già visto che cosa è accaduto all’Arsenal e alla Juventus: hanno lo stadio nuovo e hanno comunque i conti in rosso. Oppure al contrario: abbiamo visto come l’Inter abbia vinto lo scudetto, anche senza uno stadio nuovo. E comunque: non si possono risanare i conti delle società di calcio con soldi pubblici“.

Nubi si allungano anche all’orizzonte per quel che riguarda il futuro di questo progetto. “Ho anche un gran timore – prosegue l’ex assessore – che i fondi di investimento, proprietari delle due squadre, intaschino da Sala i diritti di edificazione, vendano tutto e scappino via. E chi acquisterà? Che cosa costruiranno? Chi mi dice che non arrivi una bella variante (pratica molto diffusa a Milano: Sala lo scorso febbraio ha approvato la quinta variante per Citylife per esempio) e che quello che ora sembra, non sarà? Chi mi dice per esempio che non costruiscano il nuovo e che poi non vogliano più abbattere il Meazza? Sarebbe ancora peggio avere due stadi”.

Eppure, l’alternativa ci sarebbe. Dopo che è stato dimostrato che lo stadio Meazza gode di ottima salute, è stato depositato in Comune un piano di fattibilità che prevede la ristrutturazione in toto dell’attuale Meazza secondo il progetto degli ingegneri Riccardo Aceti e Nicola Magistretti.

“Poniamo pure che si voglia uno stadio moderno, ci mancherebbe – aggiunge Corbani che ha seguito dall’interno delle istituzioni le vicende politiche e tecniche relative all’ampliamento dello stadio Meazza per i Mondiali 90 – Ma che allora si ristrutturi l’attuale stadio. Ne ha tutti i diritti e tutte le qualità: ha ricevuto tutti i certificati di idoneità statica, ha ospitato ancora un mese fa la finale della Uefa Nations League. San Siro è tuttora considerato uno degli impianti più belli del mondo e rimane un simbolo storico di Milano. Demolirlo sarebbe assurdo. Da una coalizione di sinistra mi sarei aspettato maggiore tutela dell’architettura contemporanea. Abbiamo visto tutti il progetto di Aceti/Magistretti che comprende la completa ristrutturazione di tutti i servizi, gli spazi, le scale, i seggiolini e quant’altro. Oltre al plus di una galleria panoramica unica al mondo”. Infine, un’osservazione sul modo di procedere: “Se un Comune vuole fare un’operazione su terreni pubblici, deve organizzare una gara internazionale, che comprenda sia l’opzione nuovo stadio, sia l’opzione ristrutturazione, con costi, tempi, ricavi: tutto alla luce del sole e nella piena onestà nei confronti dei cittadini – conclude Corbani – Invece questo progetto è sempre stato tenuto nascosto, persino ai consiglieri comunali”.

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