È un momento di fuoco per il calcio italiano, con le panchine che si riempiono e si svuotano come in una partita a scacchi tra top club. A tenere banco sono tre protagonisti assoluti del nostro campionato: Antonio Conte, Massimiliano Allegri e Cristiano Giuntoli. Napoli, Milan e Juventus ridisegnano il proprio futuro tra rilanci, addii inattesi e ritorni sorprendenti.
A Napoli, Aurelio De Laurentiis ha fatto all-in su Conte, convincendolo a restare con un progetto ambizioso e un mercato da sogno: il tecnico salentino guiderà ancora gli azzurri, con tanto di aumento e promesse strutturali da top club europeo. A Milano, invece, è il tempo del grande ritorno: Massimiliano Allegri torna a Milanello dopo undici anni, richiamato dal nuovo corso targato Igli Tare. L’ex Juve ha firmato un triennale per risollevare un Diavolo reduce da una stagione da dimenticare, prendendo il posto di Sérgio Conceiçao. E proprio alla Juventus si consuma l’altra faccia della rivoluzione: Cristiano Giuntoli è vicino all’addio, su decisione di John Elkann.
Conte resta a Napoli: De Laurentiis lo ha convinto, come?
Colpo di scena a Napoli: Antonio Conte resta sulla panchina azzurra! Dopo giorni di voci, trattative e telefonate roventi, Aurelio De Laurentiis ha piazzato la mossa vincente. Il presidente partenopeo ha convinto il tecnico salentino a continuare il suo cammino all’ombra del Vesuvio, rilanciando con un progetto ambizioso, da Champions League.
Non si è trattato solo di parole, ma di fatti concreti: aumento dell’ingaggio (si parla di un bel +1,5 milioni rispetto ai 6 attuali), un mercato importante in arrivo con almeno sei rinforzi di livello (il nome che fa sognare è quello di Kevin De Bruyne) e, ciliegina sulla torta, la promessa di rifare da cima a fondo il centro sportivo di Castel Volturno. Insomma, tutto ciò che Conte aveva messo sul tavolo è stato accolto con entusiasmo da ADL.
Il summit decisivo è andato in scena ieri sera a Napoli: due ore e mezza di confronto serrato con De Laurentiis (arrivato appositamente da Roma), l’ad Chiavelli e il ds Manna. Risultato? Accordo raggiunto, contratto prolungato di un anno, squadra già al centro dei piani futuri e un clima sereno e disteso al termine dell’incontro. Tanto che il gruppo ha brindato con una cena in un noto ristorante cittadino. Il presidente, come sempre, ha scelto i social per annunciare la fumata bianca, con un messaggio che sa di sfida e voglia di rivincita: “Avanti tutta. Più forti di prima.” Napoli riparte con Conte al timone.
Giuntoli-Juve, è finita! Tudor in pole per la panchina
Nel frattempo, in casa Juve, è arrivato lo scossone. Stavolta a farne le spese è Cristiano Giuntoli, il dirigente arrivato dal Napoli con lo scudetto sul petto e un contratto quinquennale in tasca, pronto a salutare anticipatamente la Vecchia Signora. La decisione porta la firma di John Elkann in persona e l’ufficialità è attesa a stretto giro. Il divorzio arriva dopo appena due stagioni, in un clima di ristrutturazione profonda che sta ridisegnando volto e ambizioni del club bianconero.
L’avventura di Giuntoli a Torino non ha lasciato il segno: le sue scelte di mercato non hanno convinto, i risultati sono mancati e il progetto tecnico (costruito intorno a Thiago Motta) è naufragato ben prima del previsto. Arrivato con grande entusiasmo nell’estate del 2023, Giuntoli non è riuscito a dare alla Juve quella scossa che tutti si aspettavano. I bianconeri hanno vissuto un’altra stagione amara, lontani dai fasti del passato, e la dirigenza ha deciso che è tempo di cambiare rotta anche sul fronte sportivo. Le smentite filtrate nei giorni scorsi non hanno retto all’evidenza dei fatti: l’addio era nell’aria da tempo. Ora resta solo da definire tempi e modi dell’uscita, ma il dado è tratto.
La Juventus volta pagina ancora una volta. Giuntoli, invece, si prepara a chiudere la sua parentesi bianconera con tanti interrogativi e pochi rimpianti. In un contesto dove tutto sembra essere in bilico, c’è almeno un punto fermo: al Mondiale per Club la panchina sarà di Igor Tudor. E pensare che fino a lunedì mattina, la situazione sembrava completamente ribaltata. Il tecnico croato, protagonista del rush finale che ha riportato la Juve in Champions League con il successo decisivo a Venezia, aveva fatto le valigie dopo la “missione compiuta”, salutando con un misto di orgoglio e amarezza. Un addio? Non proprio. Perché nel giro di 24 ore, ecco il colpo di scena: il suo agente ha fatto retromarcia, chiarendo che Tudor, da contratto, guiderà la squadra negli Stati Uniti per il Mondiale per Club.
