Altro che calciatori: il vero mercato rovente, in questo momento, è quello degli allenatori. Le panchine delle big italiane sono un mosaico ancora tutto da completare, e ogni tassello dipende dal prossimo incastro. I destini di Napoli e Juventus si intrecciano alla perfezione: Conte è tentato dal ritorno in bianconero, nonostante i tentativi di De Laurentiis di trattenerlo, Allegri aspetta fiducioso, pronto a subentrare proprio come anni fa a Torino. Max piace anche al Milan, soprattutto ora che Italiano, prima scelta iniziale, sembra sempre più vicino a rinnovare col Bologna. Gasperini, nel frattempo, dopo nove anni alla guida dell’Atalanta, riflette seriamente sull’addio e la Roma prova l’affondo mettendo sul tavolo un ricco triennale. Lotito, intanto, sogna il ritorno di Sarri alla Lazio, con lo spogliatoio informato e favorevole. E poi c’è l’Inter, che vive giorni di gloria e incertezza. Con la finale di Champions contro il PSG all’orizzonte, Simone Inzaghi è sospeso tra la voglia di continuare a Milano e un’offerta monstre dall’Arabia Saudita.
De Laurentiis-Conte, incontro interlocutorio: Napoli prova a trattenerlo, ma la Juve lo aspetta
Napoli è un vulcano di emozioni. Dopo la conquista del quarto scudetto, la città si è trasformata in un enorme palcoscenico di gioia collettiva. Lunedì è stata la giornata dei festeggiamenti, con la parata trionfale che ha invaso le strade colme di tifosi impazziti. Ieri, invece, tappa d’onore in Vaticano, dove è andato in scena l’attesissimo incontro con Papa Leone XIV. Poi, via all’appuntamento più atteso dal popolo azzurro, ovvero il summit tra Aurelio De Laurentiis e Antonio Conte. Il vertice si è svolto nella residenza romana del presidente partenopeo e si è protratto per tre ore e mezza, alla presenza del direttore sportivo Manna e dell’amministratore delegato Chiavelli. Conte è arrivato e ripartito in auto insieme alla moglie, seduto nei sedili posteriori accanto al ds, con Edoardo De Laurentiis a bordo. Un incontro interlocutorio, senza decisioni definitive, visto che il presidente e l’allenatore si sono presi una pausa di riflessione. Tuttavia, le parole pronunciate da De Laurentiis durante la cena scudetto suonano come un affettuoso saluto. “Auguro a Conte di continuare a mietere successi nella sua carriera – aveva dichiarato Adl -. È un uomo che lavora con passione e merita rispetto. Grazie, Antonio.” Il destino del tecnico salentino sembra già scritto e risponde al nome della Juventus, pronta a riaccoglierlo undici anni dopo l’addio. De Laurentiis lo sa bene, eppure non ha intenzione di arrendersi senza provarci. Il patron azzurro ha rilanciato, proponendo a Conte un progetto all’altezza delle ambizioni (un’idea che piace anche ai giocatori, che ieri non hanno nascosto la loro stima per l’allenatore). Qualunque sia la scelta, una cosa è certa: non ci sarà alcuna “guerra alla Spalletti”. Nessuno strappo, nessun addio traumatico. Tra Conte e De Laurentiis c’è rispetto sincero, un rapporto solido che non sarà minato dalla separazione. Niente indennizzi, niente polemiche, solo la gratitudine per aver portato a casa uno scudetto. Anche se questa vuol dire Juventus.
