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Cocomero: non solo estate, si punta a utilizzarlo tutto l’anno

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Dici estate dici Cocomero. Dolce, succoso, rinfrescante, un concentrato di vitamine, il Cocomero per le sue proprietà dissetanti è stato apprezzato dagli uomini da tempi immemorabil. Originario dell’Africa, troviamo la prima registrazione ufficiale della sua coltivazione in alcuni geroglifici nell’Antico Egitto di quasi 5000 anni fa. Il frutto che la mitologia egizia faceva risalire al seme del dio Seth, veniva spesso deposto nelle tombe dei faraoni come mezzo di sostentamento per l’aldilà. Per la sua forma e per il suo sapore nell’immaginario collettivo era un pallone con cui giocavano gli Dei. Se ne parla perfino nella Bibbia là dove è scritto, che gli Ebrei nel deserto del Sinai rimpiangevano i cocomeri mangiati in Egitto.

Molti secoli dopo, siamo nel X secolo d.C. il cocomero appare, coltivato, in Cina. Bisognerà aspettare il XIII secolo per registrare il suo arrivo in Europa A seguito dell’invasione dei Mori. Entra da protagonista nella storia dell’arte in un dipinto di Giovanni Stanchi, detto Dei Fiori, apprezzato autore di nature morte nella Roma barocca seicentesca e in una natura morta del fiammingo Abraham Brueghel, ha l’onore di essere raffigurato perfino da Caravaggio e successivamente da Matisse, e più recentemente da Botero. In letteratura conquista Daniel Wallace, l’autore di Big Fish (da cui è stato tratto l’omonimo film con Albert Finney e Jessica Lange), che ha intitolato il suo secondo romanzo, Il Re dei cocomeri in una cittadina dell’Alabama, “capitale mondiale” dell’anguria. Per non parlare di Mark Twain che lo definì “un dono del signore”. Approda anche sul grande schermo con Il gusto dell’anguria, film di Taiwan uscito in Italia a fine 2005 premiato con un Orso d’argento all’ultimo Festival di Berlino. E in musica diventa leit motiv di una popolare canzone di successo per i bambini. Ma soprattutto in agosto imperversa sulle spiagge, dove non si contano i Cocomeri Party e nelle città deserte affrante dalla calura estiva dove rappresenta uno dei pochi momenti di consolazione per chi non è andato in vacanza.

Una nutrita letteratura scientifica ha da tempo sottolineato l’elevato valore nutraceutico dell’anguria per l’interessante contenuto in micronutrienti e fitocomposti di interesse salutistico. La composizione chimica del cocomero ricco di potassio (280) mg, Vitamina c (8 mg), Vitamina A (37μg), Vitamina E (0.06 mg), Vitamina B6 (0.08 mg), Calcio (7 mg), Proteine vegetali (0.4 g), Ferro (0.2 mg), Sodio (3 mg), Fosforo (2 mg) rivela un frutto complessivamente povero di macronutrienti avallando in tal modo il convincimento comune sul suo basso valore nutritivo. Tra i micronutrienti si evidenzia solo un elevato contenuto di vitamina A e di potassio al punto che una porzione di 100 gr di anguria soddisfa da sola il 7,5% del fabbisogno giornaliero di un adulto sia di potassio che di vitamina A. L’assunzione di vitamina A è prioritaria per l’integrità dei tessuti biologici e l’apporto di potassio è funzionale alla conduzione degli impulsi nervosi ed al ricambio idrico dei liquidi corporei.

L’attenzione del mondo scientifico si è diretta negli ultimi anni verso il contenuto di alcuni fitocomposti indispensabili per l’effetto bioregolatore che essi esercitano sulla salute umana. Nell’anguria in particolare è molto interessante il contenuto in polifenoli (62.15 – 116 mg GAE Kg-1 di peso fresco) e carotenoidi e all’interno di quest’ultimo gruppo predomina il licopene che da solo costituisce dall’80 al 95% del totale dei carotenoidi.I carotenoidi all’interno della cellula vegetale svolgono non solo un ruolo di supporto della fotosintesi clorofilliana, ma anche di protezione delle strutture cellulari dal danno ossidativo grazie all’elevato numero di doppi legami coniugati all’interno della molecola.

Re dell’estate ma perché non apprezzarne le qualità anche negli altri mesi dell’anno? E’ quello che si propone RED taste: Rurale – Eccellente – Differente, un progetto di valorizzazione del Cocomero Pontino, inserito nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali riconosciuti dalla Repubblica Italiana con Decreto del Ministro delle Politiche Agricole, alimentari, Forestali e del Turismo, promosso dalla Cooperativa Latina Ortaggi, che per tutta l’estate fino al 14 settembre permetterà di scoprire tutte le proprietà del frutto con l’obiettivo di rendere il prodotto attrattivo dal punto di vista gastronomico destagionalizzandone il consumo con il coinvolgimento dell’industria di trasformazione, ma soprattutto di mostrare la forte connotazione identitaria e la positiva ricaduta economica che il cocomero pontino IGP potrebbe produrre in termini di fatturato per tutto il comparto, attualmente attestato sui cento milioni di euro.

Il litorale pontino si estende dal comune di Nettuno fino al centro abitato di Sperlonga; si caratterizza per una tessitura mediamente sabbiosa del suo territorio per la formazione di un’ampia duna costituitasi in epoca quartenaria e che ha dato origine all’intera pianura retrostante per l’apporto di sostanza organica e limo dal vicino antiappennino. Alle spalle del cordone dunale si estendono aree molto fertili residuali dalle operazioni di bonifica del ventennio pre-bellico. I venti di direzione sud-est e le miti temperature creano un microclima sub-arido molto adatto per la coltivazione dell’anguria Un interessante prospettiva di ampliamento della domanda di angurie può provenire dalla ristorazione poiché l’impiego di temperature intermedie (74°C) e l’abbinamento con matrici lipidiche che incrementano e potenziano l’assunzione di licopene potrà in un futuro prossimo disancorare l’anguria dall’esclusivo consumo come frutto estivo.

Proprio in questa prospettiva RED taste: Rurale – Eccellente – Differente (e il claim condensa già in sé l’obiettivo dell’iniziativa) mette in programma sette appuntamenti gourmet allestiti nei più bei ristoranti del litorale e dell’entroterra laziali dove si potranno verificare nuove combinazioni di sapore con gli Chef: Simone Nardoni di Essenza a Terracina, Fabio Stivali di Simposio al Corso a Sermoneta), Luigi e Oreste di Bottega Sarr a, Terracina (26 luglio), Francesco Fugaro di Pan Di Via Frontemare a Lido di Latina (2 agosto), Gianluca Nalli di Incontramare a San Felice Circeo (30 agosto) e Davide De Luca di Eea, a Ponza (14 settembre).

Il progetto che ora si vuole  portare avanti  intende promuovere il consumo del Cocomero Pontino PAT e, allo stesso tempo, vuole stimolare le aziende produttrici ad avviare un lavoro sinergico nella costituzione di un Comitato Promotore  del  Cocomero Pontino IGP  utile all’affermazione di nuove economie di mercato e all’ottenimento del riconoscimento comunitario di Indicazione Geografica Protetta

In  Provincia di Latina attualmente  sono interessati alle coltivazioni circa 4.500 ettari, il che significa che un cocomero su quattro di quelli distribuiti in Italia viene prodotto in loco. La disponibilità commerciale si ha dai primi di maggio fino alla metà di settembre, a volte, anche oltre. Il distretto occupa circa 4.000 addetti, 70 cooperative agricole e un indotto di 100 milioni di euro.

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