Un momento di tensione, uno sfogo a caldo, tutto rientrato. In mezzo al caos che accompagna la rifondazione bianconera, Tudor resta. Sarà lui a sedersi in panchina nella prestigiosa vetrina mondiale e chissà che il suo regno non possa estendersi anche alla prossima stagione.
Allegri-Milan, è fatta: Tare parte subito col botto
Max Allegri, intanto, è tornato a casa. Dopo undici anni, il tecnico livornese è di nuovo il comandante del Milan. Il blitz decisivo lo ha firmato il nuovo direttore sportivo rossonero, Igli Tare, che ha portato a termine l’operazione con tempismo e determinazione. L’accordo definitivo è arrivato ieri sera, con tanto di firma sul contratto triennale: 5 milioni netti a stagione più altri 2 di bonus. Un ingaggio importante per un ritorno carico di significati. Allegri aveva preso tempo, ascoltato anche la corte del Napoli (che lo aveva individuato come possibile sostituto di Conte in caso di addio), ma alla fine ha detto sì al richiamo di Milanello, dove ha già scritto pagine importanti della sua carriera tra il 2010 e il 2014, conquistando uno Scudetto e una Supercoppa Italiana.
La firma è arrivata al termine di un summit con l’ad Furlani e con Tare, conclusosi poco prima delle 20. Adesso manca solo l’annuncio ufficiale, ma tutto è fatto: Massimiliano Allegri sarà il nuovo allenatore del Milan, prendendo il posto di Sérgio Conceição, salutato dal club fa con un comunicato. “AC Milan e Sergio Conceiçao non proseguiranno il loro percorso insieme nella prossima stagione sportiva. Il Club desidera ringraziare Sergio e il suo staff per l’impegno, la professionalità e la dedizione dimostrati alla guida della Prima Squadra in questi mesi. La famiglia rossonera saluta l’allenatore che ha contribuito alla conquista del 50° trofeo della storia del Milan, augurandogli il meglio per il suo futuro.”
Dopo l’esonero dalla Juventus e un anno sabbatico, Allegri è pronto a rimettersi in gioco in una delle sfide più complicate della sua carriera: rilanciare un Milan che ha appena chiuso una delle stagioni più deludenti degli ultimi anni. I numeri della sua prima avventura in rossonero parlano chiaro: 178 panchine, 91 vittorie, 49 pareggi, 38 sconfitte, 303 gol fatti, 178 subiti. Ora si riparte da lì, con nuove ambizioni, una nuova dirigenza e lo stesso spirito da combattente. Milan e Allegri, atto secondo: la storia continua.
Roma-Gasperini, Lazio-Sarri: la Capitale prepara la rivoluzione
Movimenti frenetici anche nella Capitale, dove entrambe le squadre cambieranno allenatore. La Roma ha deciso di puntare su Gasperini: i Friedkin e Claudio Ranieri hanno individuato in lui il tecnico giusto per guidare la rinascita giallorossa. Sul piatto c’è già una proposta da capogiro: contratto triennale da 5 milioni di euro netti a stagione più bonus.
Ma prima di brindare, serve sciogliere il nodo Atalanta: Gasperini è ancora legato alla Dea fino al 2026, e la risoluzione anticipata è tutt’altro che una formalità. Ieri, a Firenze, c’è stato un incontro tra il tecnico piemontese e la dirigenza romanista. I toni sono stati distesi, ma non c’è ancora l’intesa totale. Gasp ha chiesto qualche giorno di tempo per riflettere e decidere se sposare il progetto capitolino. Sull’altra sponda del Tevere, invece, la Lazio sta accelerando per chiudere con Maurizio Sarri, il nome forte scelto per sostituire Marco Baroni, ormai prossimo ai saluti dopo una stagione deludente, chiusa senza qualificazione europea. L’accordo verbale per la risoluzione con l’ex tecnico del Lecce c’è già: oggi dovrebbe arrivare anche il nero su bianco. Per Sarri, però, non sarà una corsa in discesa: il tecnico toscano è nel mirino anche di Atalanta (nel caso di addio di Gasperini) e Fiorentina (che saluterà Palladino).
Ecco perché Lotito vuole chiudere in fretta. Sul tavolo, un’offerta da 2,8 milioni netti a stagione per due anni. Non male, ma non basta: Sarri chiede garanzie sul mercato, con rinforzi mirati e nessuna cessione pesante. Intanto, ieri sera a Roma, l’entourage del tecnico e il Ds biancoceleste Angelo Fabiani si sono seduti a tavola per discutere. Clima buono, ma il sì definitivo ancora non c’è. E se l’operazione dovesse saltare? Piano B: Rino Gattuso. L’ex Milan e Napoli è attualmente sotto contratto con l’Hajduk, ma ha voglia di tornare a respirare aria di Serie A. Un incontro con la Lazio era già previsto, ma è stato rinviato: ora tutte le attenzioni sono su Sarri, poi si vedrà.