Napoli pronto ad andare su Allegri, ma occhio al Milan…
Massimiliano Allegri, intanto, aspetta. Il tecnico livornese è pronto a raccogliere l’eredità di Conte, nel caso in cui il salentino decidesse di lasciare il Napoli. Un déjà vu per Max, che nel 2014 subentrò proprio ad Antonio sulla panchina della Juventus. Stavolta, il copione potrebbe ripetersi all’ombra del Vesuvio. De Laurentiis ha già pronto un biennale da 6 milioni a stagione più bonus, con opzione unilaterale per il terzo anno. Un’offerta concreta, solida, che dimostra quanto il patron azzurro voglia garantirsi un tecnico d’esperienza per continuare a tenere in alto lo scudetto appena conquistato. Tutto, però, ruota ancora attorno al confronto con Conte: il dialogo continua, anche se i tempi stringono e Napoli ha bisogno di certezze in vista della nuova stagione. Il summit decisivo non ha ancora una data, ma l’urgenza cresce. Ogni giorno potrebbe essere quello buono per il via libera o il definitivo “no grazie”. Nel frattempo, Allegri riflette. Ha fatto sapere di preferire il Napoli, rifiutando le lusinghe arabe e scartando l’ipotesi Roma. Tuttavia, non mancano alternative di prestigio: il Milan resta alla finestra, ancora orfano di una guida tecnica, e anche l’Inter potrebbe inserirsi nel caso (tutt’altro che impossibile) di addio di Inzaghi. Marotta, del resto, ha sempre avuto un debole per Max. La panchina del Napoli è caldissima. Allegri lo sa, aspetta e prepara le valigie: direzione Vesuvio, o forse altrove. Tutto dipende, ancora una volta, dalla prossima mossa di Conte.
Inzaghi diviso tra la finale di Champions e le tentazioni arabe: la decisione dopo Monaco
Il tecnico piacentino è concentrato sul presente, anzi sul sabato più importante della stagione, quello contro il PSG. Ma la domanda delle domande lo accompagna silenziosamente: meglio restare all’Inter o voltare pagina con un contratto faraonico in Arabia? La famiglia avrà un ruolo decisivo, perché questa scelta non è solo professionale, è anche e soprattutto di vita. Inzaghi si interroga con lucidità: ha senso continuare con un gruppo che, sotto la sua guida, ha già raggiunto due finali di Champions e generato oltre 130 milioni in ricavi europei? Oppure è tempo di chiudere il cerchio e accettare l’offerta da 50 milioni in due anni dell’Al Hilal? Il presente dice Inter. Il legame con il club è forte, autentico, costruito a colpi di trofei e di lavoro quotidiano. E le parole pronunciate durante il media day alla vigilia della finale lo confermano: “La mia società mi conosce molto bene – ha spiegato il tecnico -. Ci sono richieste, sì, dall’Italia, dall’estero e dall’Arabia, ma sarebbe folle pensarci ora. Come ha detto il presidente Marotta, ci siederemo il giorno dopo la finale con un unico obiettivo: il bene dell’Inter”. Un messaggio limpido, davanti a una platea di oltre cento giornalisti da tutto il mondo, con lo stato maggiore nerazzurro schierato in prima fila: da Marotta ad Ausilio, da Katherine Ralph (voce della proprietà Oaktree) fino al responsabile marketing Giorgio Ricci. Il confronto con la dirigenza è già in agenda: avverrà subito dopo la finale e prima del Mondiale per Club. Sarà lì che si capirà se i pianeti sono ancora allineati, se l’armonia può continuare o se il ciclo è arrivato naturalmente al suo compimento. Intanto Inzaghi ha lanciato un segnale, con parole nuove, da uomo consapevole del suo status: “Sto benissimo qui – ha ribadito -. Se ci saranno tutte le componenti e i presupposti, andremo avanti in armonia”. La finale di Monaco potrebbe essere anche l’inizio di una nuova storia, oppure il punto esclamativo dopo quattro anni ad altissima intensità.
Milan: Italiano verso il rinnovo col Bologna, Tare ci prova con Allegri
Dopo settimane di incertezza e mesi sprecati per chiudere il capitolo direttore sportivo, il Milan adesso accelera. La priorità numero uno si chiama allenatore. E la lista dei candidati si è assottigliata in fretta, complice il ritardo accumulato e le tante panchine già occupate. In cima alle preferenze della dirigenza rossonera c’è sempre Vincenzo Italiano, ma la pista si sta raffreddando: il tecnico sembra ormai vicino al rinnovo con il Bologna, come confermato dall’ad rossoblù Claudio Fenucci (“ci sono i presupposti per continuare insieme,” ha detto l’ad dopo il vertice di ieri). Tare ha così deciso di contattare Allegri, altro vecchio pallino (non solo suo), per capire se esistano ancora i margini per una trattativa. Il Napoli, infatti, è in netto vantaggio, ma non vanno esclusi colpi di scena: Max, si sa, ha un debole per Milano e poi è già stato in rossonero, peraltro vincendo uno scudetto e una Supercoppa. Ad ogni modo il tempo stringe e l’operazione appare decisamente complicata. La speranza del Milan è che il divorzio tra De Laurentiis e Conte sia più lungo del previsto, inducendo così Allegri a guardarsi attorno e a considerare altre offerte… Le alternative si chiamano Thiago Motta, Mancini e Farioli, tutte ricche di controindicazioni, in un senso o nell’altro.
Atalanta-Gasperini, fumata grigia: la Roma lo tenta con un triennale
Anche per Gian Piero Gasperini è arrivato il momento della verità. Dopo nove anni intensi, rivoluzionari e ricchi di successi alla guida dell’Atalanta, il tecnico di Grugliasco riflette sul futuro, diviso tra la possibile prosecuzione del suo regno a Bergamo e una nuova, affascinante, avventura nella Capitale. Nelle scorse ore, Gasp ha incontrato la dirigenza nerazzurra a Zingonia. Presenti i Percassi e il direttore sportivo D’Amico, per un faccia a faccia lungo circa due ore. Si è parlato del passato, certo, ma anche e soprattutto del futuro. Nessuna fumata bianca: il confronto è stato cordiale ma interlocutorio. Sul tavolo restano due opzioni: il rinnovo fino al 2027 oppure una separazione anticipata, rispetto alla naturale scadenza del contratto nel giugno 2026. L’Atalanta attende. La società si dice ottimista, convinta di poter trattenere il suo condottiero, anche se non ha ancora formalizzato la proposta di prolungamento. Prima serve capire davvero cosa vuole Gasperini. La sensazione è che qualcosa, dentro di lui, si sia incrinato. Dopo l’ennesima qualificazione in Champions (la quinta in nove stagioni), il tecnico ha più volte lasciato trasparire la possibilità di un addio, come se sentisse di aver già dato tutto a questa magica avventura. Nel frattempo, la Roma si è mossa. Dopo il dietrofront forzato su Fabregas, bloccato dal Como, i giallorossi hanno puntato forte su Gasperini, arrivando a offrire un contratto triennale. I contatti delle ultime ore sono stati molto positivi, e il club capitolino spera di sbaragliare la concorrenza con un progetto tecnico ambizioso e una piazza calda come poche. Per la prima volta da quando è arrivato a Bergamo, Gasperini e l’Atalanta discutono davvero di un possibile divorzio. Una svolta storica. E se è vero che la Dea non ha ancora cercato alternative, in caso di rottura il nome di Igor Tudor potrebbe scalare rapidamente le gerarchie. Ma ora la palla è tutta nei piedi di Gasperini. Che, da ieri, forse si vede già dalle parti di Trigoria.
Lazio-Baroni ai titoli di coda: Lotito sogna il ritorno di Sarri
Il destino di Marco Baroni sulla panchina della Lazio sembra ormai segnato. La sconfitta casalinga contro il Lecce ha chiuso una stagione deludente e sancito l’esclusione dei biancocelesti dalle coppe europee dopo otto anni consecutivi. Un colpo durissimo, che difficilmente potrà essere ignorato dalla società. L’incontro tra Baroni e la dirigenza è previsto entro giovedì, ma tutto lascia intendere che sarà l’ultimo. Intanto, il toto-nome per la successione è già entrato nel vivo. E c’è un’ipotesi che accende la fantasia dei tifosi: Maurizio Sarri. Sì, proprio lui. L’allenatore toscano che si era dimesso nel marzo 2024 (rinunciando a 5 milioni netti di contratto) dopo la pesante eliminazione in Champions contro il Bayern e una striscia nera di sconfitte. Ma ora Sarri è stato contattato e sta riflettendo sull’offerta. Oltre a lui, restano in lista anche Patrick Vieira, apprezzato per il lavoro fatto al Genoa, e due ex biancocelesti come Alessandro Nesta, in uscita dal Monza, e Sergio Conceiçao, che dopo la parentesi Milan potrebbe valutare un ritorno a Roma, stavolta da allenatore. In casa Lazio, la rivoluzione è cominciata. E il ritorno di Sarri potrebbe essere il primo, clamoroso, colpo di scena.